Parte 16- Le Quattro stagioni

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"Penso che lo scopo di un brano musicale sia significativo quando vive effettivamente in qualcun altro. Un compositore mette giù un codice e un esecutore può attivare il codice. Una volta che vive in qualcun altro, può farlo anche negli altri."
Yo Yo Ma


L'archetto si muove perpendicolarmente all'asse, seguendo linee circolari ed immaginarie. Le dita della mano destra sono strette attorno al nasetto* ed il mento è ben saldo sullo strumento.

L'altezza del suono delle note viene controllata dalla mano sinistra in una vibrazione sempre più in crescendo, ma che riesce ad essere ben regolata mediante la pressione delle dita sulla tastiera.

L'armoniosa composizione di Vivaldi si innalza, mischiandosi fluidamente con gli altri brani che Katsuki ha sapientemente mixato insieme. I toni sono accessi e violenti: se ci si estraniasse si potrebbe persino credere di essere finiti all'interno della carica esplosiva di una tempesta estiva.
Il legno della carcassa del violino risplende sotto le luci naturali e poco rischiaranti delle finestre sporche del capannone abbandonato.

Tutti i ragazzi sono seduti attorno a loro, su delle superfici casuali, appoggi o a quello che sono riusciti a trovare, e sono intenti ad osservare la breve esibizione dello spettacolo che verrà riprodotto in teatro a Marzo.

Katsuki è posizionato in un angolo dello stanzone e quando il ritmo parte ad essere più insistente, sfrega senza sosta su quelle corde strattonandole all'inverosimile, in un movimento talmente brutale ma anche ipnotico da catalizzare completamente l'attenzione dei presenti.

Ma lui questi sguardi ammirati puntati addossi non li nota neppure.

Ha gli occhi sbarrati, tesi in un unica direzione. Non riesce più a tenerli chiusi da quando lo ha visto ballare ...
o meglio da quando lo ha visto dimenarsi in totale estasi completamente nudo sopra di lui.

Izuku volteggia sinuoso nell'ampia aula, eseguendo un meraviglioso Tour fouettés*. La figura di danza classica richiederebbe, da chi la sta eseguendo, la ricerca di un punto fisso su cui ancorare le iridi, ma i suoi pensieri sono rivolti altrove.

L'unica cosa che riesce a vedere è un fermo immagine riconducibile alla mattina appena trascorsa.
E' una semicurva seducente fatta di pelle chiara, sdraiata nel suo stesso letto, accanto a lui.

Solo a ripensarci riesce a percepire lo stesso strizzare dolente dello stomaco.
La sensazione che sente attanagliarli le viscere la percepisce in ogni istante, ed è strana, come se fosse una fame insaziabile, un impulso irrefrenabile che lo spinge a toccarlo, baciarlo e sentirlo un'altra volta dentro di lui.

Non gli è bastato farci l'amore ieri sera, non gli è bastato baciare fino allo sfinimento quelle morbide labbra rosee, perché quando la sveglia ha suonato destandoli dal sonno, l'urgenza di viverlo ancora si era fatta sentire daccapo.

Non riesce a comprendersi del tutto: questo ardore, questa voglia continua di vederlo, di aiutarlo... di assaporarlo... è un sentimento bellissimo, mai provato fin ora, ma che allo stesso tempo lo dilania, spaccandolo in crepe fin dentro nella parte più profonda dell'anima.

Il non saperlo totalmente suo, il vederlo ancora terrorizzato da qualcosa che non ha voluto spiegargli, lo disintegra in minuscoli pezzettini che riesce a rimettere insieme solamente quando lo sente nuovamente accanto.

La voce di Kaminari si infiltra tra le note più classiche del violino, e ci scivola sopra in un Rap da lasciare senza fiato.

"Guarda bro, non importa chi sei o chi ami,
L'amore non lo impari leggendo nel Bignami.
Ehi, guardami negli occhi, senti dentro come sono,
Questo amore è vero, parlo uomo a uomo."

BakuDeku- La nostra melodia - DekuBakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora