Cap 20

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Era sera e ancora non sapevamo nulla di Tom,George e Gustav.
Io mi ero fatta una doccia e feci un riposino.
Ero un po' scossa da questa mattina ma ora stavo molto meglio.
Non so cosa sarebbe potuto succedere a me, dato che ho 15 anni e sono senza padre e madre.

"Bill lo sai che probabile io andrò in affido?" Dissi guardando la televisione.

"No e sai perché?" Disse Bill guardandomi.

Lo guardai confusa.

"Perché abbiamo preso noi l'affidamento" Disse una voce misteriosa mentre mi abbracciava da dietro.

Avevo capito che era Tom.

"Dove siete stati tutto questo tempo?" Chiese Bill.

"Non preoccuparti" Disse Tom.

"Come stai Vittoria?" Chiese Gustav.

"Molto meglio,grazie ragazzi" Dissi sorridendo anche se volevo piangere.

"Comunque stavo dicendo a Tom di come questa mattina ti ha fatto urlare per bene" Disse George ridendo.

Arrossí.

"Simpatico, ora noi andiamo in camera, trovate qualcosa da fare per cena e chiamateci solo in quel momento" Disse Tom prendendomi la mano.

In un lampo eravamo in camera sua e chiuse la porta a chiave.

"Tom?" Chiesi sorridendo.

"Tranquilla abbiamo un po' da parlare noi due, poi passeremo hai fatti" Disse Tom leccandosi le labbra e avvicinarsi a me con uno sguardo seducente.

Gli afferrai la faccia e feci scontare le nostre labbra.

"Quando oggi eri entrato in casa mia mi hai chiamato amore o sbaglio?" Dissi sorridendo.

"Si, e ti volevo dire che da oggi io e te siamo fidanzati e più in là ci sposeremo okay?" Disse Tom tutto sorridente e fiero della sua scelta.

"Va bene,amore.." Dissi sorridendo.

Mi baciò di nuovo.

"Veramente grazie di essere entrato in quella porta,grazie veramente" Dissi abbracciandolo fortissimo.

Mi prese in braccio e si sedette sul bordo del letto.

"Piccola...io ti ho promesso che ti avrei protetto e che ti avrei portato via da quella casa e così ho fatto,ora tu sei mia." Disse Tom baciandomi il collo e le labbra, teneva le mani sui miei fianchi.

"Ti amo" Le uniche due parole che mi uscirono dalla bocca.

Lui mi guardò sorpreso, una lacrima rigò il suo viso.
Era contento ma c'era qualcosa che lo rendeva triste.

"Non importa se non sei pronto a dirlo" Dissi guardandolo negli occhi.

-Pov's Tom-
Me lo aveva detto.
Mi ama cazzo.
Era ora che me lo aveva detto.
Ma ero triste perché non sapevo se dirglielo o meno.
Io la amo, e cazzo se la amo veramente.
Ma se poi ci lasciamo? no non succederà.
Cazzo se non glielo dico la perdo.
Io la amo e devo dirglielo.
Devo fargli sapere che io la amo più della mia stessa vita.
-Fine pov's Tom-

"Piccola ti amo anche io" Disse Tom baciandomi e sorrideva.

"Patato che sei" Dissi baciandolo.

Le sue mani facevano premere le nostre intimità.
Iniziò a baciarmi il collo.
Mi uscì un piccolo gemito per il piacere.
Tom mi guardò e sorrise.
Ci baciammo e partí un vero e proprio limone.

"Ragazzi scendete è pronta la cena" Disse Bill da fuori la porta.

Guardai Tom e gli morsi il labbro inferiore e sorrisi.

"Arriviamo" Urlai per poi alzarmi da Tom e aprire la porta.

Ma prima che stavo per uscire mi bloccò Tom e mi spinse contro il muro.

"Non finisce qui piccola" Disse baciandomi nuovamente il collo.

"Vi muovete?" Urló Bill dal piano di sotto.

E scendemmo.

<<Una sigaretta?>>Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora