Nel mio mondo li chiamavamo i senza'anima.
Un temine che letteralmente richiamava l'antica idea per cui qualche dio li aveva puniti privandoli di un pezzo di anima.
Erano dei gruppi di persone che a causa di una mutazione genetica nascevano di figlio in figlio senza uno dei cinque sensi fondamentali.
Noi, i normali, li consideravamo ai margini della società e non erano visti di buon occhio in quanto ritenuti un peso allo sviluppo e progressione dell'umanità.
Erano divisi in 5 ale, ognuna per un senso. C'erano le tre ale dei gruppi più accettati e anche i più numerosi, gli inebriati, gli essenziali e gli stridenti.
L'ala degli inebriati comprendeva tutte quelle persone che avevano perso il senso del gusto, non riuscivano a distinguere l'amaro-dolce di un arancia dall'acido retrogusto del limone.
Dell'ala degli essenziali facevano parte tutti coloro che non riuscivano a percepire l'odore, il che si rivelava un problema quando te ne passava vicino uno e sentivi quell'odore di mancanza, come una zaffata di vento freddo, che si portavano addosso e che a loro sarebbe stato sempre negato percepire.
Gli stridenti non potevano sentire, il che li rendeva socialmente meno integrati in quanto non si poteva conversare con loro se non usando un foglio e una penna...anche se tra di loro avevano sviluppato un linguaggio che alcuni normali si erano interessati di studiare e imparare ma che non era ancora diventato patrimonio comune.
E poi c'erano le altre due ale, le più escluse e in netta minoranza di popolazione. Se ne vedevano pochi data la loro vita emarginata e asociale e non partecipavano al lavoro comune.
L'ala degli indolenti e quella degli assenti.
Gli indolenti non avevano tatto, letteralmente, non riuscivano a percepire la differenza tra un caloroso abbraccio e un pugno in faccia. Erano pericolosi, non tanto per gli altri quanto per se stessi e questa loro mancanza di sensazioni fisiche li aveva decimati nel corso degli anni. Se ne vedevano pochi, i pochi che ancora avevano il coraggio di uscire di casa e affrontare il mondo, e si dedicavano in lavori semplici e innocui.
E infine c'era l'ala degli assenti. Non potevano vedere nulla, assolutamente nulla se non un grande buio. Da quello che mi era stato raccontato non ce ne erano più da molto tempo, tranne qualche membro che viveva ai confini della nostra città, Valor.
Ne ero sempre stata affascinata e avevo fatto molte ricerche su di loro, ma non ero riuscita a trovare nulla di rilevante a parte il fatto che appunto non vedessero e vivessero una vita appartata e isolata dal resto.
Sembrava esserci un equilibrio, tutto scorreva liscio, come l'acqua cristallina e scrosciante di un ruscello, almeno fino a quando non incontrai lei. Ed è allora che inizio la mia storia.
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Ero uscita per andare a fare la spesa, i miei genitori erano a lavoro e io avevo una dannata voglia di gelato, che era abbastanza difficile da trovare, come qualsiasi alimento che non fosse pane o uova.
Non ci si sprecava a cucinare prelibatezze quando c'erano cose molto più importanti di cui occuparsi e a nessuna delle ale era permesso lavorare nel settore alimentare dato gli esperimenti falliti degli anni addietro. E i normali..loro pensavano di meritare lavori più alti.
Ma c'era un negozio a qualche isolato da casa che ne aveva sempre qualche scorta per me sin da quando ero piccola.
Il proprietario del negozio, Alfred, era un inebriato, contraddistinto dalla spilla a forma di ala di un bianco scintillante sui suoi vestiti, ma nonostante e anzi forse proprio per questo aveva deciso di aprire un negozietto pieno di quelle prelibatezze che lui non avrebbe mai potuto apprezzare.
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GLI ASSENTI (Soulless chronicles)
Fantasi"Nell'esatto momento in cui alzai il volto, la figura alzò il suo verso il mio... I suoi occhi erano in fiamme." La città di valor è governata da un rigido ordine. 5 sensi per 5 ale. Li chiamano i senz'anima, persone private di uno dei 5 sensi fonda...