Capitolo 19

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12 anni dopo...

Si portò la sigaretta alle labbra, prese il suo fidato accendino, avvicinando la fiamma, aspirò il primo tiro a pieni polmoni, espirando poco dopo.
La macchina percorreva le strade illuminate solo da qualche lampione e dal cielo pieno di stelle, beandosi di quella pace data dalle strade deserte.
-Non dovrebbe fumare così tanto- disse l'autista scrutando gli occhi C/O di T/N, seduta nei posti dietro: la ragazza accavallò le gambe facendosi scappare una piccola risata.
-È la prima da quando sono tornata in Giappone, e poi lei dovrebbe pensare solo a guidare- rispose con lingua tagliente la ragazza, successivamente riportò la sigaretta alle labbra, aspirando ancora fumo: era stata richiamata in Giappone per investigare insieme alle forze segrete di Tokyo per un caso riguardante le gang, e tutti sapevano che T/N T/C era stata un pezzo grosso in quel mondo, che però lasciò per dedicarsi alla carriera da investigatrice poliziotta, andando a studiare in America dove divenne una risorsa importante, ma nessuno capì mai cosa fosse successo tra lei e la gang.
La macchina si fermò davanti a un gran edificio, la ragazza spense la sigaretta, sospirò e poco dopo le venne aperta la portiera da un uomo sulla quarantina, aveva i capelli neri e un paio di occhiali sul naso che risaltavano i suoi occhi celesti.
-Un vero piacere averla qui, signora T/C- la salutò stringendole la mano, T/N la strinse di rimando, formando una piccola smorfia sul viso. Le fecero strada all'interno dell'edificio, portandola di sopra, dove c'erano gli uffici dove si investigava: dopo averla fatta entrare in una stanza, la fecero sedere su un divanetto, accanto c'era un tavolino con su una bottiglietta d'acqua frizzante, un portacenere e un pacchetto delle sue sigarette.
-Però, che accoglienza- disse lei con tono sarcastico sedendosi sul divanetto, prese il pacchetto di sigarette, tirandone una fuori, se la portò alle labbra e nemmeno il tempo di prendere il suo accendino, l'uomo le porse una piccola fiammella: la ragazza gli sorrise accendendo poi la sigaretta.
-Bene, perché sono qui?- chiese T/N guardando in direzione dell'uomo.
-Innanzitutto mi presento, sono Itou Sota e sono uno dei direttori di questo caso...l'abbiamo chiamata qui, T/C, per via del suo contatto con una determinata gang- disse l'uomo sedendosi nella sedia davanti alla sua, la ragazza annuì portando nuovamente la sigaretta alle labbra.
-La ascolto- disse poi T/N, portando tutta la sua attenzione verso Itou che nel mentre si preparò carta e penna.
-Lei, T/N T/C, conferma di aver fatto parte della Tokyo Manji Gang dodici anni fa? E di aver conosciuto Manjiro Sano?- chiese l'uomo, la ragazza spense la sigaretta nel portacenere.
-Confermo tutto- rispose freddamente guardando la sigaretta che stava girando nel portacenere.
-Le cose stanno così T/N, questa gang sta causando dei disordini nella società, tra spaccio, prostituzione e molto altro...inoltre molti dei componenti principali sono stati trovati morti...- T/N si paralizzò, sgranando gli occhi verso l'uomo.
-Che intende dire?- chiese T/N ingenuamente, probabilmente non volendo credere a quello che le era stato detto.
-Sono stati trovati i corpi dei fondatori della Tokyo Manji Gang- rispose l'uomo sistemandosi gli occhiali.
-Posso avere i nomi delle persone morte?- chiese poi T/N stritolando i pugni, l'uomo prese una cartellina da cui tirò fuori dei documenti con allegate delle foto.
-Questo è Ken Ryuguji, è stato trovato qualche settimana fa morto, arma da fuoco- T/N prese in mano i documenti e successivamente guardò bene le foto, quello era proprio Draken.
Poco dopo, l'uomo tirò fuori altri due documenti con allegate delle foto.
