Capitolo 20

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Laura non seppe dire come e quando riuscì ad afferrare il suo cellulare da terra e chiamare Liam. Non riusciva a smettere di piangere, come mai prima d'ora aveva fatto, al punto che non riusciva più a tenere gli occhi aperti dal bruciore. Non riusciva nemmeno più a respirare a causa dei continui singhiozzi e del battito cardiaco sempre più accelerato che le aveva fatto venire una tachicardia quasi insostenibile. Niall era sempre stato la sua unica certezza nella vita, ancor prima di conoscerlo di persona, e da quando si erano messi insieme lui era sempre stato la sua colonna portante. Ora, però, quella colonna era crollata.

15 minuti dopo la chiamata Liam spalancò la porta della stanza preoccupato, lanciandosi subito a terra accanto all'italiana. Non sapeva cosa fosse successo, era semplicemente corso lì dopo aver sentito la sua migliore amica piangere come una disperata e chiedergli aiuto al telefono.

"Laura...che succede? Dove è Niall?", chiese, ma lei non riusciva a rispondere.

"Okay Lau...ora ci calmiamo un po', okay?"

La lasciò lì, sul pavimento, per alzarsi e dirigersi verso il comodino di destra, quello di Laura. Lo aprì e, rovistando tra cose che non avrebbe voluto vedere, trovò finalmente il boccettino di Lexotan che cercava. Ne diede qualche goccia all'italiana, per poi sedersi dietro di lei, facendo appoggiare la schiena della ragazza contro il suo petto e dondolando un po' per farla calmare.

Pian piano il Lexotan fece effetto e Laura tornò in sè, smettendo di piangere e singhiozzare e con un respiro regolare.

"Liam...", sussurrò a fatica. Come dopo ogni attacco di panico, aveva dolori muscolari letteralmente ovunque, come se l'avesse appena investita un camion, e un sonno che avrebbe dormito per l'eternità, ma riuscì comunque a sollevarsi e voltarsi verso l'inglese che la guardava preoccupato.

"Sono qui, Lau. Dimmi che è successo."

"Niall...mi ha tradita."

Liam sentì chiaramente le parole della sua amica, ma doveva aver capito male. Il Niall che conosceva non avrebbe mai tradito Laura, mai.

Corrucciò la fronte confuso e "che hai detto?", chiese.

"Mi ha tradita", ripeté la ragazza, guardandolo dritto negli occhi.

Liam scosse la testa in risposta, non riuscendo ad elaborare quello che la sua amica gli aveva detto, ben due volte. "Cos...no...Niall non...ne sei sicura?"

Laura prese il telefono e lo sbloccò, mostrandogli la mail che aveva ricevuto qualche ora prima. "Qualcuno mi ha mandato queste...e Niall ha confermato, Lee...".

Liam fissava quelle immagini in silenzio, mentre sul suo viso la confusione scomparve, lasciando solo spazio alla rabbia. "Sai di quando sono?"

"No...non precisamente, almeno...però di quando io e Nick eravamo...beh...".

Come diavolo aveva potuto Niall fare una cosa del genere a sua moglie, a suo figlio, alla sua famiglia? Come aveva potuto tradire la persona più importante della sua vita mentre questa era dall'altra parte del mondo a rischiare la vita? Come aveva potuto essere così coglione?

"Lee..."

La voce delicata di Laura fece interrompere il suo flusso di insulti verso l'irlandese, portando l'attenzione alla ragazza di fronte a sé che si stava abbandonando alla stanchezza.

"Vieni...ti metto a letto", disse, prendendola in braccio e stendendola sotto le coperte.

"Riposa ora, ne parliamo domani", disse, ma Laura era già crollata.

Niall balzò sul sedile appena sentì bussare forte contro il finestrino. Non seppe nemmeno dire quando si addormentò di preciso, ricordava però che era già sorto il sole. Non sapendo dove andare, dopo esser stato sbattuto fuori casa da Laura, si era fermato in un parcheggio. E lì era rimasto, tutta la notte.

Si voltò verso il finestrino, notando subito Liam con il viso contro il vetro. Aprì la portiera, ricevendo in pochi secondi uno schiaffo in pieno viso.

"Ahioo!", urlò, portandosi una mano sul viso.

"Che cazzo hai fatto, Niall?!", sbraitò l'inglese.

Niall sospirò e scese dall'auto. "Te lo ha detto?"

"Mi ha chiamato alle due di notte, in pieno attacco di panico. Ti prego, dimmi che eri sotto l'effetto di qualche droga."

Liam non poteva accettare il fatto che il suo amico avesse fatto una cosa del genere, ancora non riusciva a crederci, nonostante le foto, e sperava con tutto se stesso che Niall in quel momento non fosse per niente in grado di intendere e di volere.

L'irlandese scosse la testa, facendo sospirare l'inglese. "Alcol?"

"Ero perfettamente lucido, Liam. Terribilmente devastato, a pezzi, distrutto...ma lucido."

Un altro schiaffo colpì improvvisamente la guancia destra di Niall, che iniziava a bruciare.

"Cazzo, Niall! Come hai potuto farlo? E' tua moglie, l'amore della tua vita! E diamine...lei e tuo figlio erano scomparsi!"

"Lo so, Liam, sono perfettamente cosciente di aver mandato a puttane la mia vita, okay? Ma io-".

"Ma cosa, Niall?! Eri triste? Depresso? Spaventato? Preoccupato? So benissimo come stavi, Niall, io c'ero, ma non provare minimamente a usarlo come scusa, perchè non c'è scusa che regga per quello che hai fatto a Laura."

"Liam, ti prego, aiutami a risolverla", lo implorò Niall, iniziando a piangere silenziosamente.

Liam invece era sempre più incazzato.

"Risolverla?! No...non hai capito proprio un cazzo, Niall. Ho già prenotato un volo per Londra per Laura e i bambini, e tu terrai il tuo culo lontano da loro, siamo intesi?"

"E' la mia famiglia, Lee, non posso abbandonarli."

"Li hai abbandonati quando hai deciso di farti un'altra. Torna a Londra se vuoi, ma prenditi un appartamento e sta lontano da Laura", disse, per poi salire sulla sua BMW e sparire.

Quando Liam tornò a casa Horan Laura era già sveglia, seduta alla penisola della cucina a fissare la tazza di té fumante di fronte a sé, senza però berla.

"Hey", disse Liam, attirando la sua attenzione.

"Sai che ero incinta?"

L'inglese si avvicinò, sedendosi sulla sedia di fronte, e la guardò confuso e curioso allo stesso tempo.

"L'ho scoperto alla festa di Abigail. Mentre eravamo sull'aereo, diretti verso l'Italia, sono stata male...aborto spontaneo", continuò, accennando un sorriso amaro.

Liam sentì la bocca dello stomaco chiudersi a quella rivelazione, ma non disse niente, sapendo che la sua amica non aveva ancora finito.

"Niall non lo sapeva. Prima della nostra scomparsa era molto preso con il lavoro, stava per partire il vostro tour e aveva iniziato a lavorare su un ipotetico quinto album da solista...non volevo stravolgere i suoi piani con un altro figlio, sai."

Bevve finalmente un sorso di té, per poi continuare.

"Volevo dirglielo la sera del compleanno di Nick. Non riuscivo più a tenerlo per me. E poi..."

"Non gli hai detto niente quando sei tornata?", domandò Liam.

Laura scosse la testa, per poi bere un altro sorso di quella bevanda calda. "Aveva sofferto troppo, e ormai era successo, volevo andare avanti...per questo volevo chiedergli di fare un altro figlio. Ci ho pensato molto quanto sono tornata, ed ero davvero decisa a farlo."

"Io...vorrei dirti che le cose si sistemeranno, che Niall ti ama e che si farà perdonare, ma la verità è che sono troppo incazzato."

Laura scoppiò a ridere divertita, anche se da ridere c'era gran poco. "So che Niall mi ama, Lee. E in fondo so anche che lo perdonerò, prima o poi, ma non ora. Mi ha fatto troppo male, e non voglio passare un altro secondo in questa casa."

"Non dovrai farlo. Vi ho prenotato un volo per Londra, oggi alle 15. Tornare a casa ti farà bene, ti sono successe troppe brutte cose a Los Angeles."

Liam aveva ragione, a Londra si sarebbe sentita decisamente meglio, anche se senza Niall accanto, non sarebbe mai più tornato tutto come prima.

If you leave me | Sequel di If I could flyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora