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Mi risvegliai sdraiata a terra con un mal di testa incredibile, mi sentivo pulsare il cervello letteralmente.
Mi guardai intorno per capire dove mi trovavo, vedevo solo una luce fortissima bianca, ero nel nulla più totale.

Ad un certo punto sento qualcosa che mi toccava la spalla così mi girai per vedere chi era e non potevo credere ai miei occhi, c'erano i miei genitori, c'erano i miei cazzo di genitori davanti a me che mi guardavano.

M: ciao piccola mia, come stai?
T/n: m-mamma?..
M: si piccola sono io
P: Ei ci sono anche io - scherzò mio padre
T/n: p-papà?!.. - dissi alzandomi di scatto
Non aspettai un secondo momento e mi fiondai nelle loro braccia.
M: come sta la nostra bambina?
T/n: sto bene, mi siete mancati un sacco
P: oh piccola anche tu ci sei mancata
M: sai non lo sopporto più tuo padre, ogni volta mi viene a rompere le scatole per stupidaggini
P: ma dai tesoro non è vero
T/n: sempre il solito eh papà
M: ieri mi è venuto a chiedere come si mette il Wi-Fi sul telefono
P: vabbè dai, che ne dici di andare a fare un giro?
T/n: ma si dai

Iniziammo a camminare e man mano che camminavo riuscivo a vedere delle strade con delle case e dei negozi molto carini.

Passammo la giornata a parlare del più e del meno, a fare delle passeggiate, fermarci in qualche negozietto carino e a mangiare qualcosina che trovavamo per strada.
Stavamo veramente bene, però mi stavo dimenticando una cosa, ma non so cosa.

P: tesoro che ne dici di tornare a casa? Si sta facendo buio
M: per me va bene, per te t/n?
T/n: si dai ho anche sonno
P: bene allora andiamo a casa - disse mentre iniziava a camminare

Ci incamminammo verso casa ma mentre camminavo notai che tutte le case erano uguali, faceva strano però da un altro lato era affascinante la cosa.
Continuammo a camminare per tipo un quarto d'ora o anche venti minuti e finalmente arrivammo a casa.

M: che cosa volete mangiare?
P: che ne dite di una bella bistecca e un po' di insalata?
T/n: ci sto
M: bene allora si va di bistecca e insalata, mi vuoi dare una mano t/n?
T/n: certo, cosa vuoi che faccio?
M: tu taglia l'insalata io penso alla carne
T/n: va bene

Iniziammo a preparare tutto, io tagliavo l'insalata, mia madre stava cuocendo la carne e mio padre invece stava sdraiato sul divano come uno sfaticato

T/n: papà che ne dici di apparecchiare? Così facciamo prima
P: siete voi le donne di casa dovete farlo voi non io.
Ecco questa era una cosa che odiavo di mio padre, lui pensava che le donne dovevano stare solo in casa a cucinare, a pulire e fare quello che le viene detto dai maschi di casa.
T/n: è sbagliato quello che dici
M: t/n per favore.. lascia perdere, sai com'è fatto tuo padre - disse mia madre sottovoce per non farsi sentire, io mi limitai a sbuffare, la cosa non mi piaceva e lo sapevano entrami però feci come aveva detto mia madre per farla contenta, come sempre in fondo, odiavo farla diventare triste per cose del genere.

Dopo un po' finì di tagliar l'insalata così presi la tovaglia e la stesi per bene sul tavolo, misi i bicchieri, i piatti, le posate e i fazzoletti.
Aspettammo che mamma finiva di cucinare la carne, intanto mio padre si mise a tavola e accese la tv per il telegiornale, appena mamma inizia a a mettere la carne nei piatti io presi l'acqua e la misi sul tavolo.

M: buon appetito
T/n & P: grazie anche a te
Calò il silenzio dato che tutti eravamo impegnati a mangiare, ma dopo cinque minuti mio padre parlò rompendo il silenzio
P: è tutto molto buono, brave ragazze!
T/n: grazie papà
M: comunque, che ci racconti di bello?
T/n: in che senso?
M: come le passi le giornate?
T/n: oh beh vado a scuola come sempre e mi sono trovata degli amici, pochi ma buoni
P: maschi o femmine?
T/n: sono tutti maschi
P: mh - mio padre era molto geloso di me lo sapevo benissimo e la cosa a me faceva ridere sinceramente
M: nient'altro?
T/n: ah mi sono unita ad una ban- mi blocca, appena ci pensai, mi ero totalmente dimenticata che i miei erano morti già da un po'
P: tutto bene? - mi girai verso mio padre e sobbalzai dalla paura facendo cadere la sedia. I miei genitori non avevano il volto.
Da lì mi iniziò a girare la testa e cascai a terra.
M: t/n? Tutto ok?
T/n: fermi.. ma voi.. voi.. voi siete morti...
P: cosa?
T/n: voi siete morti un mese fa!
Non appena pronunciai quelle parole non vidi più niente, ero svenuta ne ero certa.

Mi risvegliai nello stesso posto di prima solo che sta volta sentì delle parole sempre da mia madre e dio mio padre.
P: non deve scoprire che siamo morti
M: lo so, sennò sarebbe un danno e non riusciremo ad ucciderla
P: già, ci dobbiamo vendicare, non ci ha salvato e per colpa sua siamo morti.
Iniziai ad avere il fiato e sentì come se il pavimento in cui ero sdraiata cadesse nel vuoto e io cascai insieme ad esso, ero tipo incollata li. Iniziai ad urlare per la paura.
Ma che diamine mi stava succedendo?
Nemmeno il tempo di urlare che vidi di nuovo tutto nero.

Non capivo che stava succedendo, stavo... morendo? No, no è possibile, non voglio, anzi non posso, devo tornare dagli altri, da mio cugino che in tutto questo tempo di è preso cura di me come se fossi la sua sorellina, da Gustav che era il mio secondo migliore amico, da bill che era il mio migliore amico che per me è indispensabile e ultimo ma non per importanza, devo tornare da tom, il mio ragazzo, l'unico di cui mi fido ciecamente, la mia spalla su cui piangere, il mio rifugio insomma il mio tutto

// spazio autrice //

Ciao ragazzuoli spero che questo capitolo vi sia piaciuto in caso lasciate una stellina e niente ci vediamo al prossimo capitolo ciaoo 😽💗 SE VOLETE ESSERE SALUTATI SEGUITEMI E VI SALUTERÒ NEL PROSSIMO CAPITOLO🤭

Un legame inaspettato - Tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora