19: Ti amo

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I giorni passarono velocemente e finalmente arrivò il giorno tanto atteso da Atid: la laurea. La notte precedente non chiuse occhio e così anche Koray, rimasto sveglio per tranquillizzarlo. Dopo essersi lavati e aver fatto una colazione veloce, si misero in auto e andarono davanti all'edificio universitario.

- "Su, entra. Io vado a prendere tua madre in aeroporto."

- "Va bene."

Koray baciò la fronte del suo ragazzino prima di rimettersi in strada. Prese numerose scorciatoie e strade secondarie per non imbattersi nel frenetico caos di Bangkok. Arrivato in aeroporto attese per un po' la madre del minore. La donna si chiamava Malee, che in thailandese significa fiore. Anche se solcato da rughe, il volto era ancora molto bello da vedere. Aveva gli stessi occhi scuri del figlio e così anche il sorriso. I capelli, anche loro scuri, erano lasciati liberi di ricadere sulle spalle. Appena la vide le andò incontro e la salutò.

- "Khun Mae, lasci pure le valigie a me."

- "Tu sei l'amico di Atid?"

- "Hm. Sono Koray, è un piacere conoscerla."

- "Piacere mio giovanotto."

Scambiarono alcune chiacchiere durante il tragitto e si fermarono anche a prendere dei fiori per Atid. Quando arrivarono nella facoltà del più piccolo, il grande schermo stava già proiettando la cerimonia. Nessun familiare o amico poteva entrare nell'aula in quanto funzione privata, potevano solo limitarsi a guardare dal maxischermo o dai loro telefoni. Arrivato il momento di Atid, Koray registrò la sua discussione e le congratulazioni. Si sentiva molto fiero del percorso che aveva fatto il suo ragazzino. Anche attraverso un televisore si poteva scorgere la passione e la determinazione nei suoi occhi. A Malee, gli sguardi che il ragazzo al suo fianco lanciava a suo figlio, non scapparono e iniziò a domandarsi se tra i due ci fosse qualcosa di più che un'amicizia.

Terminata la funzione accademica, fu tempo per i nuovi laureati di divertirsi insieme alle matricole con attività di svago e giochi di vario tipo. Il cortile, quindi, di riempì di studenti di ogni anno che ballavano e ridevano spensierati. Anche in quel momento, il ragazzo di origini turche scattò molte foto del minore e dei suoi amici ma appena sentì la voce di Malee si fermò.

- "Conosci da molto mio figlio?"

- "Da alcuni mesi."

- "Sembrate molto legati."

- "Lo siamo."

- "Lo siete nel modo in cui penso?"

- "Dipende cosa state pensando Khun Mae."

- "Beh, il piccolo Atid ha insistito molto pur di non farmi prendere il taxi per farmi dare un passaggio da te, vivete insieme, gli stai facendo molte foto e cosa più importante ho letto la notizia dei media thailandesi giovanotto. So cosa c'è tra di voi, quello che mi domando è perché vi definite ancora amici davanti a me."

- "Khun Mae, Atid avrebbe voluto dirvelo di persona, però credo che abbia paura della sua reazione anche se non lo da a vedere."

- "Quindi dovrei fingere di non sapere nulla fino a quando non sputerà il rospo vero?"

- "Hm."

- "D'accordo, sappi però che tu sei complice di questo scherzo."

La donna gli puntò il dito contro e rise. Koray annuì alle sue parole e sorrise, ciò significava una sola cosa: le andava bene che suo figlio avesse una relazione con un ragazzo. Era sollevato da ciò perché non avrebbe voluto vedere il suo raggio di sole triste.

Al termine delle attività ricreative, i laureati furono finalmente liberi di andare dalle loro famiglie. Bjorn, Dionysos e Hasan, accompagnarono il loro caro amico da sua madre e da Koray. La felicità provata fino a poco prima venne sostituita dall'amara consapevolezza che da quel momento in poi, avrebbero potuto vedersi e stare insieme solo occasionalmente. A Koray non sfuggirono quegli sguardi così, mentre il minore era intento a salutare e parlare con la madre si avvicinò a loro.

Where the sun risesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora