33. Fianco debole

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Con la spada in legno si sentiva molto più a suo agio a combattere con lei. La sera prima si era limitato a difendersi dai suoi colpi furiosi, ma era stato terrorizzato comunque di ferirla data la furia con il quale lei lo aveva assalito.
Per predisposizione aveva già individuato diversi punti deboli nel suo modo di attaccare. Debolezze che un nemico avrebbe sfruttato a proprio vantaggio con facilità fino a sferrarle un colpo letale.
«Maledizione!» Esplose esasperata Eeda in seguito all'ennesima caduta.
«Ti dimentichi sempre di mantenere la guardia sul lato destro, piccola Manner. Sei morta già otto volte da quando abbiamo iniziato.»
La rimproverò in tono molto severo.
Non pensava che Blake potesse essere un maestro così tanto intransigente. La stava mettendo a dura prova. Non l'avrebbe portata però a desistere nel suo intento di ricevere un addestramento completo.
Oltretutto la corte si stavano affollando di troppi curiosi attirati da quel particolare addestramento.
«Forza! In piedi!»
Eeda si rialzò e di tutta risposta attaccò nuovamente Heron. Si susseguirono diversi colpi sordi dovuti allo scontro delle due spade di legno. Ma Blake si allontanò per farle riprendere respiro.
«Eeda, devi controllarti! Non so più come dirtelo! Se metti tutta quella furia ad ogni colpo, dopo poco tempo non avrai nemmeno più il fiato per alzare la spada. Devi metterci meno foga e più testa. Studiare le mosse dell'avversario.»
«Ok.» Si limitò a rispondere ansimando, ma non appena ripresero a combattere lei spostò il peso in modo eccessivo in avanti per sferrare un colpo potente lasciando il suo fianco destro nuovamente scoperto. Blake affondò la spada facendo schiocchiare la lingua con dissenso.
«Ian non è mai stato così duro con me? Ti stai rifacendo di ieri sera per caso?»
«Rialzati! Non sto scherzando, Lady Eeda!»
Non appena rialzata lo attaccò di nuovo senza concedersi un instante di recupero e Blake la colpì nuovamente sul fianco prima ancora che lei potesse fare un solo passo.
«Dannazione, Eeda! Ma perché non mi ascolti?»
Lei gettò la spada a terrà e si diresse verso i lavatoi per dissetarsi.
«Ora cosa ti prende?»
«Cosa prende a me? Piuttosto a te? Perché ti sei offerto di allenarmi? Stai solo cercando di farmi desistere!»
«Che cosa?» Sbuffo' lui adirato. Poi emise un sospiro guardando verso i suoi uomini. Si impose di ammorbidirsi e prese parlare a voce bassa e con dolcezza.
«Eeda io non sto cercando di farti desistere. Credimi voglio l'esatto opposto. Pensi che ti preferisca indifesa invece che pronta a trafiggere un eventuale assalitore. Considerando soprattutto quello che hai passato con Angus e Aidan? Io sto solo cercando di farti colmare tutte quelle lacune nella tua difesa che Ian ha trascurato volutamente. Non perché è un maestro più magnanimo di me, ma perché ti crede potenzialmente una buona guerriera. Ha intravisto alla base della tua furia un forte rancore nei miei riguardi e ha preferito lasciarti in bella vista un punto debole in modo che io potessi sfruttarlo facilmente in caso di un tuo attacco. Come quello che difatti è avvenuto ieri sera.»
Eeda lo guardava sconcertata senza dire una parola.
«Non te la prendere. Lui è nato per difendermi, non vederla come un tradimento nei tuoi confronti. La mattina dopo il banchetto vedendoti così adirata nei miei riguardi, voleva addirittura interrompere l'allenamento, ma io gli ho chiesto proseguire. Da quello che ho notato oggi però, ha semplicemente fatto in modo che non fossi un grosso pericolo»
Si avvicinò maggiormente chinandosi sul suo orecchio. «Dopotutto non possiamo nemmeno dargli tutti i torti. Ci aveva visto bene non ti pare?»
Eeda scoppiò a ridere un po' imbarazzata e gli tirò un piccolo pungo sulla corazza in pelle.
Blake le sorrise in modo caldo e avvolgente. «Vuoi continuare e vuoi che ci fermiamo per oggi?»
Eeda fece un respiro profondo e buttò fuori l'aria. «No, continuiamo!»
Si sentiva sollevata e ora che aveva compreso le intenzioni che si celavano dietro la sua severità e fu più propensa ad ascoltare quello che le diceva il suo laird.
Si mossero con attacchi lenti in modo da analizzare bene i punti deboli e poco tempo dopo si notarono i primi risultati.

Più tardi, nelle fondante del castello, lo guardò con ammirazione mentre le passava un calice colmo di vino dal bordo della vasca.
«Grazie, mio Signore.»
«Non c'è di che piccola Manner.»
«Intendevo per l'allenamento.»
«Oh beh, è stato un piacere. Sicuramente meglio del combattimento precedente.» Scherzò raggiungendola in acqua.
«Mi dispiace per ieri sera...»
«Ssshh...» La zittì con una dito sulle labbra. «Promettimi solo che non scapperai più così. Per nessuna ragione.»
«Nessuna ragione? Non so se posso promettertelo. Se ti trovassi nuovamente in acqua con un'altra donna nuda?»
Risero perdendosi una negli occhi dell'altra. I loro volti si avvicinarono sempre di più fino a fondersi in un bacio famelico. Prima lento, come ad assaporare finalmente i rispettivi sapori. Poi piano piano la foga si impossessò di loro. Blake la prese per la nuca costringendola ad offrirgli il suo collo, lei gemette avvinghiando le sue gambe intorno alla vita di lui. Lo sentì pronto a entrare dentro di lei ma rimase delusa.
«Non voglio prenderti qui.»
Eeda emise un gemito frustrato, come se stesse subendo una tortura.
«Voglio farlo nella mia stanza. E' cosi tanto che ti immagino nel mio letto. Voglio che la nostra pirma volta a Berwick sia lì.»
Eeda si passò la lingua tra le labbra cercando di ricomporsi, ma ansimava pesantemente e i suoi occhi rimasero socchiusi. Il suo corpo stava dando in escandescenza in ogni punto dove era a contatto con il suo. Continuò a baciarla spingendola verso il bordo della vasca. Scese poi sui seni, spingendoli verso la sua bocca con una mano dietro la schiena. Eeda apri le braccia e le distese sul bordo di pietra offrendosi completamente.
«E se non fossi... d'accordo?»
La sua voce era rotta dai gemiti.
«Puoi provare a puntarmi una lama al collo come ieri sera.»
Nel mentre però la sua mano si immerse nell'acqua e si introdusse in mezzo alle cosce per darle sollievo.
«Oppure possiamo raggiungere un compromesso.»
Affondò due dita dentro di lei.
Eeda appoggiò anche la testa al bordo della vasca e inarcò la schiena per ricevere più in profondità le sue mani.
Blake si chinò su di lei come a respirare i suoi gemiti. Lei tornò su con la testa per baciarlo ma lui si ritrasse. La prese per la vita la fece uscire dall'acqua portandola a sedere sul bordo della vasca a gambe aperte. Eeda lo guardava dall'alto verso il basso con occhi di supplica. Lo sguardo di lui era penetrate e le fece aumentare la cadenza del respiro. Continuava a fissarla mentre le sue labbra si avvicinavano al suo basso ventre.
La divorò lentamente. Non appena l'intimo bacio ebbe inizio, Eeda emise un forte gemito che riecheggiò tra le volte della sala delle vasche, così come nel cuore del suo laird. Appoggiò i talloni sullo scalino di pietra in modo da aprire maggiormente le gambe e scaricò il peso sulle mani inarcando nuovamente la schiena. Nonostante Blake la stesse divorando lentamente, lei raggiunse l'orgasmo in pochissimi istanti e una volta esplosa, d'istinto sovrappose la mano sulle sue parti intime impedendo all'uomo ogni seguito. Il suo corpo non era più abituato a quelle attenzioni e aveva bisogno di una piccola tregua, ma si ricordava perfettamente che Heron fosse piuttosto incalzante nel concedergliele. Eeda si fece scivolare dentro e l'acqua e fra le sue braccia.
L'accolse con un sorriso sensuale e un bacio di una dolcezza disarmante.
«Pensi di riuscire a resistere ora? Almeno per il tempo di asciugarci e raggiungere le mie stanze?»
Lei scoppiò a ridere debolmente ancora frastornata dall'intensità dell'orgasmo.
«Si, credo di si.» Poi sorrise maliziosa strofinando il suo bacino al suo
«E tu?»
«Io, piccola Manner, ho intenzione di resistere molto a lungo.»
La fissò in modo seducente, le porse nuovamente il calice di vino e brindarono a quel pomeriggio tutto per loro. Aveva ripreso a nevicare, ma finalmente non c'era più nessuna bufera, né fuori, né tra di loro.

***

«Blake, sono Ian! Aprimi.»
Eeda era sotto di lui si stava contorcendo tra tutti i cuscini del letto di Heron. L'aveva appena portata all'apice. Non poteva abbandonarla così. Erano chiusi in quella camera da diverse ore, anche se non sapeva con esattezza quante. Aveva perso il conto anche degli orgasmi che si erano procurati a vicenda, ma non voleva comunque privarla di quell'ultima promettente esplosione. La donna sembrava non essersi nemmeno accorta che il suo amico stava continuando a bussare alla loro porta. Tentò la sorte con la speranza di non destarla dalla sua estasi.
«Ian dammi qualche minuto!»
Urlò simulando una voce neutra. Eeda sembrava non averlo nemmeno sentito. O forse lo aveva fatto visto che sembrava stesse inseguendo il suo piacere in modo ancora più vorace. I suoi gemiti si fecero più ravvicinati e Blake comprese che poteva lasciarsi andare dentro di lei. Appoggiò la fronte contro quella della sua amante, le tappò la bocca e la riempì con il suo seme caldo. La sua esplosione rimandò quella di Eeda, nonostante stesse calando.
La fece gridare nuovamente nel suo palmo. Una volta sicuro che le scosse nel corpo della donna si fossero placate scostò la mano, rimanendo con il volto sopra il suo. Si guardarono negli occhi ancora sconvolti. Non comprendevano come ogni volta potesse essere più intensa della prima. Dopo pochi istanti Eeda li fece un cenno con la testa come a dirgli che andava tutto bene e che poteva andare.
Si allontanò piano piano da lei sedendosi sul letto.
«Devo farlo entrare, gli avevo ordinato di aggiornarmi come prima cosa non appena arrivato al castello, se ci fossero state nelle novità importanti. Credo sia urgente.»
«Capisco. Rimarrò sotto le coperte.»
Disse sistemando i cuscini dietro di lei e avvolgendosi il lenzuolo intorno al seno. Le dispiaceva farsi vedere in quelle condizioni dall'uomo che la stava addestrando, ma dubitava di avere le forze di reggersi in piedi e men che meno di rivestirsi in fretta. Ian avrebbe comunque compreso quello che era successo in quella stanza non appena messo piede al suo interno, con o senza abiti addosso.
La temperatura era elevata, il camino era carico di legna. I vestiti e i teli con cui si erano asciugati tornati dal bagno erano sparsi per tutto il pavimento. Un calice di vino era riverso sul tappeto davanti al fuoco affianco all'altro ancora traboccante. I vassoi e i piatti della cena erano sparsi per terra e sul divanetto ai piedi del letto. Era certa inoltre che l'odore si sesso aleggiasse pesantemente nell'aria.

Blake continuò a fissarla in modo famelico mentre drappeggiava sui fianchi il plaid per nascondendo la sua erezione che non accennava ancora a calare.
«Puoi entrare Ian.»
Il vichingo entrò guardandosi intorno sorpreso dalla confusione, poi vide Eeda nel letto, spalancò la bocca.
«Ma perché diavolo non mi hai detto di tornare in un altro momento?»
«Non ci sarà un altro momento, non scenderemo nel salone per questa sera.»
«Capisco...» Disse osservando la loro cena sparpagliata per tutta la stanza e scoppiò a ridere.
«L'intero castello sarò grato di questo vostro epilogo, non vi sopportavamo davvero più!»
«Oh certo, immagino che tu abbia raccolto scommesse a riguardo visto che sai prevedere tutto!»
Eeda esclamò spiluccando nervosamente dell'uva dal centro del letto senza guardalo nemmeno in faccia.
Ian guardò Blake con aria interrogativa.
«E' arrabbiata con te perché le non le hai mai corretto i suoi problemi di difesa sul fianco destro.» Spiegó il Laird divertito della scena.
Ian sogghigno simulando imbarazzo.
«Oh be', capisco. Non ve la prendete sul personale Lady Eeda. Ero certo che Blake non ne avrebbe mai approfittato di una vostra debolezza. Mentre ecco... non ero molto sicuro sulle vostre intenzioni invece.»
Si chinò ai piedi del letto per guardala in faccia come gesto di riconciliazione.
«Consideratelo piuttosto come un complimento. Vuol dire che vi considero una potenziale guerriera letale, non trovate?»
Blake li guardò ancora più diverto, mentre Eeda si limitò ad alzare un sopracciglio e a voltare la faccia dall'altra parte. Aveva compreso perché si era comportato così e non era così arrabbiata, ma voleva fargliela pesare comunque.
Blake versò quindi del vino al suo amico e glielo porse con aria complice.
«Allora? Immagino ci siano nuove importanti visto che ti sei diretto qui senza nemmeno toglierti il mantello. Avanti levatelo, mi viene da soffocare solo a vederti.»
Ian bevve dal calice mentre si svestiva.
«Harald si trova già al Nord e Tosting gli sta decisamente facendo la corte. L'accordo prevede l'arrivo di trecento navi danesi entro questa primavera. Il padre di Hemma, Gunnar invece si trova ora a nord di Eidwin, con la sua flotta di cinque unità.»
«Combatterà per Harald?»
«Hemma lo da per certo, ma non vede il padre da anni. Sarebbe meglio verificare.»
«Bene, verificheremo sperando di offrire presto ospitalità a tuo suocero.»

Enemy's Daughter - La figlia del nemicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora