13. L'incontro

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Aria aveva perquisito ogni angolo della stanza, non riusciva proprio a stare ferma.

Aveva trovato dei trucchi usati, molti vestiti nell'armadio sui toni del rosso del nero e del blu,che passavano da uno stile molto elegante a tute per la casa.
Nel bagno c'era tutto l'occorrente per un bagno da principessa, saponette alla cannella, dentifricio alla polvere di stelle(che diavolo era un dentifricio alla polvere di stelle) uno spazzolino, diversi asciugamani con delle iniziali ricamate...AA.
Erano le sue iniziali.
Non sapeva se credere in una coincidenza, ma doveva essere così.
Chi poteva aver ricamato le sue iniziali nei pochi minuti che aveva passato in quella casa?
Ma la trovava comunque una cosa strana, coincidenza o meno, le sembrava un segno.
Un segno che era sulla strada giusta.

Alla fine dopo aver setacciato ogni angolo della stanza si era buttata sul gigantesco letto con lenzuola in seta rosse, che davano quella sensazione di regale sollievo che si era aspettata, a fissare il soffitto bianco.
Aveva ripercorso decine di volte i suoi ricordi su quello che poteva esserle successo.
Ricordava di essere tornata a casa a prendere i soldi e il libro del principio che si trovavano nel suo zaino...che non era lì con lei.
Ricordava che cercava la casa dell'amico di Philos e con essa un modo per partire per terre lontane, per legam più precisamente.
Ricordava di essersi sentita confusa...e poi ricordava il buio.
Una sensazione di smarrimento e paura e nient'altro.
Poi si era svegliata in quella serra con uno sconosciuto che giurava di averla trovata davanti alla sua porta, della sua gigantesca villa, lì a Legam.
E quell'unica informazione non faceva altro che confonderla ancora di più.
Sentiva che mancava un tassello ma per quanto si sforzasse la sua mente sembrava bloccata, non riusciva ad afferrarlo.
Aveva bisogno di risposte e le avrebbe avute, anche a costo di sembrare pazza.

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Passarono diverse ore prima che qualcuno bussasse alla mia porta.
Quando corsi ad aprire mi ritrovai davanti una ragazza dalla pelle scura e gli occhi azzurri. Aveva i capelli più scuri dei miei raccolti in una treccia ed indossava un vestito sui toni del viola scuro.
Era bellissima e avrà avuto all'incirca la mia età.
Visto che ero rimasta lì a fissarla alla ricerca di qualche spilla che mi indicasse a quale gruppo appartenesse, quella decise di parlare..
"Signorina sono qui per accompagnarla a cena" disse squadrando i miei vestiti evidentemente sbagliati per l'occasione.
Indossavo ancora i pantaloni della scelta di due giorni prima con sopra una felpa nera che ero sicura non essere mia.
Ma non ci feci troppo caso e seguii la ragazza fuori dalla stanza con un unico pensiero in testa.
Risposte.

Dopo aver percorso diversi corridoi labirintici si fermò davanti a una porta.
La ragazza si inchiodò davanti all'uscio e mi fece cenno di entrare.
La ringraziai anche se non sapevo esattamente per cosa ed entrai.

Il ragazzo dagli occhi gialli era seduto ad un tavolo tondo al centro di una stanza bianca
circolare. Oltre al tavolo apparecchiato ed appoggiato a un pavimento di legno le pareti erano completamente spoglie a parte qualche mensola vuota.
Il soffitto notai era una cupola in vetro un po' come quella della serra e lasciava entrare uno spiraglio di luce proveniente dalla luna che svettava alta nel cielo.

Mentre camminavo per prendere posto vicino al ragazzo, la porta dietro di me si aprì nuovamente con uno schricchiolio e notai lo sguardo di capelli d'oro svettare dietro di me e trasformarsi in un gigantesco sorriso.
(Non che prima non stesse già sorridendo)

Ancora di spalle sentii un odore come di bruciato e una voce provenire dalla figura che doveva essere dietro di me.

"Non è carino dare le spalle" disse con una voce potente ma anche melodiosa e provocante.

Mi girai molto attentamente pronta a rispondere con una frecciatina a chiunque fosse così spavaldo da vessare una sconosciuta.

Ma quando mi girai trovai davanti a me un uomo, vestito interamente di nero, alto e muscoloso con occhi di fiamma.

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