È mattino presto, l'orologio segna le 5:45 e fuori c'è buio, segno che l'estate è ormai al termine.
Strecatto ancora assonnato si rigira tra le lenzuola bianche del suo letto, senza alcuna voglia di alzarsi per prepararsi al quarto giorno di scuola.

Dopo quasi dieci minuti finalmente va in bagno e si fa una bella doccia calda per svegliarsi completamente, poi va in camera a fare il letto e scegliere cosa mettere. Prende dall'armadio una felpa larga nera comprata da h&m qualche mese prima e un paio di jeans semplici.
Strecatto si prende sempre cura del suo aspetto e ci tiene parecchio nel vestirsi bene, ma da un po' di tempo non è più lo stesso e indossa le prime cose che trova nell'armadio. Tranne nelle occasioni più speciali, come quando i suoi amici lo portano in discoteca, lì si che si lascia prendere dalla fantasia.
Una volta pronto, si mette le cuffie, prende lo zaino rigorosamente vuoto, con dentro solo un quadernino che porta sempre con lui per disegnare e un pacchetto di Winston blu, poi esce di casa.

Arrivato al cancello si blocca, non volendo entrare. Oggi c'è un interrogazione di storia e lui ha studiato con tutto se stesso ma proprio non ce la fa, alle interrogazioni si blocca. Le mani iniziano a tremare, il ginocchio inizia a fare su e giù velocemente e gli occhi si riempiono di lacrime che cerca sempre di trattenere con tutta la forza che ha in corpo. I compagni peggiorano la situazione perché credono ancora che lui non studi e che poi fa solo la vittima per non prendere un insufficienza. Ma ormai Strecatto non ce la fa più con la testa e dei voti non si preoccupa più.
Lui si è veramente stancato di sentirsi così.
Quindi decise, solo per quel giorno, di balzare. Se fosse per lui a scuola non ci metterebbe manco piede, l'età per farlo ce l'ha, ma sua madre vuole che lui finisca la scuola a tutti i costi perché dice che altrimenti andrà a pulire le scale.

Manda un messaggio di sfuggita alla sua migliore amica Anna per avvisare lei e gli altri che non si sarebbe presentato quel giorno e gli augura anche buona fortuna per l'interrogazione.

Non sapendo dove andare si siede in un posticino nel giardino della scuola nascosto dagli alberi e fa un respiro profondo, poggiando la testa sul tronco. Ha un'espressione completamente vuota, con gli occhi socchiusi mentre fissa un punto a caso davanti a lui.
È così abituato a stare male che non riesce neanche più a piangere. È diventata una cosa normale per Il ragazzino avere una sanità mentale a puttane che certe volte si dimentica cosa significa essere felice.
Tira fuori dalla tasca dello zaino il pacchetto di sigarette che ha comprato l'altro giorno. Sa che è stupido da fare ma non si impegna nemmeno a smettere perché fumare ora è l'unica cosa che lo rende vivo, l'adrenalina che prova ad ogni tiro è inspiegabile. O quel senso di tranquillità e i leggeri giramenti di testa che prova ogni volta che aspira, lui ne ha decisamente bisogno in quel momento.
Tira fuori il suo clipper viola preso dai cinesi a un euro e fa per accendere ma qualcuno interrompe il momento e lui per lo spavento butta a terra la sigaretta e la nasconde sotto la sua scarpa.
<<Ragazzino, cosa ci fai qua? dovresti essere in classe!>>
Cazzo, la bidella. Il ragazzo si complimenta per la scelta del posto veramente antisgamo. Nel giardino della scuola è ovvio venire scoperti. Che demente.
<<Lo so ma...>>
<<Niente ma. Fila in classe! Altrimenti ti porto in presidenza.>>
Stre si alza sospirando e segue la bidella che lo accompagna in classe per accertarsi che ci vada sul serio sta volta.
Il biondino bussa alla porta e la prof di storia lo fa entrare e la bidella spiega tutto quello che è accaduto.
Si va a sedere in imbarazzo totale con gli occhi dei compagni di classe che lo fissano fino al banco, tra cui alcuni suoi amici, tra cui Cico, che sono preoccupati dopo aver sentito la bidella.
<<Bel modo di comportarsi. Cercare di saltare l'interrogazione perchè non hai studiato e utilizzare la solita scusa dell'ansia. Strecatto io sono veramente delusa da questo tuo comportamento, sappi che ci saranno delle ripercussioni. Domani ti interrogherò comunque.>>
Il biondino guarda la prof con gli occhi spalancati. Preferiva che non glielo avesse mai detto così non avrebbe avuto ansia fino al giorno dopo, e invece.
<<Ma prof io in->>
Prova a spiegare come al solito.
<<No non mi interessa! Le solite scuse non le voglio sentire. L'ansia ce l'hanno tutti non sei solo tu qui ad averla, chiaro? Domani verrai interrogato punto e basta. Spero tu abbia il fegato di presentarti almeno.>>
Gli amici di Stre guardano la prof scioccati e me dispiaciuti. I compagni di classe che si fingono amici invece si guardano e ridacchiano oppure sussurrano qualcosa tra di loro. Ma il ragazzo ci ha fatto l'abitudine e sembra non avere nessuna reazione, come se in quel momento le sue emozioni hanno smesso di funzionare.

A Stre dispiace vedere i suoi amici preoccupati perché non ne vale la pena secondo lui, perché tutto sommato sta bene.
O almeno questo è quello che dice.
Ma i suoi amici comunque non lo ascoltano e si preoccupano lo stesso.
In amicizia Stre sa di essere molto fortunato. Ha conosciuto molte persone come Lyon, Anna, Mario, Stefano, Alex, Giorgio e altri, sono un gran bel gruppo di amici. Tra l'altro lui è il più giovane del gruppo e tutti sono molto protettivi nei suoi confronti, soprattutto Cico, il suo migliore amico.
Cico è quella persona che tutti vogliono nella propria vita, che c'è sempre per i suoi amici e che è disposto a dare tutto per difenderli. Lo ha anche dimostrato tutte quelle volte in cui ha difeso Stre da dei bastardi in corridoio che gli sparlavano dietro. Da quando si sono conosciuti, il biondino era in prima mentre il moro in terza media, sono diventati inseparabili.

Appena la campanella della fine delle lezioni suona Stre si precipita fuori dalla classe velocemente, per non essere fermato da nessuno. I suoi amici provano a raggiungerlo ma non fanno in tempo.

Right people at the wrong time   -𝐒𝐭𝐫𝐞𝐜𝐢𝐜𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora