Capitolo 3

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Se incontrassi qualcuno uguale a te,
ti fideresti di lui?

Il padre di T/N le sferrò l'ennesimo schiaffo in pieno viso, per poi allontanarsi e chiudersi nella propria camera: la ragazza si aspettava una reazione del genere.

-Dove cazzo sei stata?- chiese urlando non appena la ragazza mise piede dentro casa, subito dopo notò i cerotti sul suo viso.
-Ti sei messa a fare a botte?! Non è così?!- si avvicinò a T/N dandole una sberla.
-P-Papà non è come pensi...- provò a giustificarsi inutilmente la ragazza.
Subito dopo il padre si scagliò con ira sulla ragazza.

T/N si sedette a terra tenendosi la testa tra le mani, era stanca di tutto quello: T/N voleva semplicemente vivere una vita da normalissima ragazza delle medie.
A fatica si tirò in piedi, zoppicando in direzione della sua cameretta: era così stufa, così stanca che non diede corda alla sua gatta Cloe, prese il pigiama e un paio di mutande, dopo di che si precipitò in bagno.
Mentre toglieva gli indumenti del giorno, a T/N saliva la nausea, troppe cose in un giorno solo: era stata picchiata, ha rischiato di essere violentata, è stata salvata, ha fatto amicizia e infine è stata picchiata nuovamente. T/N ritornò indietro nei suoi pensieri, soffermandosi su uno in particolare.
La ragazza aveva fatto amicizia.
Sul volto di T/N si abbozzò un piccolo sorriso vittorioso, aveva finalmente con sè un amico, iniziò a vedere, se pur fioca e debole, una piccola luce di speranza.
Quando si mise a letto, la gatta Cloe si accoccolò accanto a lei, solo allora T/N dedicò un paio di minuti al piccolo animale, per poi crollare in un sonno profondo.
Il giorno dopo, quando T/N aprì gli occhi, si rese conto di far fatica ad aprire l'occhio sinistro: realizzando la fatica, scattò in piedi correndo in direzione di uno specchio.
Occhio nero.
La ragazza si mise le mani tra i capelli, ieri sera era così stanca che non ci pensò nemmeno a mettere su del ghiaccio: quell'occhio nero poteva essere un grande, grandissimo problema, sospirò tristemente ritornando in camera sua per prepararsi.
Una volta presa la strada per andare a scuola, gli occhi di tutti erano puntati su di lei, o meglio, sul suo occhio nero: insieme agli sguardi di tutti, erano accompagnati dei pettegolezzi che T/N riusciva a sentire forte e chiaro.
"Avrà fatto a botte?"
"Come avrà fatto?"
"Che sfigata!"
"In fondo è un T/C, bisognava aspettarselo"
T/N sbuffò rumorosamente, lanciando occhiatacce omicida a chiunque stesse proferendo parola su di lei, la scuola la asfissiava, non quanto lo stare a casa, ma ugualmente quegli sguardi fissi su di lei la innervosivano parecchio: entrò nel grande edificio, si sedette al suo solito banco e tirò fuori il necessario per la lezione di giapponese.
Per lei le ore passavano abbastanza in fretta, in fatti in men che non si dica, arrivò la pausa pranzo e dopo poche ore, l'ora di tornare a casa.
-Ehilààà T/N- la ragazza rabbrividì a sentire Mikey alle sue spalle che la chiamava.
-E tu che ci fai qui? C-Cioè non fraintendermi, sono felice tu sia qui- chiese timidamente T/N al biondo, mentre un grande sorriso si formava sul volto della ragazza.
-Oh be sono venuto a prendert...che ti è successo all'occhio- il tono calmo e pacato di Mikey svanì non appena vide l'occhio nero di T/N, anche il sorriso della ragazza scomparve, lasciando spazio al terrore.
-H-Ho sbattuto- rispose la ragazza in un misto tra l'imbarazzato e lo spaventato.
-Cazzate!- urlò severo il ragazzo, T/N si guardava intorno, tutti gli occhi e le orecchie erano puntati sui due.
-M-Mikey...non qui ti prego...- chiese in un filo di voce la ragazza, Mikey si guardò intorno, notando gli occhi degli altri studenti puntati su di loro.
-Non è finita qui- disse poi a un centimetro dal viso di T/N, la ragazza annuì energicamente, per poi seguire il ragazzo all'esterno: Draken era appoggiato a un corrimano vicino alle scale della scuola.
-Oh, che hai fatto all'occhio- chiese il rasato guardando la faccia di T/N.
-I-Io...-
-Lascia perdere Draken, ce lo racconterà in un secondo momento- disse Mikey superando i due, T/N abbassò lo sguardo imbarazzata mentre i due ragazzi le camminavano leggermente avanti.
Si sentiva un gran trambusto, i due ragazzi si fermarono di botto.
-Tutto bene?- chiese la ragazza notando il comportamento dei due biondi.
I due presero a camminare verso il retro della scuola, T/N li seguì a ruota, non capendo cosa stesse succedendo.
-Vuoi un dorayaki T/N?- chiese Mikey tirando fuori dalla tasca un sacchettino.
-Ehm, no grazie- rispose cordialmente la ragazza, Mikey prese a mangiare il dorayaki con passione, tanto che T/N pensò che doveva essere il suo piatto preferito.
-Si può sapere dove...- i due si fermarono davanti a un gruppo di ragazzi che facevano un sacco di rumore, per lo più incitamenti: in quel momento a T/N tornò in mente che nella sua scuola, spesso e volentieri succedeva che ci fossero delle risse, e che tutti scommettessero su quelle risse.
-Kiyomasa- Draken si fece avanti tra la folla seguito a ruota da Mikey che nel mentre stava terminando il suo dorayaki, T/N rimase leggermente in disparte: quando la folla si aprì, T/N riuscì a vedere bene la scena.
C'era un ragazzo, T/N immaginava di terza per via della sua grandezza, che stava picchiando a sangue un ragazzo più minuto, dai capelli sistemati in una strana crestina, di un biondo intenso.
Tutti guardavano Draken con occhi sgranati, T/N riuscì a sentire qualcuno tremare, mentre le voci uscivano tremanti dalla bocca dei ragazzi.
Il vice capo della Tokyo Manji Gang.
-Kenchiiin ho finito il mio dorayaki- da dietro di lui Mikey mostrò a Draken la mano vuota. Non appena tutti si accorsero della presenza di Mikey, la folla chinò il capo in segno di saluto.
-Buongiorno Capo- Mikey camminava facendosi spazio tra tutti quei ragazzi, superò Draken che nel mentre assestò un calcio nella pancia di quel ragazzone, poichè non si era chinato a Mikey: dopo di che Mikey si avvicinò molto al ragazzo biondo.
-Tu come ti chiami?- chiese a pochi centimetri dal suo volto.
-Sono Hanagaki Takemichi...- disse il biondo spaventato.
-Bene Takemichi, sei sicuro di essere delle scuole medie?- chiese Mikey prendendogli la testa dalla nuca - In ogni caso, da oggi siamo amici, okay?- sorrise dolcemente il ragazzo lasciando la testa di Takemichi.
Mikey si alzò e si avvicinò all'altro omone che T/N capì si chiamasse Kiyomasa.
-Sei tu che organizzi queste scommesse?-
-S-Si cap...- Mikey non gli diede nemmeno il tempo di rispondere che scagliò un calcio fulmineo in pieno viso al ragazzo, buttandolo a terra.
-È da sfigati...- disse Mikey in tono fermo e omicida, lo prese a pugni, per poi lasciarlo lì a terra inerme.
-Coraggio, andiamo- disse a Draken, i due biondi lasciarono la scena riavvicinandosi a T/N: in tutto quel trambusto, la ragazza rimase senza parole, era amica del capo della Tokyo Manji Gang.
-I-Io non sapevo fossi il capo di una gang- disse la ragazza mettendosi davanti a Mikey.
-Io te l'ho detto sin dalla prima volta, non ricordi?- adesso che ci pensava bene, Mikey aveva detto a T/N che era un delinquente, ma non un delinquente chiunque.
-Adesso vuoi spiegarci come ti sei fatta quell'occhio nero?- chiese Draken senza guardare la ragazza, i tre ragazzi continuavano a camminare per la strada che portava alla casa di T/N: la ragazza si morse l'interno della guancia.
-Ecco...ieri sono tornata a casa tardi...- T/N cercò di restare il più vaga possibile, in modo da dare una spiegazione senza entrare troppo nei dettagli.
Ma Mikey capì al volo quello che successe quella sera.
-È stato tuo padre, T/N?- chiese il biondo rivolgendo il suo sguardo negli occhi C/O di T/N: la ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata e ferita, si buttò a terra con le ginocchia, e si abbandonò a un pianto disperato.
-T/N...-
-È da tutta la vita che succede, lui...lui è così...- disse T/N quasi urlando, lanciò uno sguardo ai due ragazzi, i suoi occhi erano ricolmi di lacrime. Poi la ragazza riabbassò lo sguardo, utilizzò la mano per asciugarsi le lacrime che però non si fermavano un solo momento.
-Io...ho paura di tornare a casa...- disse poi in un filo di voce, come se non volesse che i due ragazzi la sentissero.
Probabilmente vi starete chiedendo come mai la ragazza abbia avuto questa reazione così eccessiva ed esagerata, ma provate a mettervi nei suoi panni: è stata in silenzio per 14 anni, capite che quando riesci a trovare quel spiraglio, lo allarghi sempre di più, per far si che la luce aumenti.
T/N voleva urlare al mondo quella sofferenza, voleva urlare al mondo come non aveva mai fatto in 14 anni, voleva urlare, sbraitare, correre e sfogarsi: vedeva in Mikey e Draken, quello che non ha mai visto in nessun altro, erano loro la sua luce.
Mikey si avvicinò alla ragazza porgendole una mano.
-Coraggio T/N, andiamo a mangiare qualcosa per merenda, che ne dici di un waffle?- il ragazzo aveva stampato sul volto un sorriso rassicurante, era dolce e calmo.
T/N si asciugò le ultime lacrime, afferrando saldamente la mano del ragazzo, e una volta tirata su in piedi, si avviarono silenziosamente al bar.

***

-E lui ne mangiò così tanti che davvero sembrava stesse per esplodere!- T/N e Mikey scoppiarono in una fragorosa risata, Draken stava raccontando di quella volta dove Mikey mangiò così tanti dorayaki da star per esplodere. I piatti dei tre ragazzi erano vuoti, avevano ripulito completamente i piatti dai loro waffle al cioccolato con panna montata.
-E tu T/N, non hai nessun aneddoto da raccontare?- chiese Mikey appoggiando i gomiti sul tavolo, T/N prese il bicchiere, avvicinando alla bocca la cannuccia del suo milk shake,sorseggiandone un po'.
-Be, vedete voi siete le prime persone con cui parlo apertamente in realtà...- i due ragazzi si guardarono sbalorditi.
-Hai fratelli, sorelle, la tua mamma?-
Colpita e affondata.
-Oh...sono morti, sono stati assassinati quando avevo 7 anni, sapete vecchi rancori di mio padre: avevo un fratello quattro anni più grande e una sorella due anni più grande erano bravi a fare tutto, quasi che io sembravo imbranata forte a confronto- i due ragazzi fecero una lieve risata accompagnati da T/N - Un giorno ho deciso di andare a fare un giro, volevo raccogliere semplicemente dei fiori per la mamma, sapete era molto dolce e sensibile-
-E tuo padre da quanto ti picchia?- chiese Mikey senza peli sulla lingua, tanto che persino Draken gli diede una leggera gomitata, per fargli notare la domanda scortese.
-Da sempre, da quando ne ho memoria, e non picchiava solo me: picchiava prevalentemente la mamma e mio fratello maggiore, noi due era raro...sapete aveva e probabilmente ha ancora un gran peso sulle spalle...-
-Non lo giustifica- sputò acido Mikey interrompendo la ragazza, T/N fece un tenue sorriso.
-Hai ragione, ma vedi, la mamma lo amava tanto, nonostante tutto...ed è per questo che non me la sento di intervenire o fare qualcosa...è pur sempre mio padre...-
-I padri non fanno male alle proprie figlie- Mikey era diventato serio, T/N non trovava che quello che dicesse Mikey fosse sbagliato, semplicemente non condivideva il suo punto di vista.
-Insomma...T/N non puoi andare avanti così per sempre, non trovi?- chiese Draken, che coraggioso si fece largo in quella tensione che ormai era diventata palpabile.
-Lo denuncerei...-
-No! Io rimarrei sola...-
-No T/N, tu non sei più sola, siamo amici- Mikey incrociò le braccia guardando la ragazza dritta negli occhi, questo fece percorrere mille e mille brividi per la schiena di T/N.
-Dai, ne riparleremo e troveremo una soluzione- concluse poi la ragazza, poggiò i soldi della sua parte sul tavolo.
-Ora devo proprio andare- disse poi salutando i due ragazzi e allontanandosi dal tavolo.
-Non pensi di aver toccato argomenti delicati, Mikey?- chiese Draken appoggiando il mento sulla sua mano, così da riuscire ad essere faccia a faccia con il biondo: Mikey avvicinò la bocca alla cannuccia del suo milk shake, tirando su con la cannuccia, assaporandolo per bene.
-No non credo proprio, T/N ha bisogno di parlare di queste cose, le vive da 14 anni e ha bisogno di avere un qualcuno con cui sfogarsi, hai sentito anche tu no? Siamo i primi con cui parla apertamente- rispose Mikey appoggiando la schiena alla sedia, Draken fece schioccare la lingua contro il palato.
-E sei ancora convinto di portarla dentro?- chiese poi il rasato.
-Assolutamente si- rispose secco Mikey, prese i soldi che precedentemente T/N aveva lasciato, si alzò avviandosi verso la cassa per pagare.
-E hai in mente quando dirglielo? Secondo me non sarà pienamente d'accordo- disse Draken mettendo le mani in tasca mentre insieme al biondo si avviava verso casa.
-Oh be, glielo proporrò e in caso lo farò in continuazione, prima o poi si stancherà di dire no?- disse in tono scherzoso Mikey, Draken lo guardò seriamente.
-E non pensi possa dare problemi per il fatto che sia una ragazza?-
-Be chi avrà problemi, se la vedrà direttamente con lei...- disse Mikey, puntando i suoi occhi neri in quelli neri del rasato.
-Daidai Kenchinnn andiamo a casa, inizio ad avere sonno- concluse poi il biondo, mentre portava le sue mani intrecciate dietro la nuca, dalla sua bocca scappò uno sbadiglio: Mikey ormai era sul punto di addormentarsi e Draken, notando l'amico mezzo addormentato, se lo prese in spalletta, avviandosi poi verso casa.

Mi chiedevo se facessero piacere o meno capitoli così lunghi.
Se avete consigli o altro da dirmi, commentate pure e fatemi sapere :)

To be continued...

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