Capitolo 19

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Era passata una settimana dall'arresto della sorella di dandi farla uscire sembrava impossibile le sue continue risse aggravavano la situazione nel carcere le aveva messe tutte in riga nessuna più osava andare contro di lei nel frattempo si stavano svegliando nel carcere e fuori Federica scese dal letto si affaccio alle sbarre le mancava Libano stare con lui baciarlo farci l'amore le mancava il suo uomo pensando a questo si fece una doccia quel poco che il carcere permetteva si vesti e si accese una sigaretta e la fumava con le mani fuori dalle sbarre e con un cenno della mano salutò Stefania Che aveva scoperto era la donna del satana l'altra donna abbassò il capo e la guardò spaventata.

(canzone risveglio carcere)

Oggi era giorno di colloqui Libano andava da lei assieme al dandi i genitori non sapevano nulla e non dovevano saperlo "de Angelis a colloquio daje forza" le disse una guardia e la portó nella sala colloqui quando vide Libano i suoi occhi si illuminarono "amò" urli lei è lo bacio con foga le mancava da impazzire Pietro "allora come stai" domandò il fratello "bene bene che nun se vede ma l'avvocato che dice" disse lei "dice che te devi sta bona e la devi pianta de menà alla gente" disse dandi "oh io me so fatta rispettà che dovevo fa chinamme davanti alla prima stronza" disse lei "hai menato la donna der satana ?" domando Libano guardandola imbambolato la amava ora più che mai "si Stefania nu era manco un giorno che stavo qua e già me rompeva" disse lei con fermezza "così mo alla lista de chi ce vole morti aggiungemo er satana" disse dandi "colloquio finito" urlò la guardia "ciao amò" disse lei baciandolo "preparate che mi che esco festeggiamo" disse lei facendogli un occhiolino lui sorrise e andò via, lei fu portata in cortile dove si accese una sigaretta e si avvicinò a Stefania che era da sola appartata "tiè" disse lei offrendole una sigaretta "grazie" disse l'altra donna abbassando lo sguardo "perché c'è l'hai con me che to fatto stefa" chiese lei guardandola si vedeva che era una donna triste "ma te nu m'hai fatto niente è che te invidio l'omo tuo vie qua te ama ammazza per te l'omo mio ancora me deve manna l'avvocato aveva detto c'è penso io" disse stafania facendo una pausa "e bhe perché nun pensa a te nun ta mannato nessuno pe aiutatte" chiese lei "hai visto qualcuno te so quasi 5 mesi che sto qua avrà sicuro N'altra" disse lei triste, Federica la guardò le dispiaceva "me dispiace si to menato scusami" disse lei porge dole la mano "tranquilla hai fatto bene" disse l'altra e si misero a ridere "famo così oggi io ho il colloquio dico all'avvocato mio de fatte uscì usciamo nsieme che dici però amiche" disse lei l'altra la guardò e sorrise "io un'amica nun ce l'ho mai avuta" disse con malinconia Stefania "e da oggi c'è l'hai" le due si sorrisero e si abbracciarono "appena esco de qua me vado a diploma come sarta voglio cambia vita vaffanculo satana e tutti" disse la donna con fermezza aspirando il fumo della sigaretta "e pure te capito nun te spreca pe nomo o so che Libano te ama e te vole bene ma datteri la possibilità de cambia vita sennò qua dentro sai quanto tempo c'è passi se stancherà no ad arrestatte" disse Stefania "io lo amo Stefa è il mio primo amore e sarà l'ultimo perché come amo Pietro non amerò mai nessuno" disse lei l'amica la guardò era invidiosa di quell'amore che anche nell'inferno che avevano creato quelli della banda loro due riuscivano ad amarsi come se fossero in paradiso.
Le ragazze andarono a mensa a mangiare Stefania e Federica erano sedute vicine "de Angelis vieni c'è l'avvocato tuo" la ragazza si alzò e andò in sala colloqui "bhe avvoca che fa nun dici niente Co tutti i sordi che prendi già dovevo sta fori" disse lei "e io infatti per questo sono qua puoi uscire pure ora l'ordinanza è arrivata" lei sorrise "no io nun posso uscire" disse lei "che vuol dire che non puoi uscire" chiese vasta sorpreso "devi tira fori un'amica mia" disse "se chiama Stefania" spiegò tutta la storia che Stefania le aveva raccontato in precedenza "o devi fa entro domani avvoca" disse lei in modo cattivo quasi come Pietro "allora che ta detto l'avvocato" chiese la donna "nun te preoccupa domani uscimo" disse accendendosi una sigaretta Stefania la guardò e sorrise fino a qualche giorno fa la voleva uccidere.
Era mattina presto e in carcere alcune già si stavano svegliando le guardie iniziarono a chiamarle "doccia signore belle che qua nun se respira namo" Federica e Stefania scesero dal letto e tramite le sbarre del cancello si salutarlo o con un cenno della testa andarono alle doccie e arrivò una guardia "allora de Angelis vattene a vesti che sei libera t'hanno scarcerato e pure re stefa nun so chi è sto avvocato che col giro de un giorno ta fatto scarcera namo daje" seguirono la guardia che le porto nelle loro celle "allora vestiteve e poi passate a ritirare gli effetti personali sbrigatevi" disse le due si iniziarono a vestire
(canzone mentre si preparano per uscire)

