Capitolo 5

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Nicholas non aveva smesso di sorridere neanche un secondo quel giorno, non smise nemmeno quando i suoi genitori lasciarono la villa per andare agli studios senza di lui. Il maggiore degli Horan era sempre stato molto legato a loro, soprattutto a Niall, e tutte le volte lasciarlo con la babysitter era un parto. Abigail invece stava bene con chiunque, l'importante era avere qualcuno con cui giocare. Niall e Laura si ricordavano bene il primo giorno di scuola dei loro figli: Nicholas rimase attaccato alla gamba del padre, urlando e piangendo fuori dall'edificio, mentre Abigail corse subito all'interno, senza neanche dare un bacio ai suoi genitori, i quali si scambiarono uno sguardo offeso.

Erano le 20 di sera quando la famiglia One Direction si riunì nei camerini del Late Late Show. C'erano proprio tutti, con le rispettive mogli/fidanzate, mentre i bambini erano tutti a casa degli Horan con la tata per festeggiare il compleanno di Nicholas.

Dopo aver ricevuto l'in bocca al lupo dalle loro donne, i ragazzi entrarono in scena, pronti per la loro intervista con James Corden, nonché loro manager. Si esibirono con il loro nuovo singolo, "A Father's Song", uscito qualche giorno prima, per poi passare alle domande.

"Ciao ragazzi e bentornati! Che bello avervi di nuovo nel mio show!", li accolse James.

"Beh, sei il nostro manager James, puoi farci venire quando vuoi lo sai!", scherzò Harry.

"Avete ragione anche voi, penso che lo farò! Allora, 'a father's song'. Direi che l'argomento chiave è abbastanza chiaro già dal titolo. Volete raccontarci qualcosa di più su questo nuovo singolo?"

Fu Harry a rispondere. "Beh, una grande differenza dai primi anni della band è che adesso abbiamo tutti una famiglia e dei figli e sentivamo la necessità di scrivere qualcosa per loro. Ho iniziato a scrivere questa canzone quando ero in ospedale, subito dopo la nascita di Phoebe, e la guardavo dormire nella sua culla. Poi ognuno ci ha messo del suo."

"E' un modo per ringraziare i nostri figli", aggiunse Niall. "In fondo, è proprio grazie a loro se siamo qui insieme oggi. Quando Nicholas è nato io e Laura abbiamo capito che non poteva avere zii migliori di questi tre idioti. Ci siamo avvicinati sempre più da allora e l'idea della reunion ci è venuta proprio mentre eravamo in vacanza tutti insieme."

James era veramente commosso nel sentire quei ragazzi che conosceva e seguiva ormai da 20 anni parlare dei loro figli. Ne avevano fatta di strada e, come un papà, si sentiva davvero fiero. "Devo ammettere ragazzi che mi riempie il cuore di gioia vedervi così felici. E non smetterò mai di ringraziarvi per avermi permesso di lavorare con voi", disse. "A proposito di Nicholas, oggi compie 10 anni giusto? Mentre Abigail ha fatto i 6 da poco", aggiunse.

"Sì esatto. Stanno crescendo così in fretta!", rispose Niall.

"E ditemi, rispetto a prima, come è cambiata la routine della band con tutti questi bambini?"

Fu Liam a rispondere, raccontando di quando i bambini si mettevano a correre per il tour bus mentre fidanzate e tate li inseguivano disperate, di come il tour e tutti gli impegni della band dovessero combaciare con impegni scolastici, saggi di danza, partite di calcio e molto altro. Raccontò pure di quella volta in cui Bear, Freddie e Nicholas scapparono dalle loro mamme per salire sul palco durante un concerto dei ragazzi.

Mentre Liam parlava, Niall fece scorrere lo sguardo tra il pubblico. Fu un movimento veloce quello dei suoi occhi blu, ma riuscì comunque a scorgere quel viso tra i 100 presenti. Erano passati dieci anni, ma quel volto non aveva mai abbandonato la mente di Niall, era rimasto impresso, chiuso in un angolo del suo cervello insieme ai suoi incubi peggiori, e fra tutti, quello era davvero il peggiore.

Quel volto che, adesso che lo guardava con attenzione, gli ricordava tanto il suo bambino, gli fece fermare istantaneamente il cuore e i polmoni. Riportò velocemente gli occhi su quella figura che adesso lo guardava vittorioso e l'unica cosa che riuscì a fare fu appoggiare la mano sulla gamba del suo amico Louis e stringere forte in cerca di aiuto. Louis si voltò velocemente verso l'irlandese e capì subito che qualcosa non andava. Il viso del suo amico era cadaverico, gli occhi spalancati e gonfi, il respiro bloccato. Stava per avere un attacco di panico, dopo dieci anni dall'ultimo episodio.

Anche Laura, che stava seguendo la diretta dai camerini, si era accorta che qualcosa non andava in suo marito, ma fu distratta da una chiamata. Era Chloe, la tata che stava badando ai ragazzi.

L: Pronto?

C: Laura?

La voce tremante fece subito scattare Laura in piedi.

L: Cosa è successo?

C: Ti giuro che non ho idea di come sia potuto accadere...

L: Chloe, che cosa è successo? I miei figli stanno bene?

Anche Amanda, Cassidy e Sarah ormai avevano staccato gli occhi dallo schermo, rivolgendoli sulla loro amica che aveva assunto lo stesso colorito del marito.

C: Laura...Nicholas è sparito. I ragazzi hanno detto di aver visto un uomo dietro gli alberi e un secondo dopo Nicholas non c'era più. Mi ero allontanata solo un secondo per prendere il succo lo giuro...

Dopo "sparito" Laura non aveva sentito più nulla, la voce di Chloe usciva dal telefono e si disperdeva nell'aria, arrivando solo alle orecchie delle altre presenti.

Il telefono le cadde dalla mano, mentre le gambe le cedettero facendola finire a terra. Gli occhi erano spalancati e vuoti, il cuore si era fermato e i suoi polmoni non prendevano più aria. Dire cosa passava per la testa di Laura in quel momento era impossibile, solo quella parola che continuava a rimbombare. Sparito. Suo figlio era sparito.

Amanda e Cassidy si misero per terra accanto alla loro amica, cercando di farla reagire in qualche modo, di farla alzare, respirare, parlare, ma lei era come congelata.

Nel frattempo, Sarah aveva preso il telefono e scoperto da Chloe che la polizia era già arrivata e che degli agenti sarebbero venuti a prendere anche lei e Niall lì allo studio per portarli in centrale.

Nella stanza accanto, nel frattempo, l'intervista andava avanti, con Harry e Liam che, ignari di tutto, si alternavano a raccontare come era avvenuta la stesura del nuovo disco, mentre Louis avvicinò le labbra all'orecchio di Niall per chiedere cosa avesse.

"Andrea. Qui", furono le uniche parole che uscirono da quelle sottili labbra con una fatica atroce. Louis alzò subito lo sguardo sul pubblico e individuò l'uomo in questione, seduto in penultima fila sull'angolo destro della stanza.

Qualche secondo dopo, degli omoni grossi che sembravano bodyguard comparvero da tutte le entrate, attirando l'attenzione dei ragazzi e di James, ma qualcosa fece rizzare i peli del petto di Niall. Quelli non erano bodyguard, erano chiaramente tirapiedi di Andrea, e non preannunciavano nulla di buono. Qualcosa non andava, e Niall se lo sentiva.

"Laura, alzati. Forza." Le ragazze dovettero sollevare l'amica di peso per farla uscire da quella stanza. Fuori dalla porta trovarono due uomini grossi, vestiti entrambi di nero. "Laura, devi venire con noi", disse uno di loro. "Mio figlio...", disse in un sussulto quasi impercettibile. La afferrarono per un braccio e la trascinarono verso lo studio in cui si stava tenendo l'intervista, sotto lo sguardo perplesso di Amanda, Cassidy e Sarah: la luce rossa fuori dallo studio segnava che la trasmissione era ancora in diretta e l'uscita era da tutt'altra parte; perché la stavano portando lì? E soprattutto, perché gli uomini non indossavano la divisa della polizia? Qualcosa non tornava.

Tutto lo studio si voltò verso la ragazza che era comparsa in scena, scortata da quelle due guardie. Niall si alzò automaticamente in piedi alla vista di sua moglie in quello stato.

"Niall..."

"Amore cosa succede?"

"Nicholas..."

La band era ormai tutta in piedi, così come James, mentre il pubblico era rimasto al suo posto, a guardare la scena con sguardo confuso.

"Okay, chiedo scusa al pubblico ma c'è un'emergenza in studio. La serata finisce qui. Uscite tutti per favore", disse James.

Il pubblico si stava per alzare quando una voce risuonò tra quelle mura.

"Nessuno qui va da nessuna parte."

If you leave me | Sequel di If I could flyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora