Blake si stava intrattenendo con i suoi uomini più a lungo del solito. Era tornato all'accampamento con largo anticipo per godersi la compagnia dell' intrigante ospite della sua tenda, ma sperava che anche Ian fosse rientrato prima del previsto e con buone notizie. Purtroppo non era stato così. Anzi, si era trattenuto fuori più di quanto avesse calcolato e questo sapeva non essere buon segno.
Si era svegliato in tarda mattinata con lei tra le braccia e gli era venuto istintivo ribaciarla ardentemente come la sera precedente. Si era messo sopra di lei spalancandole le gambe lasciando però il tessuto della sua sottoveste fra i due corpi per non cadere in tentazione di penetrarla. Aveva sfregato la sua eccitazione tra le sue gambe fino a farla venire mentre lei lo supplicava di farla sua.
Era stata durissima trattenersi. Da quando le loro lingue avevano iniziato ad attorcigliarsi in un groviglio umido e irresistibile, sentiva ancora di più l'urgenza di unirsi a lei per completare quella unione.
Quello sforzo di autocontrollo gli aveva martellato le tempie tutto il giorno e non era riuscito ancora a decidere quale dei due ponti fosse meglio distruggere in modo da costringere Aidan Mcdellah a spostare l'accampamento. Costringerlo ad arretrare spingendolo verso Roxbourgh o farlo avanzare e intrappolarlo nella gola vicino ad Fishwick?
Voleva consultarsi con l'amico anche riguardo questo argomento.
Accidenti Ian dove cavolo sei finito? Pensò per la centesima volta tracannando l'ennesimo boccale di birra. Stava cercando di rimanere fuori dal suo letto con la speranza che Glenna si addormentasse prima del suo rientro, ma questo lo aveva portato ad ubriacarsi oltre il limite. Sarebbe stato ancora più pericoloso entrare nella tenda in quelle condizioni, qualora lei non fosse già assopita.
Non si rese conto che mentre la sua mente formulava quei pensieri, stava già barcollando verso il tendone.Eeda continuava a girarsi e rigirarsi nel letto. Non lo aveva visto per tutto il giorno e ormai il chiasso serale degli uomini dell'accampamento si era chiaramente attenuato. Doveva essersi fatto davvero tardi e di Blake non c'era traccia. A parte il bacio della sera prima e di quella mattina non aveva fatto progressi con lui. Aveva anticipato il rientro, ma non poteva illudersi che fosse a causa sua. I motivi di quel cambiamento di programma potevano essere i più svariati. Sospirando decise che fosse meglio provare a dormire. Dopotutto poteva essere benissimo a sfogare i suoi impulsi sessuali con qualcun altra di più esperta e rodata come Meeren.
Mentre si tirò addosso con fare stizzito una delle pellicce, lo senti introdursi in modo goffo nella tenda.
Era palesemente alticcio. Dalla sua espressione si accorse che non era molto contento di vederla sveglia.
Sempre meglio! Si disse silenziosamente con pungente amarezza. Decise di rimanere zitta e aspettare una sua mossa. Si buttò nel letto vestito. Non aveva nemmeno fatto il bagno quel giorno e il suo odore muschiato le penetró le narici ricreando il solito groviglio nel basso ventre.
Rimasero immobili per qualche istante. Poi Eeda si strusciò su di lui. Era completamente nuda. Aveva sapientemente nascosto la sua sottoveste, visto che non le era stata per niente amica quella mattina.
Blake imprecò in uno sbiascicante gaelico e l'afferrò tirandola su. Entrambi in ginocchio presero a divorarsi l'un l'altra. Eeda si accorse che era furioso, fuori controllo e questo invece di impaurirla, la stava eccitando ancora di più. Non era il solito Blake premuroso e attento, ma aveva desiderato talmente tanto che la facesse sua, che fu solo contenta di quell'ardore. Non le importava se avesse sentito un po' di dolore. Quello che contava era che la prendesse in un modo o nell'altro.
Lei si sfilo la tunica di dosso e lui scese dal letto per levarsi i pantaloni con un gesto rapido. Tornò subito a baciarla. Eeda cercò di sovrastarlo. Ormai si sentiva abbastanza sicura, anche se non sapeva esattamente cosa fare. Non voleva dargli spazio di ritrarsi come quella mattina quando si era aggrappata a lui accecata dal desiderio e quasi in lacrime l'aveva implorato di penetrarla.
Si mise quindi a cavalcioni sopra di lui e iniziò a strofinarsi sul sulla sua eccitazione bagnandone la punta con l'umidità dei suoi umori. Lui stava emettendo dei suoni gutturali davvero selvaggi. Era il momento giusto. Provò a spingersi contro di lui.
Lui smise di baciarla di colpo, l'afferrò per le braccia e ringhiando la sbattè in posizione supina tra le pelli per poi allontanarsi dal letto imprecando:
«Dio santo, Glenna!» Blake camminava su e giù per la stanza, con l'erezione ancora pulsante, mentre si stringeva le tempie con i pugni.
«E' possibile sapere cosa diavolo c'è che non va?» ruggì lei di tutta risposta saltando giù dal letto per affrontarlo. Si soprese di aver reagito così. Non era certo un comportamento da povera disgraziata, che doveva solo essere grata ad un Laird per la sua protezione e per essere ospite nella sua tenda. Ma non ne poteva più. Non tanto per la frustrazione del fallimento del suo piano, ma perché lo desiderava in maniera viscerale.
