Capitolo 12 "Illustrazione"

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"Ascoltatemi!" Il tono autorevole di Helya richiama le reclute speciali, che, come al solito, pendono dalle sue labbra.
"Le circostanze mi hanno portato a riflettere sul da farsi: ebbene, non negherò di aver pensato di consegnarmi ai Cacciatori, dato che sì, sono io il loro obiettivo." Fa una breve pausa, aspettandosi espressioni sorprese sui volti dei soldati: ma nessuno sembra batter ciglio, quella rivelazione non sembra averli toccati minimamente.
"Così facendo, però, gliela daremmo vinta. E diamine, siete le reclute speciali, personalmente scelte per le spedizioni là fuori, non possiamo dargliela vinta così facilmente." Tra le reclute comincia a intravedersi qualche impercettibile cenno del capo che indica consenso.
"Sentite, so di non essere stato molto presente come Mentore, in questi ultimi tempi. Ma intendo rimediare il più possibile. Perciò, ho ideato una strategia, per vincere. Fargli vedere chi siamo." I cenni cominciano a farsi più evidenti.
"Ma dovete tener conto di una cosa: potrebbero esserci delle perdite. Questo significa guerra: se qualcosa andrà storto, potremmo non avere l'occasione di riprovarci, mai più, nessuno di noi. Vi prego di accettare questa consapevolezza e di agire tenendola a mente. Passerò subito al dunque: la strategia che attuerò è quella della trappola."
Helya mi ha già illustrato il suo piano poco prima, il più dettagliatamente possibile, così non mi impegno più di tanto nel prestare attenzione. Il mio sguardo è fisso davanti a me, cerco di sembrare il più calmo possibile. Nonostante i miei occhi siano fermi su un punto, con la coda dell'occhio intravedo le sue labbra muoversi. È una cosa che mi ipnotizza, seppur non le stia guardando interamente. La sua voce graffiante assume un tono autorevole e solenne, seppur lui non lo faccia apposta. Mi rapisce, è così bella che presto più attenzione al suono che produce, che alle parole che dice.
Come fa? È come se attorno a sé fosse presente un'aura, un'aura che mi rapisce, che mi prende. Come una calamita, ma ancora più potente. Non credo di fargli lo stesso effetto, eppure è stato lui a...baciarmi. Helya Flame mi ha baciato, e io ho ricambiato. Fatico ancora a realizzare.
Helya continua a spiegare, mentre gli altri ascoltano, senza fare domande. Il piano è semplice, ma anche prevedibile, perciò bisogna agire con strategia: Helya andrà lì per consegnarsi, senza dettare alcun sospetto, come in principio aveva intenzione di fare. In tempi differenti, giungeranno sul posto anche quaranta soldati scelti differenti, in gruppi di dieci per volta. Alcuni di essi si mimetizzeranno tra i membri dei Cacciatori, altri si nasconderanno. Quando saranno tutti alle postazioni, Helya si consegnerà. Poi darà un segnale, e i soldati, sempre in gruppi da dieci, usciranno allo scoperto, aprendo il fuoco. Poi sarà il turno dei rinforzi, altri gruppi da dieci attaccheranno. Secondo Helya, venti reclute dovrebbero bastare, se i Cacciatori sono così stupidi da non prevedere la sua mossa. In caso contrario, nell'eventualità ci saranno altri venti soldati a fare da rinforzi, e allora potremmo avere la meglio, e uscirne con poche perdite. L'obiettivo è uccidere quanti più Cacciatori possibili che si trovano sul luogo, e catturare Christina Way, per interrogarla in seguito. Chissà, magari dopo questa, Helya mi aiuterà a trovare l'uomo che sparò a mia madre, e potrò avere la mia vendetta.
"Sarà il mio ex uomo, il qui presente Dean Wert, ad avere l'onore di farvi da guida." Afferma poi.
Che cosa?
Io?
Sto per chiedere spiegazioni, perplesso, ma Helya mi pesta un piede prima che riesca a proferir parola: lo interpreto come un segnale di far finta di nulla.
Recitando la parte di un soldato ricoperto d'onore, faccio un breve cenno con la testa e continuo a guardare fisso davanti a me, cercando di apparire il più impassibile possibile.
"Ovviamente non sarà solo: sceglierò altre tre guide per ogni gruppo. Non abbiamo tempo, perciò vi darò a disposizione tre giorni, durante i quali dovrete attrezzarvi, prepararvi e organizzarvi. Voglio vedervi spaccarvi la schiena, lavorare sodo, più di quanto abbiate mai fatto in vita vostra, sono stato chiaro? Al termine dei tre giorni, deciderò chi ritenere degno del posto di guida. È tutto."
Tre giorni? Solo tre giorni? È un'impresa rischiosissima, se fallisce è finita. Tre giorni per organizzarla è una follia...soprattutto con me per guida. Di certo è una maniera ottima per spronarmi, ma sinceramente non so se l'idea sia così saggia.
Le reclute, Helya compreso, si portano una mano al petto, recitando in coro:
"Fedeltà, onore, passione!"
Sono stupito dal comportamento delle reclute; non dovrei esserlo, ma ciò che mi lascia positivamente perplesso è la loro completa devozione verso Helya. Per tutta la durata del discorso nessuno ha battuto ciglio, nessuno ha obiettato, nessuno ha fatto domande. Loro si limitano ad ascoltare ed obbedire. Dovrei essere anch'io come loro, e sottostare al mio Mentore...
"Non farmi pentire di averlo fatto, Fegato." Mi dice appena le reclute cominciano già a dividersi in gruppi.
Poi, con un gesto della mano mi invita ad unirmi al resto del gruppo, che sembra mi stia aspettando.
Con passo spedito, senza obiettare, mi dirigo verso la loro direzione. Mi accolgono con un elevato senso di rispetto; tra di loro sembra questa la regola principale per la collaborazione: rispetto reciproco.
Nella mia vita, non sono mai stato un superiore. Non ho mai impartito regole a nessuno, ho sempre eseguito ciò che mi dicevano di fare, senza fiatare, senza reagire. Come quando mio padre mi disse che, volente o nolente, sarei diventato un avvocato. Avevo sì e no dieci anni, e già gli altri avevano progettato il mio futuro. Ma questo futuro, senza che lo volessi, è stato cambiato. Perciò mi ritrovo adesso a dover guidare un gruppo di persone che hanno molta più esperienza di me, che non so nemmeno impugnare un'arma. Paradossale. Come era paradossale il fatto che molto spesso dovessi difendere dei criminali.
Mi sembra come se non avessi mai vissuto, come se la mia vita precedente fosse stata solo una perdita di tempo, una presa in giro. Non ho mai imparato niente da quella vita, solo fare l'avvocato.
Perché Helya vuole che io guidi questa gente? Se c'è una cosa certa, è che non l'ha fatto per far sì che io impartisca ordini, né per far sì che imparino qualcosa da me. Al contrario, sono io a dover imparare da loro, e forse con questa opportunità potrò finalmente diventare più forte. Una volta che questi soldati mi avranno visto come un loro superiore, e non come uno dei tanti sacrificabili, magari potranno insegnarmi a cavarmela. Magari conterò qualcosa, per loro. Comincio a pensare che Helya mi abbia nominato come loro superiore per proteggermi: sono la loro priorità; proteggere il capo a qualsiasi costo. Ma l'obiettivo non sono io. L'obiettivo è Helya.
"Quali sono gli ordini, capitano?"
Chiede uno del gruppo: i suoi occhi piccoli e infossati hanno un non so che di rassicurante, è una persona che ispira fiducia; inoltre, i capelli completamente rasati e le diverse cicatrici che mostra sul viso, lo fanno apparire come un uomo che possiede molta esperienza, un vero soldato.
"Ordini?" Non ho idea di come rispondere alla sua domanda. Non sono tagliato per essere autoritario.
"L'ordine per voi qui è solo uno: insegnatemi."

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