Gli occhi di Niall quella mattina non riuscivano a rimanere aperti. Erano solo le 10 del mattino a Londra, ma era sveglio da più di 24 ore. Il viaggio di rientro da Tokyo era stato un vero incubo, iniziato con 6 ore di ritardo e continuato con due bambini che avevano pianto per tutto il volo, impedendo a Niall e ai suoi compagni di band di riposarsi. Voleva solo arrivare a casa e mettersi a letto, per riprendere le forze prima del rientro a scuola dei suoi figli nel pomeriggio.
"Siamo arrivati, Niall."
Il cantante ormai trentaseienne sobbalzò al suono della voce del suo autista; si era leggermente appisolato sui sedili posteriori e non si era accorto di essere finalmente davanti alla sua villa bianca.
"Grazie Jeff", disse, per poi scendere e recuperare i bagagli e avviarsi verso il vialetto. Aprì la porta e sospirò, felice di essere tornato finalmente a casa dopo 5 mesi di tour. Abbandonò le valige in soggiorno, non avendo la minima intenzione di sistemarle in quel momento, e si avviò verso il piano superiore, ma fece subito dietro-front quando sentì delle voci fin troppo familiari provenire dal giardino.
Era talmente stanco che non si era reso conto che la vetrata tramite cui si accedeva all'esterno era aperta. Seguì quelle voci, trovando suo figlio di 9 anni e sua figlia di 5 a correre per il prato, inseguendosi a vicenda, mentre sua moglie era su una sdraio con un libro tra le mani, ma gli occhi erano chiusi. Fu la piccola ad accorgersi della presenza del capo famiglia.
"Papààààààà!", urlò Abigail, svegliando di colpo anche Laura che balzò per aria.
I due bambini abbandonarono il loro gioco per correre verso il padre, che nel frattempo si era piegato sulle ginocchia e aveva spalancato le braccia, per accogliere i suoi figli in un abbraccio che aspettava da mesi.
"Amori miei!", urlò Niall sorridendo. "Cosa ci fate a casa? Dovreste essere a scuola", disse. Fu Laura a rispondere, che nel frattempo si era alzata e li aveva raggiunti.
"Hanno voluto rimanere a casa ad aspettarti. Eravamo due contro uno."
L'uomo si rialzò e si avvicinò a sua moglie, notando le sue occhiaie e il viso esausto. Le prese il viso tra le mani e la baciò. "Ciao amore mio, da quanto non dormi?"
Abigail e Nicholas non erano dei bambini facili da gestire, entrambi erano molto iperattivi, soprattutto la piccola Abby, e gestire due scalmanati come loro da sola non era per niente facile, soprattutto quando la piccola aveva delle crisi perché le mancava il papà. Di conseguenza, Laura non dormiva quando era sola a casa con i bambini, dovendo correre come una trottola tra lavoro, scuola, scuola di musica, scuola di danza, allenamenti di calcio, mestieri, e dovendo fare i conti con due bambini che odiavano fare il pisolino pomeridiano e non si stancavano letteralmente mai.
"Non ti preoccupare Ni, sto bene. Come è andato il viaggio?"
"Un incubo...sono stanco morto."
"Vai a letto e riposa qualche ora, ci penso io alle bestie."
Facile a dirsi. Non appena Niall disse ai due bambini che sarebbe andato a letto qualche ora, la piccola Abigail iniziò a piangere e urlare, facendo sospirare i suoi genitori.
Abigail Aoife Horan era stata particolarmente legata a Niall fin dal giorno della sua nascita, avvenuta il 5 aprile del 2024. Laura ricordava ancora bene le crisi che aveva perché non riusciva a calmare sua figlia, mentre con Nick non aveva mai avuto problemi a farlo smettere di piangere. Con Abigail invece falliva continuamente, mentre a Niall bastavano solo pochi minuti per farla calmare e farla addormentare. Crescendo poi risultava sempre più evidente quanto la bimba avesse preso dal padre, dall'aspetto fisico al carattere, e il legame tra i due crebbe enormemente. Abigail voleva bene alla sua mamma, un mondo di bene, ma suo padre per lei era tutto, e odiava averlo così lontano da casa. E anche Niall non sopportava stare separato dalla sua piccola Aoife. Non aveva un preferito tra i suoi figli, non avrebbe mai potuto o saputo scegliere, li amava entrambi alla follia, ma con Abigail aveva un legame particolare. A volte sembravano davvero una cosa unica.
Si abbassò di nuovo e spostò le manine di Abby dal suo viso, per asciugarle le lacrime. "Amore mio, non piangere, sono a casa, sono tornato", le disse.
"Ma vai via di nuovo!"
"Tesoro, non vado da nessuna parte, ho solo tanto sonno."
"Resta con me papi!"
"Sai cosa facciamo principessa? Vieni a fare la nanna con me."
Abigail smise finalmente di piangere, interessata alla proposta che il suo papà le aveva fatto. In effetti, quella notte non aveva dormito, avendo passato le ore a guardare fuori dalla finestra per non rischiare di perdersi il ritorno di Niall.
"Solo io e te papi?"
"Facciamo venire anche Nick?"
"Mmh."
Abigail voleva bene a suo fratello, ma non sopportava dover condividere il suo papà, sapeva però che ogni tanto le toccava farlo.
"Aoife", la riprese Niall. "Va bene!", cedette, "ma io vicino a papi e Nick nel lato di mamma!"
"Forza Horan! A letto!", ordinò Laura, liberandosi in un attimo di ogni elemento di disturbo.
Appena raggiunsero la camera da letto dei genitori, sia Nick che Abby si lanciarono sul letto, infilandosi subito sotto le coperte. Niall si tolse i vestiti, li lanciò nel cesto in camera e poi raggiunse i suoi bimbi, i quali si strinsero immediatamente contro il suo corpo. Niall si addormentò, con la testolina di Abigail sul suo petto nudo e quella di Nicholas incastrata tra il suo collo, pensando a quanto la vita gli aveva donato, a quanto era fortunato, ad avere nella sua vita due creature così speciali.
Quando si risvegliò, tre ore più tardi, si accorse che un'altra persona gli stava dormendo addosso. Laura si era sdraiata nel lato opposto dei suoi figli e, come Abigail, aveva appoggiato la testa sul petto nudo di suo marito, godendosi il calore che emanava e che tanto le era mancato.
Niall sorrise, per poi sporgersi in avanti e baciarle la testa. Subito il profumo floreale dello shampoo di Laura gli invase le narici. Per lui quel profumo era una droga; quanto gli era mancato.
L'italiana si svegliò sotto i baci delicati del marito, e alzò il viso verso di lui. Si baciarono, senza riuscire più a smettere, fino a quando Niall non si allontanò leggermente per interrompere quel bacio che stava risvegliando i suoi ormoni.
"Quanto cazzo mi manchi", sussurrò infatti, per non svegliare i piccoli.
"Oh maritino mio, non hai idea di quello che ti farei ora se solo fossimo soli...", rispose lei.
Le guance del cantante diventarono improvvisamente rosse, facendo scoppiare la ragazza in una risata che svegliò sia Nicholas che Abigail.
"Oh, il principe e la principessa Horan si sono finalmente svegliati!", disse Laura.
"Era ora! Re Horan sta morendo di fame!", disse Niall marcando l'accento irlandese.
"Regina Horan, ci prepari la pappa?"
"E da quando una regina prepara da mangiare?", chiese Laura, stritolando le guance della bimba che aveva parlato.
"Dai mamma!", si intromise Nick, "il sangue irlandese ci fa venire fame!!"
"Veramente quello vi fa diventare alcolisti...ma non prima dei 18 anni!"
Laura era già uscita dalla stanza quando terminò la frase, per questo Niall era convinto che non l'avrebbe sentito dire "io la mia prima Guinness l'ho bevuta a 12 anni", ma si sbagliò.
"NIALL JAMES HORAN!"
Non si era nemmeno accorto che sua moglie, rientrata in camera, era armata di cuscino.
"Ahiaaa!", si lamentò, dopo averlo ricevuto in pieno viso.
"Preparo le piadine, 10 minuti e sono pronte. Se non scendete subito le mangio tutte io!"
E Niall non poté che ridere. Amava follemente quella famiglia, la sua famiglia. Non sapeva cosa avrebbe fatto senza loro tre. Nulla di buono, ne era certo, ma non avrebbe mai voluto scoprirlo.
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If you leave me | Sequel di If I could fly
FanfictionSequel di If I could fly Dieci anni dopo il loro primo incontro, Niall e Laura vivevano serenamente la loro vita come marito e moglie, crescendo i loro due figli. Far combaciare la vita da star con quella di papà non era stato facile, ma con Laura a...