19. Cecilia

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"No" Harry sussurrò, scuotendo la testa a se stesso. "Per favore"

Si allontanò dal finestrino, dove aveva visto l'auto nera girare a sinistra. Louis che si allontanava sempre di più da lui.

Per sempre.

Camminò avanti e indietro nel salotto, passandosi le mani attraverso i capelli e chiudendo gli occhi, cercando di controllare il proprio respiro e combattere le lacrime. Era stato un errore, l'inizio, tutti quei mesi, dando il suo cuore a Louis e prendendo il suo in cambio. L'errore più grande era stato spezzarlo, e spezzare il suo con esso. Lasciare Louis nella sua vita era stato un errore, ma lasciarlo andare fu molto peggio.

Lasciando uscire un respiro traballante, Harry si sedette su una delle poltrone, passandosi le mani sul viso. Si rifiutava di accettare il fatto che se ne fosse andato.

Con altre parole imprecazioni Harry si appoggiò indietro e alzò lo sguardo, fissò proprio il dipinto che lo derideva. Louis e lui, così felici e così innamorati. Il modo in cui Louis guardava Harry, seduto sul suo grembo, la mano che Harry aveva intorno alla vita di Louis e i vestiti abbinati trasformavano questo ritratto in qualcosa di illecito e pericoloso, qualcosa che avrebbe potuto distruggere vite, qualcosa che infrangeva così tante tradizioni e regole. Il nonno di Harry si sarebbe rigirato nella sua tomba se l'avesse visto.

Nel mentre che gli faceva tremare le mani per la paura dei rischi, allo stesso tempo faceva battere il cuore di Harry molto più velocemente. Questo proprio lì, era il suo piccolo pezzo di immortalità. Forse se lo nascondeva bene, forse qualcuno lo avrebbe trovato tra un paio di decenni o secoli e lo avrebbe scoperto, avrebbe detto a tutti che c'era stato un principe ereditario queer e che era stato felice, facendolo sapere al mondo molto tempo dopo la morte di Harry.

Forse i figli o i nipoti di Harry sarebbero stati abbastanza coraggiosi, forse qualcuno sarebbe riuscito finalmente a cambiare ciò che era ancora sbagliato negli standard sociali. Forse qualcuno sarebbe stato in grado di fare ciò di cui Harry aveva troppa paura. Era un codardo, davvero. Un codardo per aver escluso Louis, l'unica persona che fosse mai stata lì per lui, per averlo lasciato andare e averlo spinto via come se tutto questo non significasse nulla per lui. Era un codardo per non aver difeso lui, o per se stesso. Forse avrebbero potuto vincere, ma Harry aveva troppa paura di provarci. Era un codardo. E uno stronzo per aver spezzato il cuore di Louis quando non gli aveva risposto quella notte.

Il fatto era che non ci era riuscito. Non ne era stato in grado. Il suo cuore stava battendo così velocemente quando aveva sentito Louis dire quelle parole, e non voleva fare altro che gridargli che si sentiva allo stesso modo, che sarebbe passato attraverso l'inferno e indietro per Louis, ma non poteva. Era spaventato, e lo era ancora quando ci pensava. Sì, avrebbe potuto immaginarlo, ma niente lo avrebbe mai potuto preparare per quella confessione o il modo in cui lo aveva fatto sentire.

Ci fu un bussare alla porta ed Harry alzò lo sguardo con le guance bagnate quando venne aperta ed Anthony entrò. Vedendolo, Harry si asciugò rapidamente le guance e si schiarì la gola alzandosi.

Anthony lo guardò solo con uno sguardo triste negli occhi, consegnandogli un fazzoletto. "Harry-"

"Sto bene" disse Harry bruscamente, girandosi per guardare fuori dalla finestra. La lunga strada che divideva la foresta intorno al castello, tutta vuota e con la mancanza di un'auto specifica. L'unica macchina che Harry avrebbe voluto vedere lì, l'auto che sarebbe dovuta girare e tornare qui in un istante. "Sto bene. Ed è sua altezza"

"Certo" mormorò Anthony, scuotendo leggermente la testa. "Sua maestà arriverà tra venti minuti, è atteso al piano di sotto. Ha chiesto di lei per un brunch ed un tè per discutere di tutto"

love will tear us apart (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora