love will tear us apart (italian translation)

16. dresses

Proprio come c'erano diverse fasi di dolore, c'erano anche diverse fasi di crepacuore.

Negli ultimi mesi, Louis era stato nella fase della negazione, cercando di ignorare che fosse impotentemente innamorato di Harry e cercando di ignorare che non avrebbero mai potuto essere qualcosa.

Il giorno dopo il loro litigio, passò alla fase della rabbia, gettò il suo diario in cui scriveva le sue idee e i testi delle sue canzoni fuori dalla finestra per la frustrazione e lanciò un urlo silenzioso in un cuscino prima di uscire dalla sua originariamente assegnata camera degli ospiti per prenderlo sul prato fuori dove si trovava, pacificamente, quasi ridendo di lui.

Era arrabbiato con Harry per aver detto quelle cose dolorose, era arrabbiato con Harry per aver fatto innamorare Louis di lui, era arrabbiato con il mondo per aver reso Harry l'erede al trono ed era arrabbiato con la società per aver reso tutto così dannatamente complicato. Ma soprattutto, era arrabbiato con se stesso per essersi innamorato di Harry, lasciando che Harry diventasse una delle persone più importanti della sua vita in pochi mesi. Arrabbiato con se stesso per aver permesso al suo stupido cuoricino di dipendere dalla presenza di Harry. Arrabbiato con se stesso per aver consegnato ad Harry quel così detto cuore sciocco su un piatto d'argento, permettendogli di spremerlo, tagliarlo, strapparlo, sapendo dannatamente bene che lo avrebbe fatto.

Louis saltò la parte del contrattare con se stesso per trovare una soluzione e andò dritto alla depressione quando passò un giorno e mezzo senza vedere Harry nemmeno una volta. Quando dormiva in quella brutta camera da letto solitaria, in un letto troppo grande, troppo freddo e troppo vuoto. Quando non poteva nemmeno scrivere canzoni, non giocava nemmeno ai videogiochi, si sedeva sul pavimento e fissava il nulla, cercando di escogitare un piano, cercando di capire come poteva rapidamente disinnamorarsi perché così chiaramente non stava andando da nessuna parte.

Non ebbe successo e fu allora che Louis iniziò a piangere. Cercò di allontanare le lacrime all'inizio, ma quando aprì il telefono per chiamare Zayn e Niall, rimase bloccato a fissare il suo sfondo della schermata di blocco per mezz'ora. Era una foto di Harry nella stanza di Fifa, che teneva il controller in entrambe le mani e si mordeva il labbro inferiore in concentrazione, le sue sopracciglia erano arricciate perché stava perdendo. Louis aveva solo una mano sul suo controller perchè era impegnato a scattare la foto, non stava nemmeno guardando lo schermo e aveva comunque vinto.

Fu allora che Louis scoppiò in lacrime, singhiozzando così tanto che sorprese anche se stesso. Avvolse le braccia intorno alle proprie gambe e seppellì il viso nelle ginocchia, i suoi pantaloni della tuta formarono rapidamente delle macchie scure dove le sue lacrime cadevano e cadevano.

Era così innamorato di Harry che lo stava lacerando, lo lasciava sanguinante sul pavimento freddo nella stanza vuota, proprio quando lo amava di più.

Amava Harry così tanto.

Cercava di credere che anche Harry lo amasse, cercava di dire a se stesso che non poteva essere unilaterale. Faceva solo male essere allontanati nel momento in cui avevano più bisogno l'uno dell'altro. Faceva male, perché Louis sapeva dannatamente bene cosa stava facendo Harry. Entrambi sapevano dannatamente bene che questo lockdown sarebbe finito in meno di due settimane, molto probabilmente. Sapevano che Louis se ne sarebbe dovuto andare.

Harry lo stava preparando esattamente per questo, lo stava allontanando per rendere più facile il congedo. Aveva finito con lui, non aveva più speranza, non voleva nemmeno provarci. Se avesse voluto provarci, si sarebbe reso conto che in questo momento più che mai, sarebbero dovuti stare insieme, non avrebbero dovuto perdere nemmeno un secondo del poco tempo che gli era rimasto. Ma in questo momento Harry si rifiutava di chiamarlo per quello che era perché pensava che si sarebbe trasformato in realtà nel momento in cui lo avrebbe detto ad alta voce, e che avrebbe fatto più male se era più reale.