La Falce

63 4 1
                                    

❤️❤️❤️
Storia: La Falce cap 12 "Catena"
Autrice: SuperRB88

Jin voleva essere sicuro che i demoni comuni fossero rientrati tutti negli inferi, l'unico sistema era andare direttamente alla fonte, da Satana.
Uno schiocco di dita ed era già al suo cospetto, lo trovò seduto sul suo trono, con le gambe leggermente divaricate, con il braccio appoggiato sul poggiolo che sorreggeva la testa, era sovrappensiero, si risvegliò vedendo Jin davanti a lui, sospirò e lo squadrò sorpreso.

"Ti annoi? Ti manca il mietitore e viene da me?".
Esordì infastidito Nam, la sua presenza lo rendeva irrequieto.

"La smetti di metterlo sempre in mezzo?"
Ribatté irritato Jin.

"Non ti voglio qui, vattene".
Gli disse Nam alterato.

"Non prendo ordini da te, dovresti saperlo".
Controbatté Jin con un sguardo glaciale.

"Sei venuto per vedere se ho fatto il bravo soldatino? Per vedere se ho eseguito l'ordine?"
Nam si alzò dal trono avvicinandosi a Jin.

"Pensi di vincere ora che non c'è lui vero? Pensi di avere più potere?"
Jin lo fissò nei suoi occhi neri, profondi come un abisso.

"Ahahahhaa ho perso quando ho donato tutto me stesso a te, sono un involucro vuoto, stretto tra una catena che è in tuo possesso.
Ogni volta che cerco di rialzarmi tu tiri quella maledetta catena, quella che stringe saldamente il mio cuore.
Mi hai svuotato, non riesco ad andare oltre, lasciami andare, se non mi vuoi, spezza la catena che mi tiene legato". Disse Nam alternato, avvicinandosi ancora di più a Jin che lo guardava sorpreso per quelle parole.

"SMETTILA".
Urlò Jin spintonando Nam per allontanarlo.

"Non vuoi mettermi un collare?Così puoi attaccarci quella maledetta catena. Non volevi avere un cane? Dai creatore, fammi vedere quanto riesci ad usare ogni creatura."
Jin non disse niente e continuò a guardarlo, Nam fece materializzare sulla sua mano un collare nero di pelle, lo indossò dicendo.
"Guarda non mi sta bene? Direi che mi dona. Potresti legarmi alla tua poltrona, potresti avermi sempre al tuo fianco, sotto al tuo costante controllo".
Concluse con gli occhi infuocati.

Jin continuò a non dire niente, si limitava a guardarlo, sembrava che lo stesse facendo sfogare.

"Allora? Ti piace l'idea? Sai come i cani sono bravo a leccare".
Continuò Nam alzando un angolo della bocca, avvicinandosi a Jin spingendolo ad arretrare fino ad avere la schiena appoggiata alla parete.

"ADESSO BASTA NAM".
Gli urlò Jin puntando il suo sguardo su gli occhi ormai pieni di lussuria di Nam.

"Che c'è? Ti vedo esitante, che succede?"
Gli disse mettendogli una mano tra le gambe, sentì che non era l'unico che si era eccitato.

"TOGLI QUELLA MANO, TI DISTRUGGO". Continuò ad urlare Jin.

Nam si avvicinò al suo orecchio sussurrando.

"Fallo, distruggimi, l'hai già fatto in precedenza".
Ghignò muovendo la mano sul rigonfiamento di Jin che stava trattenendo i gemiti.

"Nam, smettila...Aaa".
Cercò di mantenere il controllo.

"La tua bocca dice una cosa ma il tuo corpo non è d'accordo".
Nam si avventò sul suo collo, iniziando a baciarlo mentre Jin stava lentamente perdendo il controllo.

"Devo andareeee".
Disse Jin mentre sfuggì un gemito dalle sue labbra.

"Non saresti dovuto venire".
Nam lo voltò facendogli mettere le mani sulla parete, riprese a baciare il collo mentre una mano stringeva una natica.

"Ahhhhh... fermat-i".
I gemiti non riusciva a trattenerli, l'eccitazione stava crescendo velocemente.

"Mi dispiace, quella non è un'opzione".
Rispose Nam staccandosi dal collo per slacciare la cintura e abbassare i pantaloni con l'intimo di entrambi.

"Ahhhhh".
L'unica cosa che riuscì a dire Jin quando sentì l'erezione di Nam sfiorare le sue natiche.

"Sarò spietato".
Terminò la frase, aprì le natiche e lo penetrò con brutalità.
Jin non urlò, trattenne con tutte le sue forze il dolore, esporlo sarebbe stato come ammettere ulteriormente che Nam non era l'unico sottomesso.

Le spinte furono brusche e ben assestate, in loro riversava tutta la rabbia, la gelosia e gli anni di rancore accumulato.
Gemevano fuori controllo, ansimavano e rilasciavano parole che non avrebbero mai detto ad alta voce.
Vennero entrambi, Nam all'interno di Jin e lui si riversò al suolo.
Si ripulirono senza dire niente, senza guardarsi negli occhi.
Jin preferì schioccare le dita e ritornare ai piani alti, aveva appena fatto quello che si era promesso di non fare.
Aveva deluso se stesso.

PerversionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora