CAPITOLO 1

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Estate 2022
Pov's Nina

Il mio nome è Nina ho 20 anni, sono di Roma. Sono una ragazza molto introversa, con tantissimi difetti, tutto sommato credo di avere un pregio non da poco: l'Altruismo. Il voler bene alle persone e metterle prima di me, mi fa sentire una persona migliore, sono anche una ragazza molto precisa e forse un po' troppo pignola; mi fa davvero innervosire che gli altri mettano in disordine dove io ho già sistemato con così tanta accuratezza. Ho una splendida famiglia che amo infinitamente: dei genitori che mi hanno dato tutto e dei nonni che mi hanno praticamente fatto da genitori, purtroppo però, loro non sono più a Roma con me. Si sono trasferiti nel loro paese di origine, un paesino tra le montagne della Lucania dove spesso passo con piacere le mie vacanze.

Ed eccoci, dopo tanta attesa ed infinite scocciature a lavoro, finalmente è arrivata l'estate!

Beh, finalmente ero in vacanza ma non ho mai perso l'abitudine di alzarmi presto la mattina, devo dire che all'inizio mi fa sempre un po' strano non andare a lavorare, ma ci si abitua prestissimo.

Ritornando a me dopo questa breve introduzione, mi alzo, mi lavo e mi vesto ed esco a prendermi un caffè insieme ai miei due amici Pablo e Ros che non vedo da pasqua, prendo i documenti, chiavi, telefono e le mie immancabili sigarette, esco di casa e parto, passo prima a prendere mia sorella Tini da mia nonna e riscendo verso il bar dove mi aspettano i miei amici con il sorriso. Ci salutiamo e ci abbracciamo come se non ci vedessimo da secoli, prendiamo un caffè e nel mentre ci raccontiamo tutto quello che è successo; ad un certo punto mi guardo intorno notando la bellezza di questo paese: i suoi colori e le sfumature; il prato sempre verde; le montagne che pian piano sfocano e si perdono nell'immensità del cielo e le sensazioni che provo guardandolo la gioia, la semplicità di questo posto e l'infinita brezza al mattino quando ti svegli, la pace e la tranquillità, i ritmi lenti delle persone che fanno tutto con calma, con quella lentezza che chiunque viva in città non sa cosa significa, l'odore della brace che unisce tutta la famiglia.

Tra il paesaggio e il bar, si estende una villetta: la parte più bella del paese, dove i bambini possono giocare liberamente senza che sia pericoloso. Nel frattempo sentivo i miei amici che mi parlavano, ma io ero in stato di trance, così immersa nel paese che mi ero distratta, cosicché Pablo mi dovette dare una pacca sulla spalla per ritornare alla realtà.

Pablo mi chiede: "com'è andato quest'anno?" e io rispondo: "beh! Regà come poteva andà, tra lo studio e il lavoro non ho avuto tempo nemmeno di uscire per divertirmi, ero stanca morta ogni sera, però questi giorni ci rifacciamo, vero!".

Mi risponde pablo col suo finto accento romano: "avoja" e la mia amica: "assolutamente, ci divertiremo" allora divertita rispondo: "daje, regà mò si che se ragiona".

Mentre continuiamo a parlare del più e del meno ci accorgiamo che insieme a mia madre, sta venendo la sua amica con la cognata (davvero una bella donna, con quest'ultima avevo una cotta l'anno scorso, però ho capito che non ci poteva essere niente, più che altro per la mia famiglia e la sua. E che nessuno sa del mio orientamento a parte i miei amici, quindi avendo paura lasciai perdere). Ad un certo punto mia madre ci chiede se vogliamo qualcosa e noi rispondiamo di no e m'informa che si sarebbe seduta sotto il gazebo.

Li salutiamo con un cenno della mano in generale e continuiamo a parlare, nel frattempo mi giro perché mi sento osservata e guardo verso il tavolo di mia madre e incrocio un paio d'occhi neri come la pece che mi stavano fissando e non ne capisco il motivo, cerco di fare finta di niente e mi giro verso i miei amici e gli chiedo se fosse vero quello che avevo intuito e loro confermano insieme a mia sorella Tini accortasi di tutto che mi sta mangiando con gli occhi.

Con una scusa vado verso mia madre e l'avviso che andiamo a farci un giro e saremmo ritornati in serata, tutto sotto il suo indecifrabile sguardo come se fosse gelosa, faccio finta di niente e ritorno a parlare con mia madre che mi dice di divertirmi e cosi ci incamminiamo.

Insieme a mia sorella e ai miei amici optiamo di andare al mare per una bella passeggiata e una bella mangiata di pesce, faccio una storia dove condivido il tramonto con una frase:

Passerà il mare dinanzi ai miei occhi

vedrò la sua profondità

e sentirò la sua voce.

Dopo la condivisione ritorno a chiacchiere con i miei amici, ritornando verso casa con le canzoni in sottofondo, mentre guido mi arriva una notifica e faccio controllare il telefono a Pablo e mi dice che una persona mi ha messo mi piace alla storia ed ha anche risposto, io gli dico che controllo dopo perché non voglio distrarmi dalla guida e cosi continuo verso la strada di ritorno.


FATEMI SAPERE COM'E'! E' LA MIA PRIMA STORIA.

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