Cos'è tutto questo? - Sol Santos

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L'unica cosa che ricordo: i cavalli che facevano sbandare la biga, io che volavo via e che urlavo. Poi buio.

Vedevo la casa grande, ma ora era tinta di rosso e Tantalo era davanti a me chi rideva sguaiatamente. La testa mi faceva male e intorno a me notai delle fiamme. Le cabine erano pervase dal fuoco e l'unica ancora in piedi era quella di Efesto, immune al fuoco. Non c'era nemmeno un semidio oltre a me. Più passava il tempo e più mi sentivo la testa scoppiare. Vidi i Tori della Colchide correre per il campo deserto e dei piccioni con artigli fin troppo lunghi volare sopra di me, come se fossi la loro preda.

Mi toccai automaticamente il polso ma con mia sorpresa il mio bracciale non c'era. Cazzo. Corsi verso l'armeria dove trovai Eric di spalle. -ERIC!- gridai ma sembrava ignorarmi. -ERIC, GIRATI CAZZO- nessuna risposta, nessun cenno. Provai a girarlo con la forza ma si opponeva. Vidi quegli strani piccioni avvicinarsi sempre di più.

Presi alla svelta un arco e delle frecce e iniziai ad incoccarle verso gli uccelli. Nessuna freccia riuscì a colpirli. Non era che li mancavo io erano le frecce che li trapassavano senza ferirli, come se fossero fantasmi.

Ed ecco la testa che fa sempre più male. Il dolore mi fece persino cadere in ginocchio.

"Cazzo, Sol! Pensa a cose positive! Usa i tuoi poteri, fa qualcosa!" provai a pensare ma il mio corpo non si muoveva più, riuscivo a malapena a muovere la testa e avevo lacrime che mi solcavano il volto.

Poi Eric si mosse e con una spada iniziò ad uccidere gli uccelli, uno ad uno. Finito il lavoro si girò verso di me e mi guardò con sguardo sprezzante. -Sei inutile- mi sussurrò all'orecchio. Avevo il corpo che tremava, la testa che scoppiava e il cuore a mille. Però quel cuore si fermò e io vidi tutto buio per la seconda volta.

-Sol- l'eco della voce di mia madre. Volevo chiedere dove fosse, che mi spiegasse quello che mi stava succedendo, volevo anche solo un suo abbraccio, un abbraccio materno, di quelli che non ho mai avuto. -Sol- mi richiamò mi girai ma non vidi nessuno. Tornai a guardare avanti e finalmente la vidi.

-Che mi succede, madre? Dove sono, che posto è questo?- intorno a me era tutto buio e l'unica fonte di luce era la dea davanti a me. Iride aveva la pelle pallida, come se fosse albina. Aveva occhi azzurri e i capelli erano biondi con sfumature verdastre. Indossava una maglietta viola e dei jeans.

-Sei diversa dall'ultima volta- constatai titubante una volta osservato il suo aspetto.

-Non ha importanza, Sol- mi fece un leggero sorriso -Ora devi solo svegliarti- -Sve svegliarmi? Che significa? Cos'è tutto questo?- Si avvicinò e si inginocchiò davanti a me. Mi prese delicatamente la guancia con la sua mano e mi asciugò le lacrime. -Devi svegliarti, Sol. Ti prometto che un giorno ti inviterò da me, parleremo e mi farai tutte le domande che vorrai, ma ora ti devi svegliare- mi lasciai cadere anch'io sulle ginocchia. Mia madre mi diede un bacio sulla fronte e poi scomparve. E io ricominciai a piangere. Che vuol dire che dovevo svegliarmi?

-Luce, ti prego rimani- sentii i sussurri di Giada. Volevo dirle che non me ne ero mai andata ma non la vedevo da nessuna parte. -Si sveglierà- la confortava qualcuno. Olivia. -Ehi! Ma vi siete baciate di nuovo mentre non posso vedervi?!- provai a strillare, nessuna risposta. Ma perché? Perché nessuno mi sentiva?

Poi iniziai a sentire qualcuno che mi teneva la mano in un modo protettivo. Iniziai a sentire il via vai di persone e le persone che parlavano. Capii cosa intendeva mia madre, cosa intendeva Giada. Aprii lentamente gli occhi.

BENE
SOL SI È SVEGLIATA
FINALMENTE
Cassie_Wayland Evita di uccidermi i personaggi che fai casini
Spero che il capitolo di Sol vi sia piaciuto
La nostra Luce anche in coma pensa alla Giadivia (almeno con la testa ci sta)
Eh beh
Ciaone

Progetto The Poisoned CampDove le storie prendono vita. Scoprilo ora