Le due si finirono di preparare Stefania si mise il suo giubbino e si rimise un rosario, Federica si rimise la collana che le aveva regalato Pietro e gli orecchini del dandi si mise il suo cappotto e uscì seguita dall'amica, uscirono entrambe con una sigaretta in mano appena arcate le porte vide che c'erano tutti ad aspettarla Libano freddo dandi scrocchiazeppi fierolocchio i due buffoni Stefania appena li vide quasi geló lei saluto Libano baciandolo con foga lo voleva "Stefa mo t'accomoagnano loro a casa se vedemo stasera al full 80 me raccomando" disse lei salutando l'amica e andarono via lei andò a casa di Pietro cioè la vecchia casa del terribile "voi qualcosa" domando lui indicando la cucina lei non rispose lo guardò con malizia e iniziò a baciarlo "oh ma che hai" domando lui sorridendo "una settimana senza l'omo mio se permetti recupero" disse lei continuando a baciarlo "ti voglio pie" disse lei con desiderio lei si spoglió tutta e anche lui, Libano la sedette sul tavolo ed entró dentro di lei facendola ansimare "ah" disse lei lui iniziò a muoversi dentro di lei e lei inizio ad ansimare lui andava sempre più veloce lei si strinse a lui gli graffio la schiena per il piacere erano sudati lei di più lui le spostò i capelli che aveva davanti alla faccia continuando a muoversi dentro di lei "come ti amo" disse lui baciandole il collo "io de più" disse lei in preda al piacere i movimenti di lui iniziarono a rallentare "sto a veni" disse lui diede delle ultime spinte forti e poi rimase dentro di lei che aveva raggiunto l'apice del piacere si baciarono lei scese dal tavolo è andò in doccia "se ti va io sono in bagno" lei era in doccia lui si infilo nella gabina la girò e lei si teneva al vetro lui entró di nuovo dentro di lei e ricominciarono da capo la casa era avvolta dalle loro urla di piacere che non si erano accorti che fuori c'era qualcuno e sentirono i gemito urlare contro qualcuno "ah pie ma che te dai fa da guardia ai gremito io quelli qua nun ce li vojo" disse lei lui la guardò e le baciò la fronte si vesti e scese a vedere chi fosse Libano andò di fronte al cancello mentre lei rimase sull'uscio della porta e assisti alla scena "to detto che nun poi entra" disse Maurizio gemito "c'è devo parla solo un minuto" disse l'uomo "mo m'hai rotto li coglioni m'hai proprio rotto li coglioni" urlò gemito tirando fuori la pistola Libano lo fermò "te chi sei" chiese Libano "brega Giulio brega" disse l'uomo "e che vorresti dal libanese" "un alloggio giù semo più de 40 famije nun c'avemo manco l'acqua pe lavacce" disse l'uomo affranto, Federica sull'uscio della porta andò vicino a Pietro l'accappatoio faceva intravedere il suo seno "dovete scrive ar sindaco" disse gemito "se semo finiti i francobolli a forza de manna lettere" disse "eh bhe io nun so er sindaco" disse Libano stringendo a se la ragazza "te sei più der sindaco te sei er re de Roma" disse l'uomo "ah brega a voi c'è vole un miracolo e quelli manco dio li fa" disse Libano prendendo la ragazza e tornando dentro lei si giro a guardare l'uomo che le aveva fatto pena e rientrò "te pure che cazzo esci così mezza nuda davanti a quelli" disse lui nervoso "li devi aiuta pie" disse lei "chi quei morti de fame" disse lui accennando una risata "te ricordo che noi eravamo uguali a loro ma te ricordi da pischelli" disse lei "prima devo fa nartra cosa poi se vede pe quelli" disse Libano baciandola e sedendosi sul divano lei affianco.

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