Parte 28- As it was

179 18 79
                                    


"I want you to hold out the palm of your hand
Why don't we leave it at that?
Nothin' to say
When everything gets in the way
Seems you cannot be replaced
And I'm the one who will stay, oh"


"Qualche volta devi suonare la musica con quello che hai."
Itzhak Perlman's




L'archetto si muove sui crini seguendo un andamento lento, il braccio nudo si snoda piegandosi e mettendo in bella mostra i bicipiti tesi nello sforzo di sfregare le corde del violino, pur cercando di mantenerne un suono dolce.

Kaminari segue con la testa l'onda morbida dei movimenti di Katsuki, tenendo gli occhi ancorati sulle sue mani e calcolando mentalmente le pause in cui potrà inserirsi per lanciarsi in un freestyle reppato.

Da quando si sono conosciuti quello che stanno facendo in questo preciso momento, è sempre stato un pochino un loro gioco, un momento di condivisione che si sono andati a creare con il tempo e che è rimasto un loro porto sicuro rinchiuso tra le parentesi di questa amicizia unica.

Il cantante ha sempre pensato di avere una particolare affinità con il violinista, dovuta probabilmente al fatto che amano entrambi la musica in egual modo e, pur essendo conscio del fatto che il suo amico preferisca di gran lunga stare in compagnia di Kirishima, il suo attaccamento verso Katsuki non ha mai vacillato nemmeno di un millimetro.

Lo stima tantissimo: lo reputa un prodigio e con la sua smania, la sua pignoleria sempre volta alla ricerca della perfezione, spinge anche lui a non mollare ma anzi a cercare di eguagliarlo, migliorandosi di volta in volta.

E poi, inspiegabilmente, i modi burberi e a tratti arroganti del suo amico, non lo indispongono ma anzi... lo calmano.
E' difficile effettivamente da spiegare, ma quando si è in compagnia di qualcuno che non vuole dimostrare nulla, di riflesso abbassi le armi e ti comporti nello stesso identico modo anche tu.

Ed ecco svelata la motivazione di come mai con Katsuki gli succeda di comportarsi proprio così. Può permettersi di stare seduto al suo fianco in silenzio, o di passarci ore senza parlare, chino su un foglio intento a scrivere frasi sconnesse, oppure può parlare ininterrottamente delle sue idee per ore ed ore senza essere guardato con espressione di ribrezzo come se fosse diventato improvvisamente pazzo.
Insomma può essere se stesso...
e non è poco.

Kirishima è entrato nel salone della loro casa con mille pensieri in testa, ma appena ha raggiunto la stanza da cui provenivano musica e suoni, non ha potuto non sorridere dolcemente soffermandosi alcuni minuti ad osservare i suoi migliori amici.

Katsuki è a piedi nudi, in pantaloni della tuta e canotta, con gli occhi chiusi intento a suonare con il volto completamente rapito il suo violino mentre Kaminari di fianco a lui, vestito dai soliti abiti sgargianti, ha la testa china ad osservare attentamente le dita dell'altro, reppando a ruota libera nella pause e muovendo le mani convulsamente.

-State facendo un gran baccano.-

Il rumore della pallina del piercing che sbatte contro i denti risuona secca.

-Ciao Bro!-

Kirishima alza una mano in risposta al saluto di Denki spostando lo sguardo verso gli occhi cremisi dell'altro ragazzo che lo stanno fissando con severa intensità.

-Ti ho mandato un messaggi ieri. Avevo bisogno di parlarti, ma tu non mi hai risposto. Per tutto il giorno non l'hai fatto, compreso oggi.- Dichiara Katsuki a voce bassa e con tono risentito.

Eijiro abbassa la testa guardandosi le scarpe a disagio. Non è mai stato capace di dire le bugie, ma non vuole spiegargli che la motivazione di questo suo comportamento è dovuto alle parole che gli ha detto Mina.
Lo hanno fatto riflettere e lo hanno scosso nel profondo molto di più di quello che aveva pensato potessero fare a primo acchito.

BakuDeku- La nostra melodia - DekuBakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora