Capitolo 16

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Era ancora notte Federica si trovava accanto a Pietro dopo l'accaduto non aveva mai smesso di piangere si alzò dal letto si vesti guardò Pietro e le scese una lacrima e senza fare rumore uscì di casa e iniziò a camminare non sapeva dove andare a quell'ora mentre camminava iniziò a piovere lei alzò lo sguardo al cielo e continuò la sua camminata
(canzone fuga Federica)

Le sue lacrime continuavano a scendere ora pioveva molto forte con il dorso della mano si pulì le lacrime quel gesto fu quasi inutile perché tra la pioggia e le lacrime il suo viso era colmo d'acqua continuava a vagare nel nulla sembrava un fantasma era bagnata fradicia non sapeva se andare da suo fratello o dal bufalo ma voleva allontanarsi da quelli della banda da quando suo fratello la era andata a riprendere al collegio la sua vita era cambiata quasi rovinata, così piena d'acqua fradicia i suoi lunghi capelli colavano,andò da Stefano ancora con le lacrime agli occhi suonò il citofono tre volte alla terza volta Stefano rispose

"chi è?" disse il ragazzo "ste sono io" disse lei con voce tremante per via del pianto ma anche dal freddo lui aprì il portone e corse da lei "oh ma che succede stai bene" disse lui preoccupato guardandola in faccia si vedeva che aveva pianto lei ...

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"chi è?" disse il ragazzo "ste sono io" disse lei con voce tremante per via del pianto ma anche dal freddo lui aprì il portone e corse da lei "oh ma che succede stai bene" disse lui preoccupato guardandola in faccia si vedeva che aveva pianto lei si butto tra le sue braccia "posso stare qui solo per stanotte" domando lei per poi ricominciare a piangere lui la sollevò da terra e la prese in braccio la portò in casa e la mise sul divano lei non disse nulla e lui non la forzó a parlare la fece asciugare e le diede dei vestiti della madre "ma i tuoi non ci sono a casa" domandò le sviando il discorso "sono ad un convegno di non so che in America saranno via almeno 15 giorni" rispose il ragazzo "ah bello e te che fai 15 giorni da solo" domandò lei ancora con voce tremolante e il viso rigato dalle lacrime "niente non sto quasi mai qua il giorno lo passo da mia nonna" disse lui facendole un sorriso non dissero nulla lei si sistemó sul divano "che fai dormi sul divano?" domandò lui, Federica accennò di si con la testa "vieni di là in camera il letto è più comodo ci dormo io qui" disse lui "no ma davvero ste non vojo disturba" "ma quale disturbo dai" disse lui "allora facciamo così dormiamo entrambi nel letto così stiamo comodi entrambi" disse lei accennando un sorriso.
Si trovavano entrambi in camera lei si strinse a lui per il freddo e si addormentarono.
Era ormai giorno a Roma la banda si stava svegliando anche il libanese si era svegliato aprì gli occhi e tastó il lato di Federica ma non la trovò penso che era andata a scuola non ricordava nulla della sera prima del male che aveva causato alla sua amata si vestì e andò da Franco come al solito l'obiettivo era cercare quello che aveva fatto la rapina al posto del freddo che si trovava ancora in carcere.
Federica era ancora da Stefano aprì gli occhi lentamente guardò Stefano che ancora dormiva, ma poco dopo si svegliò anche lui "buongiorno signorina" disse lui "buongiorno avvocato" disse lei sorridendo "stiamo facendo tardi per scuola ste" disse lei mettendosi seduta "facciamo uno strappo oggi va bene ora con calma facciamo colazione e poi usciamo" disse lui "no ste non me la sento" disse lei con aria cupa ripensando alla sera prima "ma si può sapere che ti hanno fatto che è successo" disse lui mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio "è lunga da spiegare" disse lei sospirando ma lui non insistette sapeva che era successo qualcosa con Libano lei era una ragazzina a confronto sicuro le aveva fatto del male i due si guardarono e poi lui la baciò in modo passionale lei ricambió il bacio lui la prese per le natiche e la mise seduta su di lui continuarono a baciarsi lei si staccò da lui all'improvviso, come se si fosse scottata "non posso" disse in lacrime scendendo da lui "oh" disse lui preoccupato "non posso fare questo mi vesto e me ne vado" disse lei in lacrime "no tu rimani so che è successo qualcosa con quelli ma non devi dirmelo per forza e scusami per il bacio ti ho messo in imbarazzo mi dispiace ma rimani quanto vuoi non ho problemi mi fa piacere se stai qui" disse lui abbracciandola "grazie" disse lei.
Nel frattempo la banda aveva scoperto chi aveva fatto la rapina al Santo spirito.
(scena esatta)

Il nero si presento al bar
(scena esatta)

Libano era pensieroso per Federica non l'aveva vista affatto in giro sembrava fosse sparita così andò da lei a casa dei suoi genitori i genitori di dandi e Federica non avevano mai sopportato Libano prima per il fatto che era stato lui a coinvolgere Mario nella malavita seconda cosa perché si era preso la loro bambina suonò al citofono ma nessuno rispose si aprì direttamente la porta "salve che c'è sta Federica" domandò Libano al padre e alla madre della ragazza "nostra fija so giorni che non torna a casa te la sei presa te me l'hai portata via" disse nervoso il padre di lei "no perché nun la trovo me sto a preoccupa" disse Libano "nun c'è sta so giorni che nun torna qua già me ne hai rovinato uno de Fijo libane me stai a rovina pure a regazzina tanto lo so che per te è stato un divertimento te la sei scopata te sei divertito apposto nun te frega niente de lei"disse il padre quasi in lacrime "io je vojo bene veramente a su fija non è solo una scopata pe me è a donna da vita mia me fa sta bene Co lei so nomo diverso la prego si a vede je dice che Pietro la cerca je dica pure che la amo" disse Pietro rassegnato il padre fece cenno con la testa e lui risalì in macchina e parti verso il bordello di patrizia dove prese una stanza e portò una ragazza di colore lei provó a toccarlo ma lui era schifato "vattene va nun servi nun sei lei" disse Libano accendendo una sigaretta pensando a lei la ragazza andò via e lui rimase da solo lì nei suoi pensieri avrebbe aspettato altre ore e poi avrebbe detto alla banda di cercarla, la sua paura era che se le succedesse qualcosa il mondo gli sarebbe crollato addosso per l'ennesima volta finì la sigaretta si rivestì e tornò a casa sua dove si butto sul letto nel lato dove dormiva lei c'era ancora il suo profumo aspiró il profumo di lei "do cazzo stai" sussurrò Libano e poi prese sonno e si addormentò con tutti i vestiti.

(Canzone capitolo, scena Libano a casa dei genitori di lei)

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