-Questi invece sono Matsuno Chifuyu e Takashi Mistuya...Chifuyu è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa, mentre Mistuya strangolamento-
-Mistuya è stato trovato qualche giorno fa...- disse a malincuore T/N leggendo i documenti, l'uomo annuì tristemente, improvvisamente T/N lasciò i documenti, guardando in faccia Itou.
-Mikey?- l'uomo si sistemò la cravatta, tossì leggermente come per prendere tempo, poi si risistemò gli occhiali e prese un bel respiro.
-Pensiamo che l'ideatore di questi assassini...sia proprio Manjiro Sano- T/N portò la schiena sulla poltroncina, si avvicinò un'altra sigaretta alle labbra e dopo averla accesa, poggiò una mano sulla fronte, massaggiandosi le tempie con i polpastrelli.
-Il Mikey che conosco io, non l'avrebbe mai fatto- rispose T/N a tono basso.
-Il Mikey che conosce lei, risale a dodici anni fa- rispose l'uomo con tono che fece innervosire T/N, si portò la sigaretta alle labbra ma poi un altro flash le passò per la testa, facendole accapponare la pelle.
-Se le cose stanno così, allora anche io rischio di essere uccisa?- chiese T/N a voce tremante, l'uomo la guardò preoccupato, annuendo.
-Le abbiamo prenotato una stanza in un hotel non molto lontano, le assicuro che è sicuro, credo sia meglio riposare ora, domani sarà una giornata impegnativa- rispose l'uomo, dopo di che si alzò per congedarsi.
T/N annuì, dopo di che anche lei si alzò avviandosi verso la macchina che l'avrebbe portata all'hotel: la stanza non era molto grande, ma le bastava avere un letto e una scrivania, inoltre la sua stanza era dotata anche di piccolo balconicino dove avrebbe potuto fumare tranquillamente.
Era tardi, ma la testa di T/N continuava a lavorare ininterrottamente non lasciandole tregua: era seduta sulla sua scrivania, con la sigaretta in mano e i documenti davanti agli occhi, li leggeva e rileggeva, cercando una qualche spiegazione o anche un solo piccolo indizio che potesse smentire che Manjiro Sano era stato l'assassino dei suoi migliori amici. Era chiaro che fossero passati gli anni e sicuramente qualcosa era successo, ma T/N proprio non ci arrivava.
I suoi occhi passavano velocemente su ogni singola parola delle relazioni scritte sugli omicidi, come poteva aver escogitato tutto Mikey? Il suo Mikey, il ragazzo che l'aveva salvata poteva davvero esser diventato cattivo?
Spense la sigaretta sbuffando rumorosamente, irritata dal non essere arrivata a nessuna conclusione attendibile, si alzò dalla scrivania dirigendosi verso il bagno che fortunatamente era fornito di una vasca. Si spogliò dalla sua divisa, rimanendo completamente nuda, si immerse in quella vasca d'acqua bollente, desiderosa di morirci dentro da quanto fosse rilassante: la mente continuava a vagare in cerca di continui scenari che portavano al cambiamento di Mikey, ma davvero la stanchezza e le poche informazioni non aiutavano. T/N si appisolò nella vasca, svegliandosi ormai all'alba: si vestì con una vestaglia e dopo di che uscì sul balconcino a fumare. La città si stava svegliando piano piano sotto le prime luci dell'alba, i pullman e le prime macchine dei lavoratori sfrecciavano per le strade, mentre T/N portava gli occhi anche su case ancora addormentate: le scappò un sorriso nostalgico, quel panorama le era mancato, essendo totalmente diverso dall'alba americana. Nel palazzo accanto al suo stavano uscendo una famigliola con due bimbi sui dieci anni, il cuore di T/N si strinse in una morsa malinconica: a quest'ora anche lei poteva avere una famiglia, dei figli, una casa in cui abitare, se non fosse stato per quel giorno...
Scacciò via quei pensieri, spense la sigaretta e rientrò: aprì il suo armadio cercando un abito elegante ma comodo. Una volta trovato decise di prepararsi per fare un giro nelle vie della sua vecchia città: passeggiava tranquilla per quelle strade, respirando odore di ricordi e spensieratezza che ormai le mancavano da un po', guardava i gruppetti di ragazzi avviarsi verso scuola, rispecchiandosi in loro. Rivedeva i volti dei suoi amici, e la stretta al suo cuore aumentava, portandole nostalgia: avrebbe dato qualsiasi cosa per ritornare ad avere la loro età, quando l'unica preoccupazione era incontrarsi con gli altri per andare a divertirsi.
Erano tutti morti.
Sospirò affranta, continuando a camminare, decise di dirigersi verso il cimitero, in modo da vedere con i suoi occhi le lapidi degli amici: imboccò una stradina a destra per accorciarla, e in men che non si dica si ritrovò davanti al cimitero.
Entrò con cautela, percependo un senso di malinconia che la pervase completamente, non sapeva dove potessero trovarsi le lapidi, perciò decise di andare prima a quelle che conosceva ormai bene: tolse un po' di terriccio che c'era sulla lapide di Baji, sedendosi poi davanti a quella. Era come se la ricordava, con fiori super freschi e una confezione divisa a metà del suo ramen preferito, che aveva lasciato Chifuyu anni prima.
-Ne è passato di tempo...- commentò T/N guardando la lapide con tristezza, accese un incenso e congiunse le mani, iniziando una preghiera, una cosa veloce e rapida. Una volta conclusa la preghiera, T/N si spostò qualche metro più in là, verso la lapide di Shinichiro: accese un incenso e poi si mise a spolverare con la mano anche la sua lapide.
-Chissà...cerca di riportare in sè tuo fratello...- pregò T/N a voce bassissima, mentre cominciarono a pizzicarle gli occhi: ancora non riusciva a credere a quello che le aveva detto la sera prima quell'uomo.
-T-T/N?- T/N si girò verso la voce che l'aveva appena chiamata, era una voce dolce e molto bassa, incrociò lo sguardo con quello di Luna, passando poi a Mana: le due sorelle guardavano la ragazza con occhi sgranati, come se avessero appena visto un fantasma, avevano in mano dei fiori freschi, ciò fece intuire a T/N che stavano andando proprio da Mistuya.
T/N si avvicinò alle due, allargando bene le braccia, dopo di che se le strinse a sè, accarezzando a loro i capelli.
-Siete cresciute...- commentò poi, mentre i suoi occhi cominciarono a formare piccole gocce di lacrime, che ricaddero sui vestiti delle due sorelle.
-Vieni con noi- disse poi Mana prendendo la mano di T/N, T/N le seguì senza fare domande, poichè aveva già tutte le risposte: le due si fermarono davanti a una lapide.
Takashi Mistuya
Nessuno aveva il coraggio di fiatare, le due poggiarono i fiori sulla lapide, dopo di che T/N si avvicinò accendendo un incenso.
-L'ho saputo ieri, appena tornata qui in Giappone...ma non volevo crederci- commentò T/N appoggiando l'incenso, le due sorelle non fiatavano, poi Luna cedette e si aggrappò a Mana disperata: era la più grande tra le due, eppure era quella che proprio non riusciva ad accettare tutto quel che era successo. T/N prese le spalle di Luna tra le mani, la strinse a sè per consolarla, doveva fare male, un male da morire.
-Ti prego Mana...andiamo via non ce la faccio...- disse Luna tra le lacrime, Mana annuì e successivamente si allontanarono dalla lapide di Takashi. T/N si avviò qualche passo più in là, trovando la lapide di Draken e Chifuyu. Non disse nulla alle due sorelle, semplicemente si avviò e accese un incenso per entrambi: congiunse le mani in preghiera, ma i sentimenti la fregarono.
Il suo viso divenne una cascata di lacrime, non voleva crederci, sembrava una bambina che batteva a terra i piedi per capriccio: eppure dovette accettare la realtà così com'era, perché ormai non si poteva fare tanto. Prese le due sorelle e le portò a un bar, si sedettero a un tavolo, mentre T/N prendeva il pacchetto di sigarette, portandone una alle labbra.
-Non sapevo fumassi- rispose Mana guardandola storta, T/N aspirò un tiro facendo una faccia divertita alla sua reazione.
-Un vizio che ho preso in America- rispose divertita T/N, poi calò un silenzio carico di malinconia, tutte e tre presero una semplice cioccolata calda.
-Allora? Com'era l'America?- chiese Luna con tono incuriosito.
-Monotona...l'accademia in cui mi trovavo, non permetteva tante libertà- sospirò T/N annoiata nel ricordarsi del periodo dell'accademia: poi si girò verso le due sorelle con faccia sorridente.
-Voi due che fate ora?- chiese spegnendo la sigaretta nel portacenere, sotto gli occhi delle due ragazze scandalizzate dalla velocità con cui aveva fumato.
-Io sono una maestra d'asilo- rispose Luna incrociando le braccia in modo orgoglioso.
-Io invece sto avviando una mia attività di sostegno per le persone che ne hanno bisogno- rispose Mana mentre la cameriera appoggiava le tre cioccolate calde sul tavolo: T/N annuì felice di sentire i percorsi che le due sorelle avevano intrapreso.
Le tre ragazze cominciarono a bere la loro cioccolata, mentre incominciavano discorsi da ragazze, ridendo e scherzando: T/N si fermò un istante mentre le due se la ridevano come non mai, quella stretta al cuore non la lasciava in pace un solo secondo. Sentiva la nostalgia, e il bisogno di indagare e scoprire cosa avesse portato Mikey dal lato oscuro, per riportarlo con sè alla normalità.
-Scusate ragazze ma devo proprio andare- disse T/N, lasciando sul tavolo il denaro necessario per pagare tutte e tre le cioccolate.
-Ci vediamo presto allora, mi raccomando T/N!- la salutarono le due saltandole addosso, T/N rise annuendo con la testa mentre ricambiava l'abbraccio delle due ragazze. Si diresse nuovamente verso il suo hotel, tornando nella sua stanza.
Si mise in divisa e successivamente uscì per andare al grande edificio dove era stata portata la sera prima, passò vicino a un vicoletto, intravedendo una figura incappucciata che la stava osservando, T/N la superò, per poi tornare indietro per vedere ma la figura era sparita: non capì che stesse succedendo, tanto che decise di entrare nel vicoletto per vedere, ma nulla, nessuna traccia di nessuno.
-Signora T/C? Tutto bene?- dall'inizio del vicoletto arrivò il signor Sota, che guardava la ragazza con aria interrogativa, T/N annuì, si riguardò le spalle per poi avviarsi insieme a lui e ai suoi uomini all'interno del quartier generale. Tra burocrazie e quant'altro, ormi era tardo pomeriggio e la sera era prossima a venire, tutti si erano preparati per andare a casa, tranne T/N, che era ancora seduta al suo computer.
-T/C, non va a casa?- chiese Sota sistemandosi gli occhi, T/N sospirò accendendo una sigaretta.
-Rimango ancora un po' qui- rispose lei espirando il fumo, l'uomo annuì per poi congedarsi.
Era da sola nella stanza, con la sua sigaretta e il suo computer, leggendo e rileggendo documenti e verbali di arresti e rapine varie.
-Ehilà T/N...- T/N sgranò gli occhi, prese la pistola che aveva alla cintura e la puntò verso la voce: era lì, davanti a lei, i suoi capelli non erano più chiari e biondi come il miele, ma erano di un nero intenso che tanto ricordava quello di Baji. Sul collo portava un tatuaggio uguale a quello che Draken aveva sulla tempia, T/N respirava affannosamente cercando di mantenere la calma, mentre Mikey era lì, seduto su una delle sedie, disarmato e con la sua classica faccia innocente.
-M-Mikey...?- chiese T/N titubante, mentre fuori il buio si faceva sempre più fitto.

Ci vediamo venerdì con la conclusione temporanea del libro...tenetevi forte amici belli perché sarà scioccante AAAA

To be continued...

Revenge ~MikeyXReader~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora