Capitolo 9 "Vendetta"

278 32 1
                                    

"Dean! Dean, calmati!"
Sento una voce che mi chiama, e delle mani scuotermi, ma la mia vista è ancora appannata. Una luce mi acceca, e davanti a me compare un volto. Solo ora mi rendo conto di stare urlando, dimenandomi.
"Dean!" Helya mi molla uno schiaffo, e torno alla realtà.
"Ero io! Quella donna, era..." Sono talmente agitato da non riuscire a parlare. "Dannazione...come ho potuto?" Frustrato, non riesco a trattenere le lacrime che mi rigano le guance. Mi copro il viso con le mani.
"Possibile che sia riuscito a estrarre un solo ricordo remoto dal tuo subconscio?" Mormora Helya perplesso.
Continuo a piangere, chinato su me stesso.
Quel bambino ero io. Per tutta la mia vita ho odiato con tutto me stesso i criminali, così tanto da dimenticarne anche il motivo. Ma come ho potuto? Sono un mostro... Mia madre è stata uccisa da uno di loro quando ero troppo piccolo per capire, è questa la verità, e io l'ho sempre ignorata.
"Helya!" Esclamo, balzando in piedi e afferrandolo per le spalle.
"Dimmi che quel proiettile l'ha trasformata in Non-morta! Dimmi che è sana e salva qui! Dimmelo! Dimmi che è così!" Urlo, fuori di senno, mentre lo scuoto.
"Dimmelo...ti prego..." Mi accascio nuovamente sulla sedia, capendo che non c'è speranza.
"Mi dispiace tanto, Dean."
"Devono morire...tutti quanti i criminali...devono morire..."
"Attraverso questo macchinario, i Non-morti rivivono le esperienze più traumatiche della loro vita precedente. Di solito, sono moltissime. Ma nel tuo caso, ne è apparsa soltanto una. Immagino che tutto questo odio nei confronti dei criminali sia dovuto a quel particolare episodio, represso ormai da anni nella tua mente, ma che continuava lo stesso a tormentarti."
"Perché mi hai fatto questo?" Gli chiedo, amareggiato.
"È una prova necessaria al Mentore, per conoscere al meglio il suo ex uomo. Ho visto tutto quello che hai visto tu attraverso lo schermo. Comunque, il tuo corpo ha reagito abbastanza bene. I muscoli non si sono atrofizzati, fortunatamente, e nessuna vena del cervello si è rotta."
"Eh?"
"In poche parole, sei stato bravo, Fegato." Mi dà una pacca amichevole sulla spalla.
"Tu hai visto tutto?" Sussurro, incredulo. Non gli dò il tempo di parlare perché gli salto addosso.
"Hai visto tutto quello che ho visto io?!" Esclamo.
"N-no, sta' calmo!" Risponde. Mi lascio cadere di nuovo sulla sedia.
"...Ho visto di più."
"Uh?" La mia adrenalina sale di botto.
"A differenza tua...Io ho visto il volto di quell'uomo." Rapido, con un gesto agile mi precede, e mi tappa la bocca. Sto già urlando.
"Shhh. Lo so quello che vuoi fare." Mormora. "Mantieni la calma e non urlare, sei o non sei un avvocato?"
Lo ascolto, e rifletto. Il mio cervello sta già pensando ed elaborando mille modi per ottenere vendetta.
"Devo ucciderlo." Affermo schietto e calmo.
"Non è così facile come credi." Controbatte in tono di rimprovero.
"A costo della mia stessa vita." Insisto, ma mi pento subito dopo di averlo detto.
"Non ho intenzione di rimanere senza ex uomo, bello mio. Usalo il cervellino."
"Tu non capisci quanto sia importante." Dico sbattendo un pugno sul bracciolo della sedia.
"I Non-morti non possono uccidere nessuno se non per trasformarlo in Non-morto stesso. Sia chiaro."
Piomba il silenzio. Helya come al solito è impassibile e non ha alcuna intenzione di essere elastico.
"Tuttavia..." Aggiunge: "Esiste una soluzione per soddisfare la tua sete di vendetta."
Helya mi afferra per un braccio, e mi porta via da quel luogo oscuro e inquietante. La sua presa è salda, e le sue mani sono fredde, come al solito.
"Dimmelo. Dimmi tutto quello che posso fare." Fremo, impaziente.
"È possibile infliggere agli esseri umani atroci sofferenze. È quello che avevo intenzione di fare con Christina Way dopo averle infilato una bella pallottola nel cervello e fatta diventare una zombie." Ride, sadico.
Tutto ad un tratto, Helya prende a fissarmi in una maniera così profonda da sentirmi quasi violato; i suoi occhi sono fissi sui miei, ma ho come la sensazione che riescano a scrutare tutto, a leggermi, analizzarmi. È come se stessero scavando dentro la mia anima, quelle due grandi, brillanti iridi verdi.
Inaspettatamente, il mio cuore fa qualcosa di strano: comincia a battere più velocemente, più forte, talmente tanto da sentirlo rimbombare nei timpani. Ho timore che anche lui riesca a sentirlo. Io...non provavo qualcosa del genere da tanto, troppo tempo. Il mio sguardo non può far altro che cadere su quelle labbra: quelle maledette labbra, delle quali richiamo è più forte di una corrente che ti spazza via in balia delle acque.
"Aiutami a trovare Christina Way e a catturarla. E giuro sull'Inferno che ti troverò quel criminale. Sarà tutto tuo." Sussurra.
Annuisco, quasi sotto ipnosi.
Che diavolo sta succedendo? Che cosa mi ha fatto? Non può stare accadendo sul serio, non posso davvero trovarmi così vicino ad un uomo, un uomo che fino a pochi giorni fa odiavo con tutto me stesso. E non posso provare così tanto il desiderio di sfiorare le sue labbra con le mie. Ma che importa? Se prima ero determinato ad essere il suo braccio destro contro quell'Associazione, adesso sono ancora più motivato dalla vendetta.
"Flame!"
Una voce femminile interrompe quel momento così intenso. Helya rotea gli occhi, voltandosi verso di essa.
"Oh, guarda chi si rivede, Buffy! La nostra beniamina." Esclama
"Mi spiace aver interrotto un così particolare momento." Dice lei sarcastica, incrociando le braccia. La guardo meglio: ha i capelli rossi, un rosso mogano, gli occhi azzurri seminascosti dietro una montatura di occhiali nera. Indossa un completo nero che ha l'aria di un'uniforme, composto da giacca, camicia, e una gonna che lascia scoperte le gambe. Quelle gambe non mi fanno nessun effetto, né caldo né freddo, anzi, vederle mi mette quasi a disagio. Non era mai successo.
"Nessun problema, tesoro." C'è sarcasmo anche nella voce di lui. Come può far finta di niente? Insomma, stava per...
"Brutte notizie. Siamo a corto di personale giù, e tutto questo per colpa tua e della tuo non voler ingaggiare mai nessuno alla Cerimonia di Iniziazione!"
"Sta' calma. Fatti un drink, più tardi ti manderò delle truppe." Risponde lui con noncuranza.
"Un corno!" Esclama lei, puntandogli un dito nello stomaco. "Adesso te ne occupi tu personalmente."
"Vuoi scherzare? Non vedi che sono impegnato?"
"Non me ne importa un fico secco!"
Helya sospira, esasperato.
"Quello è il mio ex uomo, comunque."
La ragazza sembra accorgersi solo in quel momento di me, e diventa all'improvviso rossa.
"Oh, perdonami...sono Buffy. Polmone sinistro."
"Dean, Fegato."
"È un piacere conoscerti, Dean." Mi sorride, timida.
"Allora, ti decidi ad andare?!" Si rivolge nuovamente ad Helya.
"Fatti una camomilla, mon amour. Fegato, andiamo."
"Di che si tratta?" Provo a contestare.
"Non fare domande." Risponde, poi continua: "Questo sarà un addestramento particolare. Avrai l'occasione di destreggiarti con delle matricole del tuo livello."
"Matricole del mio livello?"
"Già. Inutili quanto il make-up per Buffy."
Lei gli rivolge uno sguardo grottesco, ed esce fuori ringhiando.
"Non mi pento di niente." Aggiunge, con aria di superiorità.
Mentre mi trovo per l'ennesima volta in quell'ascensore, non faccio altro che pensare a quello che mi è successo poco prima. A quell'episodio rinchiuso nella mia mente. Quel bambino che piange, e il sangue di quella donna. Avrò la mia vendetta, costi quel che costi.
Poi rivedo gli occhi di Helya sui miei, il suo fiato sul collo. E quella dannata voglia...Che cosa sarebbe successo se quella donna non ci avesse interrotti?

UndeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora