5. dungeons

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Il giorno dopo, sembrò che il mondo stesse finendo.

I tuoni erano rimbombanti, la pioggia stava battendo contro le finestre del castello, era così fitta che Louis non riusciva nemmeno a vedere la torre dell'ala est dall'ufficio di Harry. Che era, sorprendentemente, dov'era rimasto tutto il giorno.

Harry aveva detto che era una giornata tranquilla, niente conferenze, niente chiamate, solo dei noiosi fogli del cazzo. Louis, il ragazzo straordinario che era, prese pietà di lui e fece gli onori di suonargli ogni singola canzone degli anni '80 che conosceva sulla sua chitarra acustica, sdraiato in una delle poltrone rosse con i piedi sull'altra e la chitarra in grembo.

Guardò fuori dalla finestra il temporale che scuoteva il terreno, e poi un secondo dopo girò la testa e guardò Harry, come i suoi occhi volavano sopra le parole e la sua mano scarabocchiava qualcosa con la penna in fondo al pezzo di carta con tale grazia che sembrava ingiusto. Ogni tanto, guardava il libro pesante alla sua destra, a volte girando pagina.

Louis lo osservò, le sue dita facevano il loro lavoro con le corde della sua chitarra. Aveva suonato vecchi classici probabilmente più spesso delle sue stesse canzoni, non aveva più bisogno di guardare in basso.

Questo andò avanti per ore, con non una sola parola condivisa tra loro, solo il martellare della pioggia contro le finestre, di tanto in tanto l'ululato del vento fuori e il crepitio dei tuoni. E una volta all'ora, Amanda portava loro del tè e chiedeva se desideravano altro.

"Questo è tutto, ho finito" Louis gemette e mise via la sua chitarra con attenzione, sull'altra poltrona. "Mi fanno male le dita"

Harry ridacchiò dal suo posto alla sua scrivania, non si preoccupò di guardare Louis. "Questo è stato assolutamente delizioso, grazie"

"Al tuo servizio" salutò Louis, accasciato su se stesso nel comodo cuscino della poltrona, la seta ricamata sulla schiena mentre scivolava più in basso su di essa. "Che libro è? La Bibbia?"

Harry si fece solo una risata, sollevando il libro per mostrare a Louis il retro. Era così marrone e oro e vecchio, che le lettere non sembravano nemmeno in inglese, Louis non riuscì a leggerla.

Ma dal momento che non l'avrebbe mai ammesso, mugolò di sorpresa e annuì. "Buon libro"

Harry sembrò vedere attraverso di lui però, ridacchiò solamente e scosse la testa, guardando indietro verso il basso.

"Leggi la Bibbia?"

"Ho dovuto farlo un paio di volte nella mia vita, ma non sono molto religioso" ammise Harry e Louis alzò lo sguardo, con le dita che sfioravano il bordo della sua amata chitarra. "Non sono un fan di quello che hanno fatto"

"Ma-"

"Ma se dici a qualcuno, e intendo a chiunque, che l'ho appena detto, potrei fare una legge per legalizzare la condanna a morte e tagliarti la testa personalmente"

Louis si prese gioco di lui. "Come se tu potessi fare una legge"

"Metti in dubbio il mio potere?"

"E se lo stessi mettendo in dubbio?" Louis lo prese in giro, sorridendo. "Cosa fareste, sua maestà?"

"È sua altezza"

"Se solo fossi veramente fatto"

"Louis-"

"Se solo fossi fatto" sospirò malinconicamente Louis. "Forse dovrei dire ad Arthur di portarmi dell'erba"

"Assolutamente no" Harry scosse la testa rigorosamente. "Almeno non qui"

"Noioso" Louis mostrò a Harry un pollice verso il basso e poi imitò un'esplosione.

Harry guardò con un leggero tremolio negli occhi. "Se continui a fare delle cose del genere... non essere sorpreso quando dico che non sembri abbastanza grande per fumare erba"

love will tear us apart (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora