CAP.17-Che tristezza...

62 3 0
                                    

CAPITOLO 17
Che tristezza...

Le porte erano spalancate ed eravamo fermi ad osservare l'ufo.
Dovevamo trovare un modo per entrare.
Improvvisamente si aprì una botola dalla parte superiore della navicella.
Da lì si innalzò un macchinario che sparò dei missili ad una velocità elevatissima verso la Terra.
Quando la raggiunsero, distrussero gran parte dell'Europa.
Russia, Norvegia, Francia, Spagna, Italia...
La botola si richiuse immediatamente.
Eravamo allo stesso punto di prima.
Gustavo uscì e noi lo seguimmo. Sembrava sapere cosa fare.
Si fermò sulla parte superiore dell'ufo.
Lo raggiungemmo. Eravamo tutti in silenzio.
Lui sfilò con facilità un pezzo di navicella, menomale che avevamo lui!
Da lì vedevamo l'interno. Se ci fossimo buttati saremmo potuti entrare.
Gustavo ci guardò e ci fece dei segni con le mani, ma noi non capimmo niente, così ci fece segno di seguirlo e si lasciò andare dentro.

Eravamo entrati, circondati da milioni di alieni, tutto era cambiato dall'ultima volta. Sembravano in allerta.
Li spaventammo ed attaccammo.
Corsi verso un alieno, con la mia megapistola tra le mani e gli sparai.
Improvvisamente Chandler mi spinse a terra, salvandomi da un colpo nemico.
"Grazie" Gli dissi con l'affanno.
Mi tirò per la mano in un angolo più nascosto.
Ma che stava facendo...
"Chandler...la guerra!"
Mi baciò. Sembrava un bacio di addio, non avevo mai pensato che probabilmente saremmo morti quel giorno.
Ricambiai il bacio che fu più intenso del previsto.
"Ti voglio bene Elisa" Mi disse con le lacrime agli occhi.
Non credo di aver mai pianto per cose del genere prima di quel momento, lì piansi come una fontana.
"Anch'io Chandy".
Ci abbracciammo.
Tornammo in guerra.

Dopo ore di battaglia, sembravamo in vantaggio, uccidevo alieni in pochissimi secondi.
Sentii un urlò femminile e subito dopo ci fu un esplosione. Venni sbalzata in un punto lontanissimo con una potenza enorme.
Svenni.

Mi risvegliai sulle braccia di Tenda, che camminava nell'acqua.
Stavamo salendo a riva.
Tossivo.
Mi appoggiò delicatamente sulla sabbia e mi accarezzò.
Poco dopo mi accorsi che stava piangendo.
"Elisa...siamo tornati sulla Terra, alcuni non ce l'hanno fatta..." Riuscì a dirmi Tenda.
Mi alzai di scatto "Ch Ch Ch Chandler?".
"Non lo abbiamo ancora trovato".
Vieni con me.
Mi aiuto ad alzarmi e mi appoggiai a lui, ma non appena vidi che stava peggio di me lo lasciai, facendolo stare meglio.
Mi accompagnò a delle fosse scavate nella sabbia.
Accanto a esse c'erano Martina, Papà, Sara, Sgorbio e Giuliana.
Dietro di me ce n'erano altri che non ero riuscita a vedere bene, ma sentivo la loro presenza.
Andai a guardare nelle buche e vidi... Gabriele, Shrek e Gugliemo.
Sgorbio piangeva come un pazzo.
"No...Gab, noo Sh shr GUGLIELMOO!!!".
Scoppiai in un mare di pianti. Mio figlio! Guglielmo! Era morto e negli ultimi giorni non avevo passato nemmeno un po' di tempo con lui! Avevo pensato solo a Chandler.
Piansi fino a sera tardi, da sola in un angolo della spiaggia.
Gli altri erano muti attorno ad un falò.
E poi erano morti anche Shrek e Gabriele!
Che tristezza.
Mi calmai e mi avvicinai al falò.
"Ma cosa è succeso prima...?" Chiesi singhiozzando.
"Credo che un alieno abbia sparato ad uno di noi, che è esploso ed ha provocato un esplosione ancora più grande.
Il suo corpo adesso dovrebbe essere ridotto in cenere.
Gli unici sospettati sono Mima, Saretta e Chandler...
Sentii un vuoto dentro.
Uno di loro ormai era carbonizzato e altri due erano dispersi sulla Terra...bene!
Non sapevo se sperare che non fosse Chandler, perché volevo comunque bene agli altri...
Mi sedetti accanto a Sgorbio e Emanuele.
Eravamo tristissimi.

Il giorno dopo mi svegliai sentendo qualcuno che mi toccava la schiena.
Mi girai, addolorata.
Era Chandler! Provai ad alzarmi velocemente e lo baciai. Era sopravvissuto!
"Amore!" Riuscii a bisbigliare.
"Sono caduto poco più in la della spiaggia...".
Gli ultimi sospettati al momento erano Mima e Saretta...
Andammo a dare la notizia agli altri.
Camminando trovammo un alieno morente sulla sabbia.
Urlai e chiamai Gustavo.
Doveva esser stato catapultato lì anche lui.
Decidemmo di tenerlo prigioniero, avrebbe potuto farci tornare lì, anche se eravamo poco sicuri di voler tornare...
Gustavo gli creò in un batter d'occhio una sorta di gabbia fatta con rami d'albero.
Una volta che ci saremmo sentiti meglio, forse saremmo partiti.

L'IMMORTALE 10:Il ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora