Capitolo 3

319 22 0
                                    

Sono tutta sudata, mi alzo e mi fo una bella doccia. Torno in camera con l'accappatoio. Mi vesto con un maglione largo bianco e blu, un paio di jeans neri e un paio di vans bordeaux.
Scendo e sono sola. I miei lavorano in panificio quindi sono sola tutto il giorno essendo anche figlia unica. Lavorano dalle 5 del mattino alle 11 di notte, quindi nn hanno nemmeno molto tempo per me e bhe li capisco quel poco che mi danno è un bacio quando tornano e se mia madre ha voglia mi prepara da mangiare. Ma le risparmio tutto, cucino io.
Guardo l'ora sono le 6:30, fra 30 minuti passa il pullman, così salgo e mi trucco, eyeliner matita nera mascara e fondotinta. Sono orrenda senza, non che cambi molto se lo metto, ma meglio di nulla. Prendo lo zaino e parto. Ah già quasi dimenticavo, sono Erika come avrete capito, ho 15 anni e mezzo e vivo a Chicago, amo un sacco i bambini, perché sono spontanei e sinceri e odio tutto il resto. Sono una ragazza semplice e molte volte non vengo accettata per quel che sono e devo dirvi, anche se avrete capito, ho un problema grave all'occhio. Purtroppo gli altri non aspettano altro che prendermi in giro e aggredirmi, non aspettano altro che farmi sentire diversa..insomma. In tutti questi anni ho dovuto subire tanti problemi, tante persone, tante faccie, tante tante cose. Ho gli occhi verdi i capelli neri e sono completamente sola, se non ci fosse Emanuela, la mia migliore amica. Lei ha sempre accettato il mio problema e nn si è mai vergognata di ciò che ero. È sempre stata orgogliosa, lei mi dice sempre che mi prende come esempio, è la cosa mi fa piacere, mi ha sempre giudicato una ragazza bella, sia dentro che fuori. E la ringrazio. Purtroppo lei si è trasferita a Los Angeles e non ci vediamo spesso, quindi mi correggo, sono sola quasi sempre. Solo 5/6 volte all'anno, quando viene quà a Chicago. Sono single e nn ho mai baciato nessuno. Sarà molto ridicolo per una ragazza della mia età ma nn importa. Prendo il mio LG e e cuffie e mi dirigo alla fermata. E prendo sempre gli occhiali, per nascondere tutto. Purtroppo la mattina nn posso metterli passerei come quella che si mette gli occhiali da sole la notte. Quindi cammino a testa bassa e se passa qualcuno mi giro dall'altra parte. Sinceramente mi sono stancata di rimanerci male e fingo che non mi interessa. Però se ci ripenso alle cose che ho subito e piango, certe volte ho bisogno solo di sfogo e piango Conuqnue, oppure riaccade tutto e piango. Vi chiederete, ma questa non è capace ad affrontare le cose e ad essere forte e farsi rispettare? Fidatevi, quì farsi rispettare nn è facile, con tutta sta gente, avete presente quando c'è troppa rabbia e nn siete capaci a rispondere? Ecco io sono sempre in questa situazione. Cmq andiamo avanti.
Mi metto le cuffie metto la riproduzione casuale e esce Chandelier di Sia. Sorrido alla prima nota e comincio a camminare incrocio Lorenzo. Il ragazzo della 2B, tra l'altro il primo che non perde occasione per parlare alle spalle di me. Io mi chiedo se a volte la gente nn si stanca di prendere in giro le persone per la solita cosa, cioè dopo un pò non si annoiano? Bah..
vabbè. Aspetto 10 minuti alla fermata. Lorenzo si siede sulle panchine e sembra più serio del solito. Gli passo davanti e bn lo guardo. Metto una cuffia si e una no. Appena gli passo davanti, "Giorno" dice
Piego appena la testa e dico
"G-giorno"
"Come va?"
Ma che gli prende
"Bene a te?" Sempre di spalle dico.
"Tutto okay" dice. "Senti posso farti una domanda?"
"Che tipo di domanda..?"
"Una domanda seria"
"Dimmi"
"Perché quelle poche volte che ti parlo stai di spalle e non mi guardi?"
Il cuore accellera "non ti dovrebbe interessare.."
"Ma invece si"
"Non so affari tuoi"
Vedo con la coda dell'occhio che si alza.
"Se magari non stai di spalle.. perché sai sta arrivando il pullman"
Mi volto, appena lo fo il pullman si ferma, salgo e mi siedo. Io incima, lui infondo.

Passa una buona mezz'ora e arriviamo davanti a scuola. Scendiamo tutti. O almeno quasi tutti.
Esco a testa bassa, come al solito mi aggiusto i capelli e mi fisso le scarpe, una cosa che faccio da quando sono piccola. Mi viene spontaneo.
Mi dirigo all'entrata. Vado in classe perché mi attengono 5 ore di lezione pese, essendo anche in classe con Lorenzo.

"Diversa"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora