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Passarono poi altri mesi, mesi nei quali la vita di Ben e Rey fu talmente bella che quando accadde ciò che successe negli ultimi giorni, ne rimasero tutti sconvolti.
Infatti finirono le lezioni e gli studi, conseguendo il titolo di dottori e lavorando subito sotto la guida attenta di Luke che era stato felice di accogliere il nipote e Rey nel proprio laboratorio a tempo pieno.
Proprio per questo i due avevano deciso di trasferirsi a Londra, lasciando temporaneamente Potten End, solamente per assestarsi con la nuova vita lavorativa, vita che permetteva loro non solo di avere orari più flessibili, ma anche di lavorare molto di più alla clinica che era stata riammodernata e resa più funzionale grazie ai soldi di entrambi.
Continuava anche la caccia all'uomo che a breve avrebbero intrapreso come collaboratori di Scotland Yard al cento per cento.
I due si erano goduti anche un po' di vita matrimoniale nonché vita familiare sia con i Palpatine che con gli Skywalker.

Sembrava poi che tutto stesse filando per il meglio, killer a parte, quando a Londra giunse la notizia peggiore che tutti avrebbero mai voluto sentire.
La cosa era già stata preannunciata in casa Skywalker da Rex poco prima ma.. speravano che il richiamo alle armi non sarebbe arrivato così presto.
E invece la guerra era scoppiata e necessitava di altri combattenti, altri condottieri e altra fanteria, e ci fu la chiamata alle armi per tutti.
Anakin, Ben, Han, Dathan, Finn e Lux sarebbero dovuti partire per andare al fronte.
L'unico che l'Inghilterra non richiamò fu Luke che doveva servire come medico in patria per curare i feriti gravi che venivano rispediti a Londra.

Rey, appena aveva appreso quella notizia, come anche tutte le donne del paese, era caduta in una forte preoccupazione che dilagava ovunque per le strade di Londra. Quando arrivò la lettera nella quale tutti venivano chiamati al fronte, Rey fissò con sguardo perso la lettera che Padmè le aveva dato con gentilezza, per poi andare a piangere tra le braccia del marito Anakin.
Rey lesse la lettera tremante, cercando di non crollare. Tutti loro erano ormai parte della sua famiglia.. era in pena per tutti.. ma soprattutto per Ben. Alzò lo sguardo e incontrò il suo, lasciando che lui si avvicinasse e che la abbracciasse.
Lei si strinse a lui, appoggiando la testa sul suo petto, mordendosi un labbro per non piangere. Non poteva neanche pensare al fatto che avrebbe anche potuto perderlo.. non poteva contemplarlo.
Anche Leia e Ahsoka si erano strinte ai loro mariti, la prima con premura mentre la seconda con preoccupazione. Lux era un uomo d'arte, non adatto alla battaglia.. sarebbe stata sicuramente una combattente migliore lei che, però, essendo donna, non poteva andare.

In quella giornata poi tutti gli uomini cominciarono i preparativi per partire la sera stessa, insieme agli altri uomini delle famiglie nobili. Padmè disse a Rey di mandare una lettera a casa Palpatine e di chiedere a Janna di trasferirsi con il figlioletto a palazzo Skywalker, per stare in compagnia e non da sola nella grande villa.

Quando poi arrivò la sera, cenarono tutti insieme in silenzio, lasciando che gli uomini si godessero gli ultimi momenti tutti insieme. Era veramente straziante vedere una tavola di solito felice e allegra come la loro, traboccare di tristezza.
Anakin richiamò Ben, Lux e Han nel suo studio proprio dopo cena, lasciando che le signore andassero nei loro alloggi da sole.
Rey, presa dallo sconforto, fece preoccupare Louise che fece di tutto per aiutarla a sentirsi un po' meglio, anche se con scarsi risultati. Rey era irata con la nazione.. come poteva permettere che dei padri di famiglia, dei figli, andassero in guerra a rischiare la vita.. come potevano anche solo pensare che una trattativa a parole non fosse la scelta migliore per loro?
Scagliò un cuscino dalla poltrona al muro e si accucciò vicino ad essa, per terra, lasciando che le lacrime, che aveva trattenuto da tutta la giornata, uscissero dai suoi occhi, copiose e brucianti.
Quando sentì aprire la porta, alzò lo sguardo e notò Ben entrare. Si asciugò gli occhi con le maniche della vestaglia e provò a ricomporsi, alzandosi.
Lui però notò subito che non stava bene e si avvicinò, stringendola subito a sé. Come avrebbe fatto senza di lui? Senza i suoi abbracci e le sue prese di giro? Senza le sue risate e il suo sorriso malizioso? Senza di lui?
Lacrimò piano, tenendosi a lui come se averlo stretto così, avrebbe voluto significare tenerlo a sé e non mandarlo a combattere al fronte.
"Oh, Rey..." disse lui, baciandole la testa.
"Ben.. la mia più grande paura si è avverata"
"Lo so.. anche io temevo che sarebbe arrivato questo giorno" disse, staccandosi leggermente per guardarla negli occhi "Ma ti prometto che andrà tutto bene. La guerra finirà presto con tutti noi a combatterla, vedrai.. sarò di ritorno immediatamente.. prima che tu te ne accorga"
"Non fare promesse che non puoi mantenere, Ben.."
"Ma questa so che posso mantenerla, Rey" aggiunse lui, asciugandole le lacrime con la mano e guardandola negli occhi "Niente e nessuno, nemmeno la guerra mi potrà mai separare da te"
Lei provò a sorridere: "Sei uno spaccone.. non puoi controllare queste cose"
Lui ridacchiò e appoggiò la fronte sulla sua: "Per te, questo e altro" disse, prima di baciarla di nuovo, con passione, e prima di unire di nuovo i loro corpi.

***

E così, Rey si ritrovò da sola, nella grande casa Skywalker, insieme alle altre mogli e a Luke.
Padmè era talmente distrutta da non essere uscita dalla sua stanza per almeno due giorni, mentre Ahsoka, rabbiosa, aveva cominciato a girare per la casa vestita da uomo e ad allenarsi senza sosta con gli strumenti del fratello Rex.
L'unica cosa positiva che rallegrò le due, e anche Leia che sembrava la più pacata ma che soffriva più di tutte, fu l'arrivo di Jenna e Caleb a palazzo. Le tre infatti facevano a gara per tenere il piccolino che ridacchiava contento lasciandosi cullare dalle signore.

Rey aveva deciso di non darsi alla disperazione, ma di provare a sfruttare tutte quelle energie nei suoi studi. Luke la accompagnava fino al loro laboratorio e lei cercava di immergersi il più possibile nel lavoro, per poi tornare a casa la sera e crollare sfinita senza pensare a quanto fosse vuoto il letto senza Ben a scaldarlo con lei.

Passarono poi le prime settimane e giunsero le prime lettere, che riempirono di speranza i cuori della famiglia. Tutti stavano bene, da Ben a Finn, da Dathan a Lux e sembrava che fossero stati designati a parti diverse del fronte, ma riuscivano comunque ad avere informazioni gli uni degli altri.

Qualche settimana dopo, poi, Luke dovette fare un annuncio pubblico che riguardava principalmente Rey. Cominciarono infatti ad arrivare i primi feriti e tutto il lavoro di Luke si concentrò all'ospedale, dovendo sospendere il lavoro da professore e da collaboratore di Scotland Yard. Per questo, designò Rey come sua sostituta, come medico legale per le autopsie e i rilevamenti sul campo.
Lei non potè che esserne felice. Era quello che voleva fare e la fiducia che aveva Luke nei suoi confronti la rincuorò. Inoltre poteva anche non pensare a quello che succedeva nel mondo e poteva anche smettere di preoccuparsi per Ben e gli altri al fronte.. almeno per la maggior parte della giornata.

Quella mattina infatti, ricevette una lettera da Alexander Thrawn nella quale le diceva di accorrere nei sobborghi per il rilevamento di un'altra vittima.
Si preparò e uscì con una valigetta con l'occorrente, salendo sulla carrozza con determinazione.
Quello sarebbe stato il suo primo lavoro da medico, per di più sarebbe stata da sola in una gabbia di leoni. Per quanto Alexander le fosse sembrato un bravo ragazzo, sapeva che c'erano ancora molti collaboratori della polizia scettici e legati alle tradizioni patriarcali e maschio-centriche.

Appena il cocchiere la fece scendere, trovò proprio il detective ad aspettarla. Le sorrise e le fece una riverenza: "Milady! Vi ringrazio per essere venuta"
"E' il mio lavoro, Sir" rispose lei, avvicinandosi.
Lui sorrise e le porse il braccio: "Venite" disse.
Lei lo accettò e insieme cominciarono a camminare fino alla zona del delitto. Nel mentre lui intrattenne conversazione: "Come vanno le cose dopo la partenza di vostro marito, se posso chiedere?"
"Oh, beh.. manca a me e a tutte noi signore di casa..e al professor Luke, ovviamente.. ma sono sicura che stia servendo la patria al massimo delle sue capacità"
"Non ne dubito, Milady"
Lei lo guardò: "E voi perché non siete stato richiamato alle armi?"
"Sono il detective principale di Scotland Yard... e sto dirigendo questo caso intricato..Devo rimanere qua" disse "Ma mio padre, Lord Thrawn, è partito come tutti gli altri.. anche io sono in pena per lui, posso capirvi dunque"
Rey annuì e sospirò. Un'altra famiglia che era stata toccata in modo così improvviso dalla guerra.

Arrivarono poi alla scena del crimine e lui la lasciò, avvertendo uno degli agenti che la squadrò con sospetto: "Una donna?"
"Esattamente Sir, sono il vostro dottore, anzi, dottoressa" disse lei, stizzita.
"Lady Skywalker è la dottoressa designata al caso" commentò Alexander.
"M-Ma certo!" rispose lui in imbarazzo, notando lo sguardo truce della giovane. Permise poi ad entrambi di procedere e Rey si concentrò.

Si avvicinò e alzò il velo, rivelando la poveretta... che era quasi irriconoscibile. Il killer le aveva praticamente scorticato il viso, lasciando il teschio martoriato con sopra brandelli di pelle e connessioni nervose. Non aveva più entrambe le mani e i bulbi oculari erano stati spiaccicati e messi di lato al corpo.
"Raccapricciante, non trovate?" commentò Alexander.
"Sì.. ha veramente toccato il fondo questa volta.." disse, prendendo dei campioni di pelle e di sangue, catalogandoli velocemente e mettendoli nella valigetta, al sicuro. Spostò poi con cautela il corpo e rimase inorridita nel vedere un dettagli sulla schiena della vittima, che la fece rabbrividire e indietreggiare.
"Che.. che succede Milady?" chiese Alexander preoccupato.
Rey provò a tornare in sé e balbettò: "Guardate! Alzate... Alzatela"
Lui prese dei guanti velocemente e alzò il corpo della poveretta, lasciando così intravedere che cosa aveva spaventato la ragazza a tal punto: sulla schiena della giovane infatti, erano state incise tre lettere, con un coltello affilato. Stavano ancora sanguinando, anche se una piccola parte si stava già coagulando.
Le tre lettere erano "R E Y"

Love and Bones [Reylo AU]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora