Finalmente

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"Non abbiamo molto tempo per parlare, mh?" Commentò nervosamente Aziraphale, iniziando nervosamente a tormentare l'elsa della spada con entrambe le mani. Il suo solito sorriso gentile stirato sulle labbra, ma da cui emergeva lo sfrigolante disagio che gli stava cuocendo in petto. E non era abituato a stare a disagio con Crowley: con tutto quello che avevano passato nei millenni, era davvero molto tempo che non provava questo stesso livello di incertezza verso di lui. "D'altronde, quello che dovevo dirti più urgentemente te l'ho detto."

"E cosa sarebbe? Che devi finire il tuo stupido lavoro burocratico prima di tornare?" Sputò velenoso Crowley, la fredda rabbia che colava dalle ferite del suo animo. "O forse che sono stato un idiota a proporti di andare via insieme? Perché è vero, lo sono stato."

Le parole rimbombavano fra i corridoi, ma al momento sembrava che nessuno stesse arrivando verso di loro. Comunque, non avevano perso la capacità di comprendersi senza parlare: bastò un'occhiata scambiata fra loro per abbassando il tono ad un sussurro appena, adeguandosi alla situazione di furtivitá in cui erano. Crowley continuò a cercare il varco giusto, mentre senza farsi domande Aziraphale iniziò a seguirlo, per continuare il discorso senza perdere troppo tempo.

Era strano considerare come dopo quel tempo, dopo le ferite, dopo le incomprensioni, fossero ancora una buona squadra.

"No, intendo... l'altra cosa. Tutto il resto... ha meno senso. Ma davvero devo restare, quelle firme sono troppo importanti."

"Ma come ti hanno convinto a fare qualcosa del genere? A mano? Basta un miracolo per firmare tutti i moduli!"

"Appunto! TUTTI i moduli!" La frustrazione nella voce di Aziraphale uscì fuori strozzata, tanto dolorosa da interrompere il flusso dei pensieri di Crowley, che si bloccò di colpo durante il cammino, tanto di colpo da fare impattare contro la sua schiena Aziraphale che gli camminava proprio dietro. Il contatto improvviso fece sobbalzare entrambi, soprattutto quando Crowley si girò, ponendosi a pochissimi centimetri dal volto dell'angelo, cercando di scrutarlo attraverso le lenti.

"Spiegami qual è il problema, Angelo." Gli disse, improvvisamente... calmo. Stranamente calmo. Quella tranquillità imprevedibile si insinuò negli occhi di Aziraphale, riempiendoli di lacrime che, strenuamente, combattevano per non oltrepassare la rima ciliare.

"In quei fogli, frammentati e dispersi fra i vari moduli, potrebbero esserci le prese in carico della tua eliminazione. O, ancora peggio, da qualche parte ci sono di certo quelle della Seconda Venuta del Messia, in cui uno dei primi passi è..." qui la voce gli sparí del tutto, diventando una sorta di soffio in un fischietto rotto. Ma non era un problema, ormai, perché dopo tanto tempo Crowley finalmente lo stava capendo, capendo davvero, per cui le parole non erano più così utili.

"Uno dei primi passi è la cattura e la prigionia del Serpente." Terminò dunque il demone per lui, sospirando profondamente. Si tirò appena indietro, rizzando la schiena incurvata, alzando lo sguardo verso il soffitto in una bestemmia silenziosa - ma non per questo meno percepibile. "E quindi tu saresti rimasto a finire tutti quei moduli a mano per... questo?"

"Non per questo, ma per te." Corresse brutalmente l'angelo, in una sorta di squittio umiliato. "E comunque sono una persona ragionevole, mi sono dato un tempo massimo. Se entro quel tempo non fossi riuscito a trovare nulla, avrei miracolato il resto e poi ne avrei affrontato le conseguenze, a costo di cadere per impedirlo." Eccolo alla ricerca della propria dignità, mentre gonfiava lievemente il petto e sollevava di nuovo il mento.

"E quanto tempo ci avresti speso?" Chiese dunque il Demone, con aria incredula, ma anche rassegnata, quasi tutta la sua rabbia fosse stata strappata e sostituita da qualcosa ancora da definire.

Good Omens 2.5 - il seguito che avremmo voluto vedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora