Prologo

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T/N T/C, sola e abbandonata a se stessa per via del suo cognome: pare che il padre da giovane fosse uno dei capi più rinomati del Giappone. Tutti la temono, tutti si allontanano da lei, nessuno che le parli, nessuno che le voglia bene. Completamente sola.
Alle elementari era sempre all'ultimo banco vicino alla finestra, guardava fuori da quest'ultima, scrutando a lungo tutti i movimenti che c'erano all'esterno: il vento che faceva muovere gli alberi, le altalene della scuola che andavano in solitaria, le nuvole che andavano e venivano oscurando in parte il sole. Sospirava tristemente, chiudeva gli occhi e si immaginava realtà diverse, dove lei era in un gruppo di amici, tanti amici: uno guardava le spalle l'un dell'altro, un rapporto di fiducia che nessuno avrebbe mai e poi mai rotto.
Ma quando riapriva gli occhi e la realtà non era quella che aveva immaginato, sospirava di nuovo tristemente, poggiava la fronte sul banco, e si faceva trasportare dalla sua mente.

Quando tornava a casa, era come se andasse il guerra: apriva la porta e sapeva per certa che da lì a poco, il padre l'avrebbe chiamata, ubriaco fradicio. La bambina ormai non temeva più il grande omone che era il padre, perché quando vivi l'inferno tutti i giorni, non distingui più quando è peggio o meglio.
Per tornare a casa da scuola, T/N faceva lunghi, lunghissimi giri, così che potesse passare più tempo possibile fuori da quella casa: la madre e i fratelli erano morti qualche anno prima, perché se fai parte di una gang, fai parte per sempre di quella gang, e i nemici non si scordano di te. Vendetta, o semplicemente noia, non si capì per cosa effettivamente morirono la madre e i fratelli: ma quando T/N li vide davanti a sè, in una pozza di sangue, capii quale strada avrebbe intrapreso la sua vita, la solitudine.
Per un solo secondo, sperò che lì a terra, nella pozza di sangue, ci fosse il padre e non la madre o i fratelli: ma purtroppo alcuni delinquenti fanno così, per far soffrire il singolo, attaccano quello che li circonda.

Era dura per una bambinetta della quinta elementare, non lo si può negare, era dura vivere in quello schifo. Ma per T/N si trattava di pazientare ancora fino alle medie: sarebbe cresciuta e avrebbe cambiato, anche se di poco, la propria realtà. O almeno così sperava la ragazza, ma per il suo primo anno di medie, non cambiò nulla rispetto alle elementari.
Se non il rischio sempre più frequente, di imbattersi in gang e in delinquenti spietati.
Ma dal canto suo, T/N sapeva difendersi abbastanza bene: per quante botte avesse preso dal padre, ormai si sapeva difendere e sapeva attaccare abbastanza bene, e forse anche per questo era temuta, e nessuno si permetteva di infastidirla più del dovuto.

Ma nell'estate tra la prima e la seconda media, qualcosa è cambiato nella vita di T/N...

Tan tan taaaaaaaaan non chiedetemi come mai questo libro, ma ho finito Tokyo revengers e mi è piaciuto troppo troppo.
In primis il personaggio di Mikey, al quale voglio dedicare questa Fanfiction: spero vi possa piacere, fatemelo sapere con una stellina e un commento.
Ah inoltre è la mia primissima XReader, quindi i consigli sono ben accetti :)

To be continued...

Revenge ~MikeyXReader~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora