Pokemon Super Mystery dungeon Portali sull'infinito

XXVI: Sorteggio

A volte il destino può essere davvero crudele, non si può mai sapere cosa sta per succedere, fino al momento in cui accade. Ma tutto quello era accaduto fin troppo in fretta, figlio di una decisione forzata dal destino.

Tutti volevano partire alla volta di quel posto misterioso e pericoloso, per poterne comprendere i segreti, per poter rispondere alla risposta di uno scienziato che non vedeva l'ora di investigare. Eppure quel "tutti", era stato smontato e frantumato da una regola di cui nessuno riusciva a trovare un senso.

Ma alla fine il destino non si può controllare, fa il suo corso inesorabile e tortuoso che penso ripaga per i suoi peccati ma quello sarebbe stato il futuro e ora si sta parlando del presente, un presente che non può prevedere.

Il tutto verrà lasciato alla sorte o accadrà qualcos'altro di Inaspettato? La risposta a questa domanda sarebbe accaduta all'indomani ma noi siamo ancora nel presente, nel dono della vita.

Ost: Expedition Society: Music Box (Super Pokémon Mystery dungeon)

L'umore non era proprio dei migliori, Virizion era andata a casa dopo aver scoperto della decisione del gruppo, non riusciva a capire nulla, forse nemmeno voleva farlo. Lei non voleva andare in quel posto maledetto, non voleva andare in quel posto che le aveva causato tanto dolore e sofferenza. Quella lettera era stata il punto di svolta della sua vita, che l'aveva trasformata in una macchina senza emozioni e che ripudiava la debolezza, a tal punto da arrivare ad offendere involontariamente il prossimo, per affidarsi unicamente a Pokémon forti da cui avrebbe potuto trarre beneficio. Eppure il destino non voleva quello, sembrava che la stesse trascinando in quel inferno ghiacciato, apposta per rispondere alle domande che continua a portare in fondo al suo cuore.

Le parole di quella lettera continuavano a risuonare nella sua mente come tamburi, una parte di sé voleva davvero trovare una risposta a tutto quello, l'altra parte aveva paura di quello che avrebbe potuto scoprire. Temeva di scoppiare a piangere davanti a tutti, in fin dei conti fino a quel momento era stata brava a nasconderle, più o meno. Eppure quella volta che aveva parlato con Orin, proprio in quel momento una strana sensazione si fece spazio nel cuore della Pokémon Prateria forse era...

Sollievo!

Si era sollievo, un sentimento che non provava più da parecchio tempo, non lo sapeva nemmeno lei il perché. Forse la consapevolezza di aver liberato il suo io debole e non essere stata giudicata per questo, le aveva trasmesso in senso di tranquillità che in quel momento le stava dando la forza, nonostante la voglia, di andare in quel posto per potere scoprire finalmente la verità. E se il sorteggio sarebbe andato male? In quel caso se ne sarebbe fatta una ragione e avrebbe rinunciato a quella faccenda una volta per tutte.

Eppure, stare in quel posto nonostante tutto e nonostante i pianti, forse la stava cambiando. Era da diverso tempo che non riusciva più a esprimere i suoi sentimenti e, almeno nell'ultimo periodo, era riuscita a piangere così tante volte che il suo cuore si stava svuotando da tutto il male che aveva raccolto da quando aveva ricevuto quella maledetta lettera. Lei stessa credeva che piangere rendesse deboli, che fosse solo la sua manifestazione, invece si stava rendendo conto che si trattava di altro. L'inesorabile destino la stava portando a scoprire la verità, ma non da sola, ma insieme a fidati compagni che la stavano aiutando a superare quel momento e non poteva che essere felice.

Almeno questo è quello che la Pokémon Prateria relegava nei propri pensieri, senza però riuscire a esprimerli nella propria interezza. Da quel lato era molto brava, doveva ammetterlo. Lei guardò il cielo illuminato dalla sottile luce della luna, che riusciva a rendere la notte un po' meno buia. Si rese conto della magnificenza della notte e di quanto fosse capace di far creare un dialogo tra mente e cuore grazie alla sua tranquillità, alla sua leggerezza. Leggerezza che al tempo stesso poteva rivelarsi davvero molto pesante.