Suonata la campanella Stre si alza e in fretta e furia prepara lo zaino e guardando basso esce fuori dalla classe. I suoi amici continuano a chiamarlo ma se ne frega, Cico però lo segue.
<<Stre!>>
Lo chiama il moro seguendolo, il biondino non si ferma quindi Cico è costretto a prenderlo per i polsi.
<<Strecatto fregatene, okay?>>
<<Lasciami!>>
<<Ascoltami.>>
<<Ho detto di lasciarmi!>>
Cico lo tira per i polsi facendolo avvicinare a se, inizia ad accarezzare il dorso delle sue mani con i pollici mentre lo guarda negli occhi.
<<Fai silenzio, lo supererai... te l'ho detto, ti aiuto io.>>
Continua il moro. Stre lo fissa con gli occhi lucidi e si perdono nei loro occhi. Dopo qualche secondo sente delle risatine provenienti da vicino a loro e finalmente si accorge che si trovano nel corridoio, tutti che lo guardano, tutti che lo deridono. Si stacca di scatto da Cico e corre fuori per scappare da tutti quegli sguardi e dalla vergogna che stava provando.

Cico invece sospira triste e si arrabbia con quelli che l'hanno fatto scappare, con quelli che gli rendono la vita ogni giorno un inferno non rendendosi conto di quello che prova Strecatto. E sta male per il fatto che la persona a cui tiene di più soffre e lui ha promesso di aiutarlo ma non ha la minima idea di come farlo.

Strecatto è andato a fumare nel suo posto, o meglio l'unico posto in cui può andare senza preoccuparsi di vedere altre persone, il parco vicino casa. Con le sue cuffie alle orecchie si dirige verso la solita panchina, la settima dall'entrata, abbastanza lontana dall'entrata ma neanche troppo.

Accende la sigaretta, controlla se c'è qualcuno e si sdraia sulla panchina a guardare il cielo. Dire che si sente una merda è troppo poco. Si sente in imbarazzo per aver fatto la figura del coglione davanti a Cico e stupido perché pensa sempre al giudizio altrui. Ma che ci può fare se è fatto così?

Strecatto è rimasto al parco per un sacco di tempo, fregandosene dei compiti per domani e le interrogazioni e ha deciso di andare in un pub.
Erano solo le 18:30 del pomeriggio? Si, ma chissene frega, è autunno ormai ed è già buio.
Entra e si siede davanti il bancone, il proprietario è un uomo sulla trentina di nome Luca, ormai lo conosce bene dato che quando ha un problema viene sempre qua.
<<Anche oggi qui! Non vieni troppo spesso?>>
Chiede Luca scioccato.
<<Non ne parliamo. Vodka liscia per favore.>>
Luca fa come gli è stato chiesto e porta a Stre uno shottino, che poi diventarono due, poi tre e Stre alle 00:22 è ancora lì e in totale ha bevuto minimo quindici shottini di vodka e una birretta. Lui non regge neanche bene l'alcol. Sta ballando con persone a caso e bevendo cose che gli vengono offerte, con anche qualche "che bel ragazzo che sei" oppure "vuoi fare un giro a casa mia?", senza badare minimamente alle dieci chiamate perse di sua madre, i cinquanta messaggi dai suoi amici e venti chiamate perse dal suo "migliore amico".

<<Lucaaa, un altro per favore!>>
Urla e ride Stre mentre si sporge dal bancone per toccargli il petto per scherzo, Luca lo scansa gentilmente e gli dice che non gliene può dare più.
<<Ma come... perché?>>
chiede Stre facendo gli occhioni dolci.
<<Potresti andare in coma etilico ragazzino e molte persone ti chiedono cose che non dovrebbero chiedere, sono sicuro che il tuo ragazzo non sarebbe contento.>>
Dice serio.
Strecatto lo guarda confuso, quale ragazzo?
<<Io non ho un ragazzo!>>
<<Ah no? Beh il ragazzo che la scorsa volta ti ha difeso lo sembrava, mi dispiace essermi confuso. Ora però mi dai il suo numero così lo chiamo?>>
<<Mh... va bene dai! tieni.>>
Gli passa il telefono che ha sbloccato con il face id (ha dovuto rifarlo tre volte a causa delle sue pessime condizioni) e Luca apre whattsapp.
<<Si chiama Cico con il cuore rosso giusto?>>
<<Siii.>>
Fa la chiamata mentre Stre si accascia sul bancone e inizia a piangere.
<<Sta arrivando- cosa succede ora?!>>
<<Faccio schifo! Non sono capace a fare nulla, non riesco a parlare davanti alle persone! Quanto posso essere stupido mio dio.>>
Singhiozza ste parole mentre sbatte la testa contro il bancone ripetutamente.
<<I ragazzini di oggi... Beh ti lascio qui a piangere tanto il tuo "amico" sta arrivando.>>
Dice Luca mimando le virgolette alla parola amico, anche se Stre non poteva vederlo, dopo se ne va a servire altre persone. Stre rimane lì con la testa sul bancone fino a che non sente una mano sulla sua spalla che lo fa sussultare.

Right people at the wrong time   -𝐒𝐭𝐫𝐞𝐜𝐢𝐜𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora