Capitolo 17

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Appena Laura si girò verso il lato del letto di Niall balzò per aria terrorizzata, non sentendo la presenza di suo marito accanto a lei. La notte non era per niente facile, con la sua mente che continuava a riportarla in quella villa in Sardegna e le faceva sentire ancora la presenza di Andrea. Le notti erano un vero incubo e solo dormire tra le braccia di Niall l'aiutava a tranquillizzarsi. Fintanto che era tra le sue braccia, nessuno avrebbe potuto farle ancora del male.

Ma quella mattina Niall non c'era.

Accese la luce della stanza con il fiato sospeso, per poi sospirare nel vedere che era nella sua camera da letto e tutto sembrava normale. Si alzò e scese cautamente le scale, sentendo già delle voci fin troppo familiari provenire dalla cucina.

Appena raggiunse la stanza scoppiò a ridere per la scena che si trovò di fronte, attirando l'attenzione dei due presenti. Abigail era seduta sulla penisola in marmo al centro della stanza, mentre Niall era in piedi di fronte a lei, entrambi intenti a lanciarsi farina addosso, sporcando ogni cosa.

Si fermarono appena sentirono Laura arrivare, voltandosi verso di lei.

"Mamma!", urlò Abigail, saltando giù e correndo ad abbracciarla.

"Hey piccola peste! Cosa state combinando te e il papà?"

"Ti stiamo preparando la colazione!", rispose la bimba, correndo poi di nuovo verso suo padre per aiutarlo. Anche Laura si avvicinò, lasciando un veloce bacio a stampo a suo marito.

"Ripulite voi poi, vero?"

Fu Niall a rispondere, il quale aveva acceso il fornello e stava versando dell'impasto su una piastra.

"Sì, non ti preoccupare amore. Oggi non devi fare nulla", disse.

"Nick?"

Appena Laura nominò loro figlio, il sorriso di Niall scomparve all'istante. Il cantante si limitò a sollevare le spalle e ad abbassare lo sguardo, non sapendo dove fosse il bambino. Le cose tra i due non stavano andando bene, non che Nicholas odiasse Niall, ma per il momento si rifiutava di parlarci, e l'irlandese stava cercando di dargli spazio e tempo per riprendersi, ma faceva male.

"Vado a vedere dove è", disse Laura. Lasciò Niall e Abigail alle prese con la colazione e si diresse prima nella stanza della musica, che trovò vuota, e poi nella sala giochi, dove trovò suo figlio trafficare con la playstation nervosamente.

"Nick, che stai facendo? Papà e Abby stanno preparando la colazione per tutti."

"Questo stupido coso non funziona!", urlò il bambino, abbandonando il joystick sul tappeto e portandosi le mani tra i capelli. Laura lo raggiunse, sedendosi per terra insieme a lui, cercando di capire quale fosse il problema.

"Che cosa non va, amore?"

"I comandi! Questo dovrebbe sparare e questo invece serve per saltare, ma sono invertiti!"

Laura provò a trafficare con quell'aggeggio cercando di risolvere il problema, ma in realtà non sapeva minimamente da dove partire. Quando era piccola giocava alla PlayStation, ma la 2, ormai erano alla 13....

"Nick...non capisco niente di questa roba...devi chiedere a papà."

"Lo chiami tu per favore?"

"No, Nick, vai di là e chiedigli di aiutarti. Devi parlare con lui, è tuo padre, è lui che ti ha cresciuto, che ti ha insegnato tutto quello che sa, che c'è sempre stato e che ti ha sempre amato. Lo capisco che ti abbiamo ferito, ma per favore, parla con lui."

Il silenzio calò nella stanza per qualche istante, fino a quando Nick non disse "non so se riesco a perdonarlo ora."

"Va bene, amore, lo capiamo...ma non escluderlo dalla tua vita."

If you leave me | Sequel di If I could flyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora