Allucinazione

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Non ha molto senso parlare di Tempo, quando si è in uno stato del flusso spazio-temporale diverso, ed era lì che Aziraphale si stava annoiando. Aveva cacciato via l'ultima immagine di Crowley ormai da giorni, poi era passato a trovarlo Saraqael per aiutarlo un po', poi erano passati altri giorni ancora, poi ne erano passati altri ed altri. Ed altri ancora. Forse non era mai stato tanto tempo solo da quando le stelle erano giovani, ed anche in quel tempo lui sapeva di poter raggiungere agli angeli, se lo avesse voluto. Ma in questo momento? Beh, formalmente avrebbe potuto comunque, gli bastava schioccare le dita e risolvere il tutto, e riunirsi alla società angelica. Eppure, anche se la possibilità fisica ci sarebbe stata, non era possibile per lui arrendersi al momento. "Coraggio!" si disse, dandosi una leggera manata sulle cosce per darsi un po' di brio "riesco quasi a vedere la parte alta della finestra!". Usare un tono allegro e vivace lo fece quasi sentire meglio, per qualche secondo. Si affaticò a stirare un sorriso sulle labbra, nonostante non ne sentisse alcuna spinta, ma a volte pareva aiutarlo ogni tanto.

Per fortuna, dopo pochi istanti apparve davvero qualcosa in grado di dare di nuovo un senso al suo sorriso. L'immagine di Crowley era di nuovo apparsa dietro al suo tavolo, appoggiata al solito spigolo su cui lo vedeva sempre.

"Ciao, Angelo."

"Crowley. Che sorpresa deliziosa. Vuoi qualcosa da bere?"

"Nah, aspetterò di essere tornato sulla terra per la mia dose di caffeina."

Il cuore di Aziraphale sembrava essergli balzato fra le tonsille, tanto era stato impaziente di ritrovarsi di fronte a quella perfetta allucinazione di tutto ciò che più gli mancava. La Terra, la sua semplice vita di piaceri non tanto semplici, il suo migliore amico. "Intanto sono felice che tu sia venuto a trovarmi. E' così tanto che non ti fai più vedere. Cosa mi racconti di nuovo?"

"Non ti chiedi perché sono qui?"
"Beh, il tuo motivo non lo so, ma mi stai tenendo compagnia - e mi distrai. Come sempre. Non posso chiedere di meglio. Perché riflettere sulla mia fortuna?"

Sorridendo, Aziraphale ricominciò pimpante a compilare moduli, sollevando di tanto in tanto gli occhi per osservare la perfetta riproduzione di Crowley, quel suo volto affilato, i folti e strutturati capelli rossi, lo sguardo acuto e cinico che lui poteva percepire come se lui non stesse indossando quelle scure lenti, in attesa che tutto ricominciasse come le tante altre giornate deliziosamente passate cullato dal suono della sua voce.

E difatti "Cosa stai facendo, Angelo?" gli chiede, come gli aveva chiesto per decine e decine di volte da quando lui si era seduto a quella scrivania.

Ed anche stavolta Aziraphale gli donava una risposta simile, che ormai proveniva più dal sospiro di noia che da una reale volontà di risposta. "Leggo - e compilo. Ogni modulo va letto e riletto, non posso permettere che mi sfugga niente. Devo essere scrupoloso, io. Scr..."

Era troppo. Non avrebbe potuto ripetere la parola scrupoloso un'altra volta senza vomitare. Sforzò ancora il sorriso, cercando di trattenere l'espressione dal mostrare la nausea ed il capogiro che lo stava riempiendo quella .

"Sono così stanco, Crowley. Tanto stanco." confessò, posando il volto sulle mani e puntellando i gomiti rattoppati di tweed sul tavolo. "Vorrei dirti tante cose, spiegarti tante cose, ma tutte le volte che ti vedo mi trovo sempre a pensare solo quanto vorrei che tu fossi davvero qui con me. Un giorno tornerò, te lo prometto. E quel giorno passerò l'eternità a farmi perdonare, a cercare di spiegarti cosa... cosa è successo."

Il tono di Crowley non era frizzante e noncurante come al solito. Quasi parlasse direttamente dal cuore di Aziraphale, era stranamente serio. "Spiegamelo adesso, Angelo. Cosa è successo? Potrebbe farti bene parlarne, anche se non sono davvero qui"

Good Omens 2.5 - il seguito che avremmo voluto vedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora