XVIII: Orlo del Pianto

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I nostri pensieri sono i nostri peggiori nemici, ti possono persino arrivare a deviare l'umore, il proprio stato mentale che spesso non è neanche così resistente.

Certe volte tanto vale non pensare a niente giusto?

Fosse così facile...

È una cosa prettamente impossibile, ciò almeno se non ti stai facendo niente. Invece, se impegnato, ci sono svariate possibilità.

Lo si impara a proprie spese, a gestire l'ansia, a cercare di combatterla, a combattere le visioni negative del mondo.

Spesso non basta e siamo costretti a qualcos'altro pur di non rimanere chiusi, alla mercé della propria considerazione personale. Qui intervengono i fattori esterni, quelle figure che ti possono aiutare o ti possono condannare.

Una velata di giudizi che ti possono risanare o ti possono distruggere.

Una velata di giudizi che ti danno la compagnia giusta o ti faranno chiudere ancora di più in sé stessi.

Il significato delle due figure viste da quelle immagini così spezzettate e distorte? Nessuno lo sa. Orin era sicuro di una cosa...

Una stava soffrendo e l'altra no. E no a soffrire non era la figura che era diversa a terra dopo l'attacco dell'altra. Un po' come mille sensazioni di versioni distopiche della propria consapevolezza quando la realtà non è mai davvero descritta. Versioni false di mille concetti psicologici, che sembravano essere state create da quello strano posto.

Che si trattasse di un dungeon posto a segnare il vero io dei Pokémon? Quel dungeon forse avvertiva che quello era un umano?

No, la realtà era ben diversa.

Semplicemente non era stato l'unico ad avvertire quelle sensazioni. Tutto era accaduto in comune con i suoi compagni di squadra, ma non con i criminali. Forse perché loro avevano già capito la propria personalità? Non ci era dato sapere.

Orin questa cosa non la sapeva, era sicuro di essere l'unico ad avvertire quelle cose, quando di fatto non era assolutamente così, forse ne era una vittima?

Forse è quello il motivo vitale per cui la Pokémon Prateria aveva evitato un dungeon così pericoloso? Non voleva vivere quelle sensazioni? Probabilmente lei era a conoscenza di tutto, voleva semplicemente evitare i pensieri che avrebbero potuto andare contro la loro missione.

Ma esattamente...cosa rappresenta la forza dei sentimenti? Era qualcosa che effettivamente esisteva? Certo, esisteva senza dubbio.

In fondo il sentimento è l manifestazione del proprio io, pertinente agli affetti e alle emozioni. Una partecipazione emotiva, incontrollata che svettava nei cuori degli esseri viventi. D'altronde in questo mondo non esistono esseri in grado di non provare emozioni giusto, giuste e sbagliate che siano, sono sempre emozioni.

Questi erano pensieri e sentimenti, due sensazioni di comune accordo, che si possono aiutare o corrodere a vicenda. Alla fine è un po' come un aiuto descritto prima, si avrà sempre aiuto ma non si sa se fisico o spirituale, maligno o genuino.

Era inutile soffermarsi in particolari inutili in quella situazione, il team Paradise lo sapeva bene, ecco perché avevano completamente ignorato tutte quelle sensazioni, facendo finta che non esistessero, in modo da non creare preoccupazione agli altri compagni di squadra.

La valle del pianto era un dungeon davvero unico nel suo genere, in grado di scovare nel proprio animo, magari facendo risorgere sentimenti positivi o negativi, tutto dipendeva dal soggetto. Questo era il motivo per cui la Pokémon Prateria non era venuta, lei non voleva farsi scrutare nell'anima, non voleva vedere quelle sensazioni, non voleva vedere altro.

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