Compere

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Aveva smesso di piovere, e nonostante l'aria fredda che faceva condensare il loro fiato in nuvolette bianche, il cielo era d'un azzurro abbacinante. Aziraphale aveva indossato il più elegante dei suoi cappotti color crema e si era avvolto il collo in una soffice sciarpa d'angora, facendo attenzione a sembrare il più ordinato possibile. Sembrava star ponendo particolare cura nella propria apparenza, tanto da farlo notare anche a Crowley, che con il fianco appoggiato morbidamente sul muro lo osservava prepararsi. "Sei sicuro che non vuoi che venga con te, Angelo?"

"Oh, mio caro, non serve che tu mi sorvegli come un cane da guardia. Sarà solo una passeggiata informale con Maggie e Virginia, ed andremo in luoghi che disprezzeresti in ogni istante. Maggie deve fare alcuni acquisti e Virginia ne approfitta per un po' di turismo. Lavora troppo, quella ragazza, e ha solo diciannove anni! Dovrei proporre una maggior attesa obbligatoria fra una guida e l'altra, o non riuscirà a farsi una vita fra gli umani." iniziò a cianciare, allegramente, appositamente rendendo il discorso una pioggia di parole accatastate l'una sull'altra, allo scopo di saturare le orecchie di Crowley con il proprio infantile entusiasmo. Come si era aspettato, il demone si ritrasse lievemente, quasi cercasse di nascondersi un poco dietro lo stipite della porta. Aziraphale conosceva il proprio pollo, anzi il proprio serpente: si era già deciso a non seguirlo. Mancava solo il colpo di grazia, che l'angelo misurò per bene prima di scoccare, accompagnato da un crudele bagliore soddisfatto nei suoi profondi occhi blu: "Comunque certo che potresti venire comunque, mio caro, se ti volessi. Sarebbe adorabile se ci portassi le borse". E con l'espressione schifata che si dipinse sulla faccia di Crowley, Aziraphale seppe di aver vinto su tutta la linea.

Virginia e Maggie erano già insieme a salutare Nina, che doveva restare al Caffè per tutta la mattina, e stavano facendo conoscenza fra loro. Entrambe le donne si erano prese a cuore quella ragazza sguinzagliata per la città, senza famiglia vicino per la notte di Natale, senza un vero gruppo di amici che l'attendeva a casa.

"Beh, ho un fratello maggiore a cui tengo molto, che ha due bimbi. E con i miei non mi trovo male, davvero. Ma loro non possono davvero capire quello che faccio. Lo sanno, ma non lo capiscono: il ruolo di Guida è passato da mio prozio a me quando ho compiuto sedici anni, e da allora mi sono un po' allontanata da tutti, perché non voglio che si preoccupino troppo. È dura non poterne davvero parlare apertamente con qualcuno." stava raccontando, tra un sorso e l'altro del cappuccino che si era fatta fare da Nina, che aveva trovato "sorprendentemente buono per essere un beverone inglese".

Quando Aziraphale le raggiunse, si lasciarono andare ad un momento di entusiasmo infantile: disimpegnato shopping natalizio alle soglie della seconda venuta del Messia, una strana combinazione a cui pensare. "Allora il 24 sera confermata cena tutti insieme?" chiese conferma Nina, prima che il gruppetto si allontanasse dal caffè. "Certo, tutti alla libreria. Ognuno porta qualcosa, ma so che Crowley si sta dando da fare per stupirci." rispose Aziraphale, sventolando la mano entusiasticamente in saluto, mentre sfuggivano dalla folla in arrivo al caffè per quell'ora di punta mattutina e si immettevano in strada. Maggie ancora non sembrava persuasa: "Crowley... ai fornelli? Non ho nemmeno visto una cucina, in casa sua. E l'ho cercata." "Oh, ehm, quasi. Abbi fiducia in lui. E' sorprendente quando decide di preparare qualcosa, con tutto che è difficile che lo mangi."

"Ha imparato per te." distrattamente osservò Virginia, mentre sembrava distratta dall'osservare le luminarie natalizie montate nelle strade del quartiere che stavano attraversando, tanto luminose da essere visibili anche di giorno. Quell'anno Soho era stato proprio addobbato con particolare cura, soprattutto la loro via, e Aziraphale ebbe il mezoz pensiero di dover ringraziare Muriel per questo. Ma la frase di Virginia lo interessò particolarmente: "Scusa?" "Oh? Ah. Sì. Immaginavo potessi non essertene accorto, ma era una costante fra i suoi pensieri. E' da quando vi siete incontrati a Roma che, di tanto in tanto, sfrutta occasioni varie per mettersi in pari con i costumi culinari del momento, in maniera da essere pronto nel caso abbia l'occasione di cucinare per te. Sono contenta che ora ce l'abbia."

Good Omens 2.5 - il seguito che avremmo voluto vedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora