F- Epilogo1

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<Alert: contenuti erotici in questo capitolo. Il capitolo è facoltativo e può essere saltato senza rovinare gli altri contenuti>


"Sai, Angelo..."

La voce di Crowley rieccheggiò nella sera tranquilla, facendo increspare il vino all'interno del bicchiere. "...manca ancora qualcosa."

Aziraphale alzò lo sguardo dal proprio libro, quietamente perplesso, andando a ricercare il marito dall'altra parte della stanza. "Vuoi dell'altro Bordeaux, mio caro?"

"No, sono a posto. Ma mi ha aiutato a ricordare una cosa. Anche se sei stato bravo a distrarmi sinora, oh, molto molto bravo."

Aziraphale si stava iniziando a preoccupare, al di sotto di quell'apparenza di distratta noncuranza, tanto da decidersi a chiudere il libro con cautela, sul tavolo, e togliersi gli occhialini dal naso. "Non credo di aver fatto niente di particolare a cui ci si possa riferire come ad una distrazione nei tuoi confronti."

"No no no no, no." Crowley stava ancora riflettendo, esprimendo i pensieri man mano che ottenevano una forma ed una consistenza, senza un filtro preciso. Per questo, di tanto in tanto interrompeva il discorso per emettere qualche leggero schiocco con la lingua, o versi intellegibili dalla gola. "Tu... tu hai sbagliato. Di brutto."

"E cosa avrei sbagliato? A dirti che ti amo? A progettare il modo per sposarti?" "Vedi? Lo fai di nuovo! Svii l'attenzione!" "Crowley caro, non ti capisco. Ma si sta facendo tardi, non ci conviene andare a raggiungere gli altri? Ormai saranno al dolce."

"Sì, sì, sì, poi ci andiamo a prendere il dolce ed al karaoke, non ti preoccupare che non me la perdo Saraqael che canta." Rispose Crowley, ormai ogni istante che passava più convinto e saldo del momento prima. Il tono si era fatto più basso, rauco e pericoloso come quando poneva le basi delle sue più geniali e terribili tentazioni. C'era qualcosa di assolutamente diabolico nel modo in cui si alzò dalla poltrona per avvicinarsi ad Aziraphale. Qualcosa di diabolico - e di meraviglioso.

"Angelo... tu mi devi qualcosa. E sai benissimo cosa."

"N... no! Ho fatto quello che ritenevo giusto! L'hai ammesso anche tu che..."

"No no no, io non ho mai detto di averti perdonato per essertene andato. Ho solo rimandato il discorso in virtù del fatto che eri un adorabile idiota. Anzi, se mi avessi spiegato prima il problema, avremmo potuto affrontarlo insieme molto prima."

Le mani smaltate di nero di Crowley erano ormai sui polsi di Aziraphale, costringendolo a mettersi in piedi iniziando ad imprimere forza crescente. L'angelo cedette con un lieve mugugno indispettito, sbuffando profondamente. "Nnnnnoooo..." gemette, facendo nascere un sorriso crudele e sadico sul volto del marito.

"Coraggio. Conosci il pegno da pagare, Angelo." Crowley era riuscito a farlo stare in piedi, alla fine, ma quel momento di testardaggine dell'angelo non sembrava essere passato: ogni muscolo era teso e recalcitrante, chiaramente congelato nell'atto rivoltoso di non muoversi a dispetto della volontà altrui.

"No, stavolta no."

"Mh, fai i capricci, Angelo?" Quando Crowley parlò di nuovo, il tono si era ulteriormente abbassato. Una voce di strisciante velluto nero, morbida e insinuante, così come insinuante era diventato il demone, che si era posto alle spalle di Aziraphale e poggiandosi con il petto sulla sua schiena, stringendogli la vita con le braccia e insinuando il volto nella sua piega del collo, annusandolo brevemente. C'era un qualcosa di rettile in quell'approccio, nel modo di avvolgerlo dolcemente ma saldamente, come fosse pronto a stringere la sua morsa da anaconda in ogni momento.

Good Omens 2.5 - il seguito che avremmo voluto vedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora