Non pranzai, non ne avevo voglia. Verso le 5.00 pm iniziai a studiare, e, come sempre, mi sedetti sulla sedia della scrivania la quale si trovava di fronte alla sacrosanta finestra di Robin. Fortuna vuole che Robin non c'era in stanza, ma Sfortuna vuole che Robin entrò una mezz'oretta dopo e io neanche me ne accorsi. Essendo che la Sfortuna è viziata vuole anche che la scrivania si trovi nella stessa posizione della mia, ciò significa che eravamo uno di fronte all'altra.
All'inizio non lo vidi ma poi alzai lo sguardo e lo beccai a fissarmi. Ci fissammo per un po' fin quando non prese un pezzo di carta e ci scrisse "Dobbiamo parlare" il mio viso produsse un'espressione del tipo "Ah adesso vuoi parlare?!" e lui prese un altro foglio e scrisse "Mi dispiace".
Dopo ciò Robin lasciò la stanza e dopo neanche un minuto sentii bussare alla porta. Scesi le scale e trovai Robin fuori la porta. <<Robin->>non feci in tempo a dire nulla che mi baciò con foga. Il mio cervello in quel momento non stava connettendo, perché se lo avesse fatto mi sarei fermata, ricordandomi di essere in una relazione con un ragazzo che a me piaceva davvero.
La porta alle spalle di Robin venne chiusa da lui, senaza mai staccarsi dal bacio. Volevo fermarmi, lo volevo con tutta me stessa, ma non ci riuscivo.
Le mani di Robin erano ancorate sui miei fianchi e le mie sul suo collo e anche fra i suoi capelli. Dieci minuti dopo, mentre stavamo per andare oltre qualcuno suonò il campanello.
Panico.
Mi staccai e vidi dallo spioncino Vance, volevo morire, feci segno a Robin di andare di sopra, non in camera mia ovviamente, in quella di mio padre in modo tale che se Vamce fosse salito non lo avrebbe trovato.
Aprii la porta <<Ciao Vance!>>dissi con il fiatone<<Ciao nanerottolo da giardino, che stavi facendo?>><<Nulla perché?>><<Hai il fiatone, sembra che hai appena finito una maratona>><<Ah-Ah, simpatico>><<Lo so, te l'ho già detto stamattina>><<Entra!>>
STAI LEGGENDO
Solo tu...|| Robin Arellano.
FanfictionRiley Davis si era appena trasferita a Denver insieme a suo padre Michael, Riley era contraria alla decisione del padre poiché lei a NewYork si trovava benissimo anche se non aveva amici, a riempire questo vuoto erano i suoi nonni materni. Dopo l...