14. Il Loto Blu

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Dopotutto perché continuare a insistere.
Se una persona non ti vuole ascoltare non ti ascolta.
Per quanto tu ci possa provare a urlare per farti sentire questa continuerà a guardare solo il suo obiettivo.
E molto spesso quell'obiettivo è avere ragione.
Per questo si era alzata decisa e incazzata e si era diretta a grandi passi verso quella porta.
Perché per quante volte potesse chiedere risposte e chiarimenti loro avrebbero continuato a ignorarla e a risponderle con cose che non centravano niente.
Semplice istinto di difesa.
Che stupidi.
Come se lei potessi stare al loro gioco e non cogliere il significato tra le righe.
Non sarebbe stata più al gioco di nessuno, lo aveva promesso a se stessa.
Avrebbe trovato risposte con o senza di loro.

Per fortuna la sua camminata dispersa dentro quella casa fece scendere sensibilmente la sua rabbia grazie alle forze buttate per mettere un passo davanti all'altro.
Ma per quanto il  corpo potesse voler cedere la sua testa non smetteva di frullare ancora e ancora, in un circolo vizioso.

E per qualche motivo alla fine tutti i pensieri si riconnettevano in una sola immagine.
Sua madre.
La vedeva nitida nella sua testa perfetta come sempre, intenta a farle perdere ogni certezza a distruggere ogni frammento della sua identità per rimodellarla a sua immagine e somiglianza
Intenta a zittirla, a sottometterla a renderla nient'altro che un bel volto.
E lei di fronte a quegli occhi glaciali si sentiva sola, persa, distrutta.
Non le era possibile muoversi, non le era permesso reagire costretta dalle catene di ferro che la legavano tenendole immobilizzate la braccia al corpo.
Si sentiva in trappola, prossima alla  fine.

Si sentiva come loro.
Soli, abbandonati, esclusi, estraniati, immobili, arresi.
Senz'anima.

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Dopo aver sbattuto la porta alle mie spalle svoltai a sinistra nel tentativo di trovare la via d'uscita da tutta quella follia.

Mi sentivo persa.
In ogni singolo frammento del mio corpo e della mia anima mi sentivo completamente persa.
E camminando tra qui corridoi rossi e labirintici maledettamente uguali l'uno all'altro mi sentivo sempre peggio.

Come in preda a una malattia febbrile continuavo a svoltare da un angolo di corridoio ad un'altro, da una porta con raffigurato un girasole a una con un geranio.
Cercavo disperatamente una via di fuga da quel luogo senza riuscire a trovarla.
Finché a un certo punto dopo aver visto per la decima volta una porta ad angolo con un loto blu ,rappresentato da solo in mezzo all'acqua calma,  mi arresi e decisi di aprirla.

Ero curiosa, sembrava come se la casa volesse riportarmi sempre in quel punto e io mi ero stufata di continuare a girare in cerchio.

Quando aprii la porta vidi una stanza.
Una stanza gigantesca piena di scaffali a loro volta stracolmi di libri.

La stanza era circolare e nel padiglione centrale partiva una scala a chiocciola in legno scuro che collegava con le librerie dei piani più alti.

Mi sembrava di essere caduta in paradiso.

Tutto era sommerso da una flebile luce blu proveniente dal soffitto...che non era un vero e proprio soffitto.
Era...
Era un cielo stellato.
Sembrava reale ma allo stesso tempo ero certa che non lo fosse, ma non era nemmeno un dipinto né ero sicura.
Doveva essere una sorta di illusione....

Magia.
Quel posto era magico.

Lo sentivo nell'aria calda e accogliente che portava in se l'odore di antico e misterioso, lo vedevo nella luce blu che faceva sembrare i granelli di polvere nell'aria tanti piccole lucciole e lo sentivo nel silenzio confortevole che tutto permeava.
Iniziai a camminare nel padiglione del pianterreno  affacciandomi a leggere i vari volumi nelle librerie lungo il muro e notai che quella stanza non conservava solo libri.
Al centro del padiglione c'era un grande binocolo dorato che sembrava essere stato lasciato puntato sull'ultima costellazione studiata.

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