XIX: Rimembranze dolorose

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Molto spesso si ha la consapevolezza dei propri sentimenti, dei propri pensieri che possono scaturire in azioni che spesso non accettiamo. Ci sentiamo vuoti, fragili, non adatti a vivere, sentiamo il nostro cuore battere all'impazzata come tanti battiti su un tamburo.

Non sono cose che possono essere controllate, non è possibile, sono cose che vengono solo e se ne vanno sole. L'unica cosa che si può fare è mantenerle fragili con la mente, ossia non agevolare il processo dell'ansia.

È un qualcosa di davvero brutto, un sentimento che ti incatena il cuore, come se fosse sotto controllato, pronto a esprimere tutto il proprio disappunto in varie versioni. La nostra mente vive per questo, per crearci problemi, forse per vedere se siamo abbastanza forti da superare quei limiti mentali che ci pone.

Alcune riescono a liberarsene senza problemi, sono coloro che riescono a inquadrare i loro problemi, coloro che riescono a trovare anticipatamente il modo per combatterli. Altri invece non riescono mai a trovare un modo, finendo per vagabondare nei propri pensieri, nelle proprie paura e nei propri ricordi.

Come ho già detto non sono cose che si possono controllare, sono cose che vengono sole, che non vanno via facilmente, in compenso si possono stabilizzare.

Eppure i ricordi sono la parte più difficile da stabilizzare, da comprendere, perché nascondono il lato tetro di ognuno di noi, quello che rappresenta il nostro io inferiore, azioni belle o brutte che appartengono al passato. Arrivano nel bel mezzo dei pensieri intrusivi, in questo caso sono cattivi, oppure ricordi piacevoli che vengono estrapolati a forza durante una chiacchierata.

Eppure i più pericolosi sono i primi. I primi pensieri sono quelli che vanno esaminati e studiati per poi suddividerli in cattivo o buono, quasi come se fosse una libreria o una biblioteca.

Potrebbe tranquillamente trattarsi di una biblioteca magica infinita, che mantiene tutti i nostri pensieri, paure, prove di coraggio e tante altre cose.

Però beh...

Manca una cosa:

La Fiducia.

In questo mondo la fiducia per il prossimo è il principale protagonista della biblioteca magica dei nostri pensieri. Fidarsi porta a raccontare cose sempre più private ma, come dice il detto, non fidarsi è meglio.

Si da troppa fiducia, ma si ottiene solo prese in giro, almeno questo è quello che stava pensando la Pokémon Prateria in quel momento. Era l'unica che non si era unita alla chiacchierata serale, in merito alla giornata piena passata.

Era sopra alla collina del villaggio, mentre continuava a guardare quell'immenso panorama.

Ost: Expedition Society (Super Pokémon Mystery dungeon)

La sua mente era in subbuglio, per quello che aveva che aveva sentito quello stesso giorno.

Andare al Gran Ghiacciaio?

Si poteva davvero? C'era davvero la possibilità di andarci? Non lo sapeva, una parte di sé non voleva, mentre l'altra lo voleva con tutto il suo cuore. Eppure Umbreon lo aveva detto chiaramente...

<<Se volevano le Metacarte, i casi sono due. O volevano interferire con le nostre ricerche o forse volevano rubarle per...andare al Gran Ghiacciaio>>

<<EEH?!?>>

Ci fu stupore tra tutti, quella erano l'ultima cosa che si aspettavano di sentire.

Pokemon Super Mystery dungeon Portali sull'infinitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora