Capitolo 8

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Torno in palestra.
Tutti giocano sia a basket che a calcio. Una pallonata mi arriva diritta in bocca. "Cazzo!" Urlo dentro di me. Cado all'indietro e batto la testa dietro il muro. Tutti ridono.
Che dolore.
Metto il palmo della mano sul labbro inferiore.
Merda. Penso. Sono piena di sangue. Sputo fuori dalla porta e corro in bagno, una lacrima mi solca il volto. Sbatto contro qualcuno ma non importa continuo la mia strada.

Apro l'acqua gelida e me la butto sulla bocca. Mi guardo allo specchio e ho un enorme taglio. Cazzo come faccio ad andare oggi da Marco conciata così. Si incazzerebbe con me e di sicuro con chi mi ha tirato la pallonata..a appunto chi è stato?

Ritorno in palestra. Lorenzo viene subito verso di me.
"Sai quando si va a sbattere contro qualcuno non si chiede scusa, mi hai anche sporcato di sangue"
"..scusami" dico sempre toccandomi il labbro.
"Aspetta quì" annuncia. Sara ci sta fissando.
"Non import-"
"Non me ne forte un cazzo di chi ci sta guardando" dice.
Emh ok. Ma calmo.
"Ora vado a prendere del ghiaccio. Tu aspetta quà"
Corre verso l'uscita della palestra.

Torna con il pacco di ghiaccio in mano.
"Ecco.." me lo posa sulla ferita. Ahi!
"Faccio da sola" rispondo.
Gli strappo il ghiaccio di mano. Cosa vuole e come mai fa il gentile. Poco fa mi ha trattato di merda. Non che mi sorprenda ma.. Vabbè lasciamo stare.
A quel punto rimane a fissarmi.
"Cosa hai da guardare. Và pure." Annuncio. Ridacchia si volta e se ne va.

Mi volto verso destra e noto una felpa col cappuccio verde e il corpo grigio. Mi ricorda qualcosa. La prendo in mano.
Ma un attimo.
Mi ritorna alla mente la sera prima
Questa è la felpa del ragazzo che ieri sera mi ha minacciato.
La terrò con me. Poi chi avrà bisogno comincierà a chiederla.
Mi avvio in classe dato che l'ora sta per finire. Mi lego in vita la felpa.
Mi siedo al mio posto.
Poco dopo suona la campanella e la classe torna.
Lorenzo entra in classe e sj siede davanti a me. Lui non ha un posto preciso.
Avremo chimica.
Merda il progetto. Lorenzo si volta e sgrana gli occhi. Ci capiamo subito.
Ho un'idea.
"Prof possiamo uscire un attimo io e lorenzo?" La classe si volta e credo sia rimasta stupita dalla mia domanda.
"..si"
"Grazie"
Ci alziamo.
Lui mi blocca prima che esca. "Prendi lo zaino"
"Eh?"
"Ho detto prendi lo zaino!" Alza un pò la voce.
Lo guardo un attimo, che ha un testa.
Prendo lo zaino e lui lo stesso.

Appena usciti mi prende il polso.
Comincia a correre.
Che cazzo fa? Sta andando verso l'uscita
"Cazzo fai?" Dico
"Scappiamo" dice
Mi fermo e tiro il suo braccio
"Cosa? Scappiamo? Lorenzo vuoi tornare in presidenza?"
"No Erika, non voglio un due. Non mi interessa del preside, tanto ormai me la passa tutte le volte."
"Certo a te, ma a me no!"
"Fottesega"
"Ma sei pazzo?"
"Sì l'hai capito ora?"
Sbuffo.
"Senti io torno in classe" do uno strattone al braccio e mi lascia. "Ti fai quel che vuoi!" Mi avvio per tornare dentro. Ma mi prende per i polsi e mi appoggia al muro.
Ma cosa ha?
"Non te lo permetto! Io il 2 per te non lo prendo" mi cade la felpa della palestra.
"Che cazzo ci facevi con la m felpa!"
"Non lo so l'ho trovata in palestra sulle scale, era tutta sola soletta."
Le mie idee erano giuste. Appena mi lascia lo spingo.
"Bene! Allora quello che mi a minacciato eri tu ieri sera! Stammi lontano non osare toccarmi, né avvicinarti a me! Io faccio quel che voglio! Non sarai di certo tu a dirmi quel che devo fare. E se a me Lorenzo piace, tu non puoi farci nulla, rassegnati ogni cosa ti abbia in mente!" Dico tutto d'un fiato. Appena finisco prendo un respiro.
Sembra scioccato. È rimasto bloccato.
"Eh?" Dice ridacchiando.
"Oh lo sai benissimo!" Urlo.
"Shhhhh non urlare" dice avvicinandosi pericolosamente a me e tappandomi la bocca con la mano.
"Vuoi che ti chieda scusa? Va bene scusami, l'ho fatto per essere una volta cortese nella mia cazzo di vita. Ma prometti di stare zitta?" Dice quasi in un sussurro.
Annuisco. Esita un attimo a lasciarmi, ma poi lo fa.
Ritorno a respirare regolarmente.
Cazzo gli passa per la mente. Okay hai chiesto scusa ma non credere di passarla liscia.
Si allontana.
"Scusa " ripete
"Sì sì va bene, ma ora zitto!" Dico
Aspetta un attimo a parlare ma si riavvicina.
Mi prende per i fianchi e mi abbraccia per poco ma lo fa. Io non ho nemmeno il tempo per rendergli nulla. Ma riesco a percepire il suo odore. Che nonostante sia stato in palestra sa ancora di buono.
"Ora che mi sono umiliato abbastanza per una come te.. andiamo per favore?" Esito un attimo. Fra me e me dico se lo sapessero i miei..
"..e va bene"
"Mancano solo due ore.. non diranno niente" dice
"Oh no. Mi daranno sia un 2 perde il lavoro non l'ho consegnato e una nota disciplinare per aver fatto sale le ultime due ore"
"Pff. Chissà cosa è!" Dice lui.
Di rimando dico "so che tu sei abituato, ma io no!"
Ridacchia. "Sappi che non so o abituato.."
"Certo. Me la dai a bere" rido
Sembra serio. Forse non mente.
"Senti famo così. Io torno in classe" dico "e mi invento una scusa per te ok?"
"Eh no cara mia!"
"Sì lorenzo.. ciao."
Faccio per ritornare indietro ma mi prende per le gambe e la schiena e mi mette sulla sua spalla. Che caspita..!
" Lasciami!" Urlo e scalcio.

È stato così per un buon quarto d'ora e ho visto sparire la scuola piano piano. Alla fine mi sono arresa. Adesso ho poggiato i gomiti sulla sua schiena.
"Non puoi lasciarmi adesso??" Dico
"No.. non mi fido di te bella" ridacchia
"Mi fa male lo stomaco a sta quassù!"
"..quanto sei lagnosa!"
"Ha-ha-ha" rotto gli occhi. "Avanti non posso scappare ora!" Mi lamento.
Poco dopo mi ritrovo con i piedi per terra. "Grazie" dico. Mi aggiusto la maglietta e i pantaloni. Rimetto lo zaino ben in spalla e vado dalla parte opposta.
Mi ferma il polso "Dove vai?"
"A casa mia. Mi vuoi portare alla tua?"
"Naah, ma sai..andare a casa ora.."
"Che ti importa, vuoi stalkerarmi?"
"Avanti Erika ti ho già chiesto scusa, finiscila non succederà più ok?"
Non rispondo. Mi libero dalla sua presa.
"Dove vorresti andare sentiamo?"
"Al parco"
Sgrano gli occhi "ma sai quanto è lontano?"
"Sì lo so, ma se ti fanno male le gambe posso portarti tranquillamente in braccio come prima" si avvicina
"Oh no no, andiamo" dico io allontanandomi.
"Ecco forza"
Sì avvia e lo seguo. Meta parco.

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