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Sono caduti nell'ufficio di Lumacorno. Lumacorno sussultò scioccato quando i due caddero dentro, guardando i ragazzi con preoccupazione. "Lucertole che saltano! Quello che è successo?" chiese Lumacorno, guardando i loro volti feriti e insanguinati. Harry aveva appena l'energia sufficiente per rivolgersi a lui, prima di sentire il suo corpo arrendersi e cadere nell'oscurità.

Per prima cosa udì il suono del suo respiro. Poi, ci furono voci sommesse che sussurravano vicino a lui. Avrebbe voluto che si fermassero, dato che i loro sussurri gli facevano venire una sensazione terribile alla testa, il martellamento interno che rimbombava ferocemente. Poi arrivò la luce mentre Harry era fin troppo consapevole di avere gli occhi chiusi. Non era una luce invasiva a bruciargli gli occhi, ma comunque la consapevolezza di avere gli occhi chiusi trafiggeva il martellamento. Successivamente, sentì di essere sdraiato su un letto, un letto piuttosto comodo che sapeva non era il suo. Tuttavia, era un letto familiare che aveva sentito molte volte in passato. Sono in infermeria.Il pensiero lo attraversò. Aveva senso. È svenuto nell'ufficio del suo capofamiglia. Dopo di ciò non lo avrebbero più mandato nel suo letto. Si chiese se Tom stesse bene prima di fermarsi. Era preoccupato per Riddle. Perché? Perché si sentiva così riguardo all'assassino dei suoi genitori? Non importava se non li avesse ancora uccisi: Harry sa che lo farà. Diventerà il Signore Oscuro, ucciderà migliaia di persone e condurrà il mondo dei maghi in guerra. Almeno, pensò Harry rendendosi conto del piccolo peso sul petto, almeno ho cambiato la storia con il Medaglione.

"Hydrus? Hydrus svegliati."

Una voce lo chiamò. Avrebbe dovuto svegliarsi, pensò, ma era difficile. Tutto sembrava lento. Niente voleva muoversi. "Hydrus, te lo ordino. Svegliati!" Comandare? Oh, certo, sarà sicuramente Tom. Harry riconobbe immediatamente la sua voce. I suoi occhi ritrovarono lentamente la forza e si aprirono dolorosamente lentamente. Più luce penetrava nei suoi occhi, e tutto intorno a lui c'era un mondo sfocato senza messa a fuoco. "Tom?" gracchiò.

"Ho i tuoi occhiali, Harry, un secondo," arrivò la voce di Tom. Harry sentì delle mani morbide sfiorargli i capelli e le orecchie, e arrossì non appena il viso meravigliosamente bello di Tom venne messo a fuoco. "Finalmente", sorrise. "Ci hai fatto preoccupare, ragazzo."

"Mi dispiace," mormorò Harry, concentrandosi su Tom. Eventuali tagli o contusioni sul viso sono stati rimossi, lasciandolo liscio e perfetto. Tom sorrise e scosse la testa.

"Dovresti essere un ragazzo; avresti dovuto vedere Abraxas. Lo hai quasi fatto piangere", ridacchiò Tom. "Ho dovuto urlare a Jasper e Orion di togliermi di dosso."

"Sono sorpreso", ammise Harry. "Da quanto tempo dormo?" chiese.

"È mezzanotte passata, quindi quasi otto ore, se non di più", disse Tom. "Hai usato molta magia laggiù."

"Anche tu," disse Harry.

"Sì, ma non era per niente come te," disse Tom, i suoi occhi cominciavano a brillare di un'emozione che Harry pensò fosse una curiosità possessiva. "Hai resistito a Grindelwald, Harry, un mago oscuro, e sei vissuto per raccontarlo. Hydrus, devo chiedertelo: chi sei?"

Harry non poté fare a meno di ridacchiare piano: "Non eravamo d'accordo che avresti dovuto capirlo tu?" ha scherzato. Perché sono gentile con lui? E' un assassino.

"E lo scoprirò, altrettanto sicuro che sarai mio", ha detto Tom. Harry si accigliò.

"Cosa intendi con questo, Tom?" chiese.

Tom esitò e si guardò alle spalle. Harry provò, senza riuscirci, a sforzarsi di osservare anche Tom. "C'è il professor Dippet. Mi ha interrogato su quello che è successo a Diagon Alley e sono sicuro che farà domande anche a te".

Mors et TempusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora