Scusami - Giada Price

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Dopo aver aiutato la Solic con i pegasi tornai da Olivia, probabilmente con un sorrisino in faccia.

-Che volevano?- -Fare un giro sui pegasi- -Aww che carini, secondo te quanto ci metteranno a dichiararsi?- chiese lei. Io ridacchiai -Tanto probabilmente.- Ma mai quanto me.

Tornammo a parlare, ma poi arrivò Lee che dopo aver cambiato le bende ad Olivia le diede anche quell'ambrosia in cui avevo chiesto di mettere un sonnifero, doveva riposare.

Dopo circa trenta secondi Olivia si addormentò ed io sorrisi dolcemente, per una volta sembrava rilassata.

Lee mi fece il pollice in su ed io lo ringraziai.

-Si sveglierà tra circa un'ora- poi se ne andò. Sarei rimasta lì, tanto non avevo molto da fare, anzi, almeno potevo guardarla indisturbata.

Poi arrivò dopo un po' anche Will. -Probabilmente si è fatta male di nuovo mentre era nella foresta, non sai quando potrebbe essere? Non eri con lei?- abbassai lo sguardo, colpevole.

-Si deve- titubai un attimo e guardai la ragazza -Forse si è fatta male prima che arrivassimo, però non, non mi ha detto niente- pensò per un attimo. -Per ora i piani rimangono gli stessi, dovrà stare qui altri cinque giorni, più riposa è meglio è- feci un sì con la testa poi Will se ne andò.

Io rimasi lì a guardare Olivia con quella voce nella testa, la mia voce.

Non conti abbastanza per lei.

Non si fida di te.

Non sei più che un'amica.

Quella che indossa è una maschera.

No no nononono. I miei respiri si fecero più veloci anche se cercai di renderli silenziosi, i miei occhi si colmarono di lacrime che fortunatamente riuscii a trattenere e ricacciare indietro. Presi la mano di Olivia e riuscii a calmarmi un attimo, anche se forse la strinsi troppo forte perché la svegliai.

Guarda che se le fai male non migliori la situazione con lei.

SILENZIO, voglio silenzio per un attimo. Mi ritrovai stupidamente a pensare.

La guardai è l'unica cose che volevo fare era baciarla, ma la preoccupazione non mi fece muovere.

Il non essere abbastanza non mi fece muovere.

-Quindi?- chiese lei. Respirai un attimo. -Quindi dobbiamo parlare.-

-Che c'è?- -Perché non mi dici mai quando ti fai male?- chiesi forse con un po' la voce spezzata.

Lei non rispose, e forse sarebbe stata meglio una coltellata, fosse la prima che prendevo.

-Tu non ti fidi di me.- avevo lo sguardo basso, non riuscivo a guardarla negli occhi.

-Cosa?-

-Tu non ti fidi di me!- ripetei, cercando in ogni modo di trattenere le lacrime.

-Giada no...- -E allora perché non mi dici mai nulla? Non mi dici quando ti fai male, che succede a casa, con i tuoi fratelli... come faccio ad aiutarti se non ti conosco?- chiesi, il respiro che si faceva di nuovo pesante, le lacrime che cominciavano a scendere e la voce nella mia testa che mi metteva solo dubbi su dubbi.

-Non ti fidi, e quindi non me lo dici!- -No, no non è assolutamente questo...- -E allora cos'è?!- chiesi.

Non sei abbastanza.
No, smettila di dire così
Quel bacio è stata pura casualità, non penserai che volesse dartelo, spero
Zitta! Zitta! Fammi credere!
Tu vali zero, come pretendi che tu possa piacerle
Lo so, lo so, ok? Non me lo ripetere...

-Non... non- diceva lei, e ora piangeva anche lei. Ma che avevo fatto?

Sono una cretina
E se fosse una maschera anche questa?
No. Olivia non lo farebbe mai.
Quale Olivia non lo farebbe mai
Lei è sincera con me
Ma non ti dice quando sta male

-Non lo sai neanche tu il perché- dissi, non sapevo nemmeno che tono avevo assunto, era come se non controllassi più il mio corpo. Ero disperata, in preda all'agitazione.

-NON LO SO IL PERCHÉ D'ACCORDO? NON LO SO, PRIMA DI TE NON MI FIDAVO DI NESSUNO, NON PUOI PRETENDERE CHE IN UN ANNO CAMBI TUTTO. NON SONO ABITUATA, MI RIESCE DIFFICILE.- urlò lei.

E questo che vorrebbe dire?
Dovevo pensare

E così uscii dall'infermeria, con le lacrime agli occhi, e andai verso la mia cabina.

Cercai Clarisse ma mi ricordai che non c'era.

Passò una buona mezz'ora, una mezz'ora inutile dove rimasi lì a non fare niente, solo a rimuginare su tutto.

Poi entrò Sol è si sedette sul mio letto, accanto a me.

-Olivia mi ha detto che è successo- -Mh- lei mi guardò male.

-Questa tua paura deve finire- -Non riesco, Sol. Non riesco proprio- -Ce la puoi fare- -Come? A volte sembra fidarsi ciecamente di me ma quando deve dirmi che sta male non fa nulla!- -Non è abituata a dire queste cose alle persone, dalle tempo- annuii con la testa.

-Vai- -Dove?- -A fanc- iniziò - cioè volevo dire, vai da lei- -Mi odierà- -No. E ora vai- sbuffai -Va bene-

-Mi raccomando baciala!- mi urlò dietro ma questa volta non arrossii, mi concentravo solo su Olivia. Ritornai titubante in infermeria ma qualcuno mi venne contro per sbaglio.

Mi sembrava fosse un figlio di Demetra. (Ve l'eravate dimenticato, vero?)

Sembrava leggermente spaventato.
-Ehi Giada- non sapevo che dire in realtà -Ciao? Mi ripeti il tuo nome per favore?- -Riccardo Floren- Ah, sì. Era arrivato circa due anni fa. -Ti va di uscire?- -Dall'infermeria? No grazie-

-Intendevo uscire con me- Non di nuovo ti prego, ma perché l'unica persona che volevo mi chiedesse di uscire sembrava non calcolarmi?

-Guarda, come dirlo in modo gentile- -Lo so che ti piacciono le ragazze, ma forse non hai ancora trovato il ragazzo giusto, dammi una possibilità- vidi Olivia che ci guardava confusi dal suo letto. Ehm, non ora Olivia.

-Ora devo andare, vorrei essere gentile ma la mia risposta è "no". Bene, ci vediamo- poi me ne andai da Olivia e la prima cosa che feci fu abbracciarla.

-Scusami-

BENE
Mi ci è voluto un po' Peró è abbastanza lungo dai
Ora invoco la grande genia Cassie_Wayland che spero si rimetta presto (ti comprendo sappilo)
Eh
Spero che vi sia piaciuto
Ciao

Progetto The Poisoned CampDove le storie prendono vita. Scoprilo ora