Parte 4- Memories

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"Memories bring back, memories bring back you
There's a time that I remember when I never felt so lost
When I felt all of the hatred was too powerful to stop (ooh, yeah)
Now my heart feel like an ember and it's lighting up the dark
I'll carry these torches for ya that you know I'll never drop, yeah
Everybody hurts sometimes"
Maroon 5 - Memories

"Niente come la
musica classica rispecchia la profondità dell'animo ."
Taras Mithrandir




Katsuki impreca a bassa voce camminando a passo spedito verso il solito parco.
La sua andatura bellicosa rappresenta in toto il suo umore di oggi, che non è certamente definibile come uno dei migliori di sempre.
Le gambe si muovono veloci, le suole delle scarpe sbattono quasi con ferocia sul selciato. Alcuni sassolini bistrattati dall'appoggio pesante dato dai piedi su di loro, sfuggono al contatto sfuggendo tutt'attorno.

Stringe con i palmi delle mani il cordone delle due borse che tiene appoggiate alla spalla. La testa rimane china e gli occhi sono stretti, ridotti a due fessure di fuoco.
Tra i denti si mordicchia risoluto il labbro inferiore divenuto da tempo un povero ostaggio nei momenti in cui il padrone si sente pervadere il corpo dal nervosismo.

Oltrepassa i passanti con furia dirgendosi nel solito angolino verde che oramai sente essere anche un pochino suo.
Non si prende neppure il tempo di fermarsi a respirare a pieni polmoni l'aria divenuta diversa, impregnata di un'aroma leggermente più umido che preannuncia la pioggia.

Si blocca soltanto appena si appoggia con i piedi al pezzettino di prato verde, senza alzare la testa per cercare con lo sguardo se sia presente Tsumugi.
Per una volta spera che la bambina non ci sia, non riuscirebbe a obbligare il suo corpo ad ignorare le fitte amare che sente divorarlo e a sorriderle come se nulla stesse distruggendo il suo cuore.

Come se oggi non fosse veramente il giorno che invece purtroppo è.

Un dolore sordo gli si arrampica addosso, parte dal basso fino a raggiungere la gola e strisciargli nuovamente più giù procurandogli una nausea improvvisa.
Katsuki deglutisce saliva e veleno insieme scuotendo la testa amareggiato.

Oggi lui non è qui per gli altri.
Oggi non suonerà per portarsi a casa quei maledetti soldi indispensabili per fargli avere un tetto sicuro sulla testa e del cibo nello stomaco.
Oggi non suonerà per bearsi degli sguardi di ammirazione, per sentirsi ogni tanto guardato o per regalare agli altri un attimo di eterno che nella realtà non c'è.

No. Oggi lui lo farà soltanto per se stesso.

Ha talmente bisogno di eliminare la tensione e la rabbia che lo opprimono, che solo la musica può in questo momento, salvarlo.
Sente l'urgenza di scaricarsi dai brutti penseri, la premura di essere compreso senza dover essere obbligato a dire nulla.

Oggi è una data infausta.
E' esattamente un anno da quel maledetto giorno in cui ha perso tuto.

Dodici dannati mesi intessuti di dolore, di rabbia... di cocente consapevolezza.
Trecentosessantacinque giorni in cui non abbia pensato ad ogni alzata di palpebra mattutina, a quello che è successo ai suoi genitori.

Per colpa sua.

Appoggia rabbioso il borsone per terra prima di scaraventare sull'erba con la stessa forza, il violino.
Appena tocca il terreno, lo strumento emette uno scricchiolio sospetto che gli mozza il respiro.
Per qualche secondo si porta le mani sulla bocca osservando sconvolto la custodia.
Poi la afferra aprendola con poca grazia e cercando con le iridi sgranate già piene di lacrime, se con il suo atto brutale abbia causato qualche involontaria rottura.
Stringe le labbra infuriato con se stesso, rigirandosi il violino tra le mani.

BakuDeku- La nostra melodia - DekuBakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora