Musica

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Crowley era stato molte volte all'Inferno. Non ci era nato, certo, dato che era di quella fetta di demoni che provenivano dalla caduta dalla schiera angelica, ma lo conosceva piuttosto bene. Gli ambienti malsani, stretti, illuminati da luci innaturali che sfarfallavano in maniera irregolare, il caldo soffocante spezzato all'improvviso da correnti gelide. L'odore nauseabondo di quelli che ti attorniano, la certezza quasi matematica di potersi ritrovare in qualsiasi momento in bocca un insetto o un pelo altrui. L'inferno era adatto al suo scopo, ma non era piacevole, in nessuna circostanza. Dunque, dopo seimila anni di evoluzione, si chiedeva come mai l'Essere Umano non solo avesse perfezionato quello stesso concept, ma considerasse anche l'idea di mettersi in fila e pagare l'ingresso per entrarci.

Comunque, a quanto pare era lì anche lui, seduto al bancone di una discoteca definita da Maggie e Nina "la migliore di Londra". Per quel che ne sapeva lui, due porte più in là anni prima c'era un jazz bar, e qualche via ancora più in là c'erano stati dei bei casini per una bomba carta ad un certo locale, una ventina di anni prima. O forse erano trenta? Cominciava a diventare complicato tenere una timeline efficiente. Era sempre stato Aziraphale quello più bravo a ricordare queste cose. Alè, di nuovo aveva pensato ad Aziraphale e, precisissima sulla tabella di marcia, ecco un'altra pugnalata allo sterno. Stare in quel posto non stava funzionando, forse avrebbe dovuto fare come Nina e Maggie.

Nina e Maggie che erano.. dove erano? Per qualche momento cercò di ritrovarle in quella bolgia con la vista, ma non era proprio nè umanamente nè demonicamente possibile. Per fortuna, dopo un rapido sventolare di mano, le persone che si stavano affannando a saltare scompostamente a ritmo tra lui e le due ragazze si trovarono tutte con l'impellente necessità di recarsi ai bagni. Sarebbe stato un intenso e divertente quarto d'ora di caos, panico e follia, ma Crowley non si sentiva in vena di godersi quei piccoli piaceri della vita. Le due ragazze, comunque, non sembravano essersi accorte di niente: avevano preso possesso di un divanetto, e stavano ridendo e scherzando fra loro, sorseggiando cocktail e parlandosi all'orecchio per sovrastare la musica ed il vociare. Erano così deliziosamente a loro agio l'una con l'altra, così intime nel loro essersi costruite un piccolo mondo che sembrava non percepire nemmeno il casino intorno, che Crowley si sentì spinto ad interrompere questo momento di serenità andando a sedersi insieme a loro. Ma mica sedersi a caso, no: lui era un professionista e la sua maestria lo portò a sedersi in una maniera studiatissima atta a massimizzare il fastidio e la sgradevolezza della sua presenza, terminando il tutto con un tonfo del proprio bicchiere da cocktail che veniva sbattuto sul ripiano del tavolino. "Allora, signorine" disse, sapientemente volteggiando fra il disprezzo e la cortesia di quel termine dai molti risvolti "dove dovrei trovare in questo posto la grande cura per i miei malanni?"

Nina si ritrovò praticamente un piede del demone nella piega della propria caviglia, ma cercò di trattenere la reazione istintiva di assestargli un calcio. Essere infastidita da lui era una piccola vittoria che poteva concedergli. "Non puoi stare solo fermo a non fare niente, cerca di socializzare. Parla con qualcuno. Prima sono passate due ragazze a provarci con te, potevi dar loro corda"

"Provarci... con me? Nah, nah. Assolutamente. Nah."

"Veramente... sì, dai. Chiaramente ci stavano provando." cercò di spiegargli Maggie, tentando disperatamente di modulare la sua voce acuta in modo da non strillare troppo cercando di sovrastare la musica, ma contemporaneamente arrivare a farsi sentire dal demone che si era posto con il torso distante, ma contemporaneamente con il ginocchio puntellato sulla sua coscia, in una posa sbragata che occupava da sola mezzo divanetto. "Ma scusa, non dovresti riconoscere la Tentazione, i Peccati, queste cose qui?"

"Mai detto di essere un buon demone" osservò l'altro. Non era davvero una risposta, e probabilmente non era neppure vero, ma sembrò zittirle entrambe per un po'. Fu Maggie a tentare di spezzare il momento di disagio: "Comunque, può essere il tuo momento peggiore, questo, ma di certo non sarà la prima volta che hai una delusione di qualsiasi tipo. Insomma, Muriel ci ha detto che sei nato come angelo e diventato un demone: sarà stata una delusione anche quella, no? Come hai fatto, quella volta?"

Good Omens 2.5 - il seguito che avremmo voluto vedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora