Cap 13

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Indossai un vestito nero in pelle con sotto dei stivaletti bianchi con un po' di tacco per spezzare.
Misi i miei bracciali pandora orecchini a cerchio oro e lasciai i capelli slegati e  feci dei boccoli.
Profumo Chanel e trucco come sempre, mascara eyeliner e un gloss trasparente.
E voilà! ero perfetta.
Scesi in salone e vidi mio padre starsi zitto sul divano col telefono e i ragazzi attorno a lui che lo fissavano.

"Okay ora possiamo andare, ciao pà ci vediamo dopo" Dissi io.

Lui si limitò ad annuire.

Ma sapevo che per me non era finita qui, stava mentendo lo conosco meglio di chiunque altro.
Non potevo far entrare i ragazzi nella mia vita.
Anche se loro 4 sono così carini con me io non posso entrare nelle loro vite, li rovinerei soltanto.
Ovviamente non dirò mai più di mio padre a tutti i ragazzi, solo a Bill che sembra capire le mie intenzioni.
Mi capisce al volo e sa cosa è giusto per me.
Invece gli altri anzi soprattuto Tom vuole agire per conto suo senza neanche consultarmi.
Mio padre è ciò che mi resta della mia famiglia, dopotutto sono sua figlia no?

"Tutto bene Vittoria?" Mi chiese Gustav.

"Ragazzi voi dovete starmi lontano, vi mettete in grossi guai con mio padre" Dissi io con occhi lucidi.

"Ti sembriamo così stupidi? ci siamo preparati a tutto, Tom ci teneva molto a proteggerti perché non gli va proprio giù questa cosa" Disse George.

"Sapete oggi al bar Bill mi ha raccontato tutto e anche il perché siete così conosciuti e rispettati qui a Berlino" Dissi io.

"Quindi ti avrà detto anche il mio modo di fare" Disse Tom.

"Con le ragazze soprattuto.Ma io non ho paura di nessuno se non di mio padre..lui solo sa come rovinarmi sia a parole che a gesti" Dissi cercando di trattenere le lacrime.

"Fidati lo so fare anche io,ma non voglio essere così io..non sono così credimi" Disse Tom.

Bill mi aveva detto che si scopava tante ragazze e che quelle più carine per lui le chiamava ogni tanto e se le riscopava  e se lo facevano incazzare  lui le picchiava, non saprei vedere fare una cosa simile da Tom...proprio ora che sto pensando di andare da loro e se faccio la stessa fine di quando ero a casa? è così dolce e carino con me però.
Non saprei definirlo un mostro o un bastardo del genere.Sembra tenerci a me, ma non lo conosco così bene da potermi fidare troppo ma mi fido invece.
Forse dovrei stare lontana da loro proprio per come mi è stato descritto Tom da Bill.
Ma non riesco, per qualche ragione rifinisco sempre tra le sue braccia.
Difinisco sempre per stare con lui.
È partito tutto da una sigaretta.
Se forse non gliela avrei chiesta non avremo preso tutta questa confidenza e magari lui ora non stava qui con me ma con altre ragazze o semplicemente con i suoi amici.
Dopo poco arrivammo a casa per prendere Bill e con la mia auto e quella di Tom andammo ad un pub per ragazzi della nostra età.
Ormai io e Bill avevamo legato tantissimo sembravamo una calamita, dove stava lui c'ero anche io, dove stavo io c'era anche lui.

"Amo stasera me mbriaco" Disse Bill già ubriaco.

"Amo già lo sei e sono solo le 00:00" Dissi ridendo.

Poco dopo io e Bill andammo in pista per ballare e continuavamo a divertirci.
Iniziammo a ballare sensualmente per scherzare e ridevamo,finché il mio sguardo non cadde su quello di Tom che mi fissava ripetutamente il culo.
Come se volesse averlo in quel preciso momento.
Perciò per scherzare mi girai di culo e mi diedi una sculacciata guardando Tom e ripresi a ridere insieme a Bill che mi ricopiò.
Continuammo a ballare e a ballare ancora e ancora fino a tardi.
•••
Ormai erano circa le 7:40 del mattino e stavamo per andare via ma di Tom non c'era traccia.
Andai nei bagni e speravo di non trovarlo con nessuna ragazza, ma non fu proprio così.

"Scusate l'interruzione,Tom noi stiamo andando via che il pub sta per chiudere e tuo fratello dorme in piedi" Dissi io.

"C'era bisogno di venire a rompermi il cazzo? non vedi? sono con una ragazza cara Vittoria perciò torna dal tuo amichetto" Disse Ton chiudendo la porta del cesso in faccia.

Ah si? vuoi fare lo stronzo con me? Bene!.

"Dove sta Tom?" Chiese George.

"Dentro a scoparsi una tipa,massimo lo chiudono dentro sti cazzi, andiamo" Dissi io.

Salimmo nella mia macchina e li diportai a casa di Bill, io corsi a casa mia dove sicuro mio padre era incazzato nero dato che si erano fatte le 8:30 del mattino.
Tremavo.
Avevo ansia.
Paura.
Terrore.
Di tutto quello che potesse farmi in quel momento varcata quella porta.

<<Una sigaretta?>>Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora