Capitolo 26 -HELYA'S POV pt.2-

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Più il tempo passa, più nella mia mente cominciano a formarsi immagini, volti e scene completamente prive di un senso logico. Sento la testa scoppiare, sono al limite della sopportazione:
"Basta, per favore! Lasciatemi in pace!" Urlo, tappandomi le orecchie con i palmi delle mani.
Quella mia supplica sembra ottenere una risposta: tutte quelle immagini confuse scompaiono, lasciando posto nuovamente al volto sorridente e sveglio di quell'uomo dall'aria carismatica:
"Sei Michael, non è vero?" Chiedo rivolgendomi a lui, che per tutta risposta annuisce, confermando il mio pensiero.
"Perché continuo a vederti? Chi sei veramente?"
"Ti rinfrescherò la memoria." Risponde, prima di schioccare di nuovo le dita:

"Helya, quest'uomo si occuperà di te: spetta a lui farti diventare parte integrante della comunità." Vedo di nuovo me stesso, in compagnia di un anziano signore, intento a presentarmi a un giovane uomo. Quest'ultimo mi stringe la mano:
"Le coincidenze della vita. È bello rivederci, non è vero, Cops?" Sorride l'uomo con aria di sfida. L'espressione di quello che dovrebbe essere me muta improvvisamente, e passa da una enormemente sorpresa a una di estremo odio:
"Michael? Tu, Michael Way... Il ragazzino del parchetto!" Lo sguardo del me stesso è freddo e penetrante, ghiaccio tagliente.
"Ti assicuro che sono cambiato, non sono più il bulletto antipatico che si divertiva a infastidire i bambini più piccoli."
"Immagino che l'umiliazione di ricevere un pugno in faccia da un bambino cinque anni più piccolo di te ti sia servita come lezione." Sibilo velenoso, a denti stretti.
"Beh, ci sei andato pesante, lo ricordo. Acqua passata?" Dice offrendomi nuovamente la sua mano, ma esito.
"Non ci passerò facilmente sopra: mi hai detto e fatto delle cose davvero orribili."
"Hey, ero solo un ragazzino. Mi sono proposto di farti da Mentore proprio per farmi perdonare: dammi una chance."
Lo squadro lentamente dal basso verso l'alto, e poi afferro con una mossa decisa la sua mano, ricambiando la stretta, ma senza staccare da lui il mio sguardo freddo.

Buio.
Il volto sorridente di Michael compare di nuovo:
"Ho molto altro da farti vedere." Parla, e prima che io possa dire qualcosa, schiocca le dita per l'ennesima volta:

"Oggi mi hai reso davvero fiero di te." Mi sussurra Michael, spostandomi una ciocca bionda da davanti gli occhi: "Sono sicuro che in breve tempo, ti trasformerai in qualcosa di mai visto prima; una leggenda vera e propria, sarai talmente grande che la gente tremerà sentendo il tuo nome." Si avvicina velocemente alle mie labbra, dove vi stampa sopra un lungo, passionale bacio.
Ma ad un tratto la porta alle spalle di Michael si spalanca, e irrompe nella stanza una giovane donna dai capelli biondi e gli occhi occhi color del cielo. Il fisico slanciato e statuario, la pelle abbronzata, priva di qualsiasi imperfezione. Fortunatamente, Michael si stacca da me prima che lei riesca a vedere qualcosa.
"Sorellina, qual buon vento!" Esclama Michael come se nulla fosse: "Helya, ti presento Christina." Aggiunge poi.
Non appena mi vede, il volto della ragazza si illumina improvvisamente, e comincia a sbattere le palpebre incessantemente, come rapita. Non somiglia per niente a Michael, l'unica cosa che probabilmente li accomuna è la perfezione fisica.
Le sue gote si colorano leggermente di rosso, non appena le sorrido, stringendole la mano.

La scena cambia di nuovo:
Questa volta, vedo me stesso, insieme ad una donna: la stessa donna del ricordo di poco fa, Christina. Le mie mani sono poggiate sulle sue spalle, come se cercassi in un certo modo di scuoterla.
"Che cosa hai visto? Dimmelo!" Le urlo contro.
"Ho visto tutto, Helya, tutto. Vi ho colti nelle mani nel sacco, tu e mio fratello, mentre amoreggiavate. Non me ne starò di certo zitta diventando vostra complice!"
Fa per andarsene, ma mi antepongo svelto tra lei e la porta.
"Non capisci che se parli per noi sono guai seri! Michael verrebbe esiliato, e allora che ne sarebbe delle Reclute Speciali?" Provo a convincerla.
"Peggio per lui."
"No, ferma, Christina! Avanti, io e te siamo amici, no? Ci deve pure essere qualcosa per cui sei disposta a trattare, qualsiasi cosa!"
"Qualsiasi...?" Mi guarda in maniera maliziosa, mordendosi le labbra. Fa una breve pausa di riflessione, e poi continua: "In effetti, qualcosa che potrebbe farmi cambiare idea ci sarebbe."
Christina comincia a sbottonarmi pian piano la camicia, in maniera sensuale, ma le blocco la mano:
"Questo non è coerente né giusto." Le dico.
"E allora? Io voglio te, Helya."
"A patto che mi giuri che non farai parola con nessuno di ciò che hai visto. Giurami adesso che terrai la bocca chiusa per quanto riguarda la mia relazione con Michael."
"Lo giuro."
"Se non mantieni il giuramento sarò costretto a ucciderti."
"Come ti vendi facilmente, Cuoricino. A proposito, sei sicuro di non soffrire di problemi di cuore? Perché sai...Potrebbe affaticarsi molto."
L'ultima cosa che il ricordo mostra, è l'immagine di Christina che mi trascina in una camera, ormai con la metà dei vestiti addosso.

Tutto ciò non è possibile. Non può materialmente essere! Un Non-morto non può avere rapporti con una Non-morta, o muore, su questo ne sono più che sicuro. O forse... forse non è così? Non sono più sicuro di niente, ormai, nemmeno del mio nome. Perché molte cose non mi tornano?

Non ho il tempo di pensare, che davanti ai miei occhi appare una nuova scena: sembra un litigio.
"Vaffanculo, Helya. È finito, tutto quanto. I progetti che avevamo insieme, i nostri sogni, i nostri traguardi. Hai detto addio a tutto questo. Non voglio mai più avere a che fare con te!" Michael esce dalla stanza, sbattendo la porta. L'Helya del ricordo si lascia cadere per terra, di botto, come se a un certo punto tutte le sue ossa cedessero. Il viso arrossato, abbassato, contratto. I pugni chiusi e stretti che tremano, come la schiena. La mascella serrata, in maniera così innaturale da sembrare una smorfia.
Resta, anzi, resto così, fermo immobile, per molti minuti. Poi, qualcuno entra dentro la stanza.
"Non riesco a credere che tu l'abbia fatto davvero!" Esclama la ragazza dalla chioma bionda appena entrata.
"Vattene via, Christina." Ringhio, brusco.
"Gli hai detto tutto. Hai preferito perderlo per sempre, hai preferito far finire tutto piuttosto che continuare a mantenere il nostro segreto!"
"Ne ho abbastanza di segreti!"
"Che noia... Stava andando tutto così bene tra noi due. Immagino che adesso che il mio fratellino mi ha esiliata dalla comunità non avrai più voglia di divertirti con me."
"Chiudi quella bocca! È tutta colpa tua!"
"Avanti, ora non metterti a piangere." Mi prende in giro. I miei occhi vengono gravati all'improvviso di una serietà immensa:
"Mai. Io non piango. Né tanto meno lo farei mai davanti a persone come te." Affermo.
"Ma come siamo orgogliosi. Non hai più motivo di avercela con me: ora io sono dalla tua parte, sei stato tu stesso a dirlo. Siamo soci, compagni. O magari qualcosa di più..."
"Mi fai vomitare."
"Eppure non sembravi tanto disgustato, l'altra notte! Anzi, mi sembravi proprio appagato!"
"Io te lo dico: vattene via di qua prima che possa perdere il controllo e farti seriamente male. Se tutto questo è successo la responsabilità è solo tua. Io ti odio, ti odio a morte. Tutto quello che ho fatto con te... Tutte quelle deplorevoli, disgustose cose... Le ho fatte per Michael. Perché era l'unica soluzione per cui la sua amata sorellina avrebbe rinunciato a fare la spia, cosa che avrebbe portato grossi guai non a me, ma a Michael stesso. Mi sono addossato il peso e l'umiliazione di dovermi concedere a una donna che non amo. Mi sono addossato il peso e l'umiliazione di dover confessare a lui ciò che ho fatto facendolo passare per tradimento. Mi sono addossato il peso e l'umiliazione di venire insultato e in seguito allontanato per sempre dall'uomo che amo. Mi sono addossato tutto questo, per Michael. Hai avuto quello che volevi, adesso lasciami in pace e goditi l'esilio che ti meriti. Non tornare mai più da me; se un giorno ci rincontreremo, sarà solo e unicamente per catturarti e vederti soffrire sotto ai miei occhi."
"Farò lo stesso. Stanne certo, Cuoricino. Te la farò pagare per questo. Se non posso averti, allora farò di tutto per distruggerti, e stai sicuro che tornerò, più forte di ora, e non sarò da sola."
Qualcuno sfonda la porta dall'esterno: due soldati in divisa, con una scritta nella manica destra che recita "Reclute Speciali", afferrano Christina per le braccia, e la ammanettano. Lei non oppone resistenza, e si lascia trascinare via, ma senza staccare lo sguardo da me.

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