Lui si voltò con una aria tra il minaccioso e l'esterrefatto. Avanzò verso di lei fino a trovarsi a pochi centimetri del suo viso. Era carico di rabbia.
«Cosa c'è? C'è che non ti devi più azzardare a fare quello che vuoi. Devi startene ai mio volere. Ti è chiaro?» Le urlò in faccia.
Lei non arretrò di un millimetro «Oh sentiamo e quale sarebbe il tuo volere?» lo schernì imitando il suo tono autoritario.
«Io non voglio possederti!» Le urlò nuovamente, scandendo bene le parole in modo perentorio.
«Bugiardo» urlò Eeda in tono più acuto, sentendo che i suoi occhi stavano iniziando a riempirsi di lacrime.
Non poteva permettersi di piangere davanti a lui e quindi si sfogò colpendolo sul torace con dei piccoli pugni «Dimmi perché non mi vuoi! Perchè?»
Lui le afferrò i polsi placandola «Perché non so chi tu sia» le rispose a bassa voce, con denti stretti e un tono che traboccava collera.
Eeda sussultò, si divincolò dalla presa e arretrò. Sentiva le lacrime che stavano iniziando a sgorgare. Afferrò il mantello di Blake e corse fuori dalla tenda, fuori dal campo. Nella sua corsa pianse disperata senza sapere dove andare. Aveva fallito in tutto, come figlia del capoclan, come donna e come amante. Si sentiva prigioniera di se stessa. Prigioniera di suo padre. Prigioniera del nemico, ma ancora di più prigioniera di quello che provava per Heron.
In poche ore, si era innamorata della sua vittima, che da un momento all'altro sarebbe diventato anche il suo carnefice. Sentì le guardie precedute dai cani dietro di lei. Non aveva via di fuga. Nè dall'accampamento, nè dal suo ruolo in quella situazione e soprattutto nemmeno da sé stessa.
Si fermò quando i suoi piedi si trovarono immersi in acqua. Doveva essere arrivata al laghetto termale dove gli uomini e le donne dell'accampamento si recavano per lavarsi. Si guardò intorno in cerca di una altra direzione ma vide davanti a sè Angus.
«Problemi d'amore, Milady ?» Le chiese con un ghigno.
«Vattene! Lasciami Stare!» gli urlò sconvolta, con tutto il fiato in corpo che le era rimasto. Aveva completamente perso la ragione in preda a tutte le pressioni che aveva subito nell'ultimo periodo.
«Lasciami stare!» urlò nuovamente ancora con più enfasi.
Mentre Angus squadrava quasi sbavando le nudità di Eeda che si intravedevano sotto il mantello, un figura scura gli si scaraventò contro buttandolo a terra. Era Blake. Il braccio destro di Mecdellah estrasse dallo stivale un coltello lungo e affilato. Per rincorrere Glenna, Blake era riuscito malapena ad infilarsi i pantaloni, ed essendo quindi disarmato fu costretto ad arretrare, ma si parò tra Angus e la donna, in modo da proteggerla con il proprio corpo. L'uomo lo guardò fisso negli occhi, tenendo puntato il coltello su Heron, ma sentendo ormai le guardie in avvicinamento, arretrò di qualche passo e si voltò per scappare.
«Inseguitelo! A sud presto!» ordinò Blake alle guardie che ne l frattempo gli avevano raggiunti. Poi si voltò verso Eeda.
«Stai bene? Ti ha fatto del male?»
Eeda Scosse il capo tremante.
«Sto bene» riuscì a fatica a rispondere tra i singhiozzi della tensione.
Blake la strinse forte a sè facendole appoggiare il capo sul suo torace. Una volta che ebbe ripreso a respirare in modo più regolare le disse «Vieni, torniamo all'accampamento.»
Le cinse un braccio intorno al collo, mentre con l'altro le chiudeva il mantello per non farle prendere freddo e per nascondere da possibili sguardi indiscreti le sue curve.
La ricondusse verso la tenda. Unah li aspettava li davanti all'ingresso in camicia da notte.
«Mio signore posso essere d'aiuto?» Sembrava seriamente preoccupata per la donna e senza alcuna intenzione di infierire, come era solita fare.
«Si Unah grazie, puoi preparale una tisana delle tue, un'altra caraffa d'acqua e portarle una camicia da notte un po' calda?»
La donna rispose con un cenno e si voltò di corsa per attivarsi con le faccende.
Blake la portó dentro e la fece sdraiare sul letto con ancora il mantello addosso. Tramava per il freddo e la paura. Aveva bisogno di calore. Avrebbe voluto stringerla ancora. Ma Unah li raggiunse portando quello che il Laird le aveva richiesto.
Si fissarono a lungo in silenzio sconvolti da quello che era successo prima tra loro e in seguito durante lo scontro con Angus.
Blake distolse lo sguardo distratto dal passaggio di Unah alle sue spalle e ne approfittò per abbandonare la tenda, lanciandole solo un' ultima occhiata preoccupata.
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Enemy's Daughter - La figlia del nemico
Narrativa Storica[COMPLETA] 🔞 Contenuti sessuali espliciti e scene violente Lady Eeda è costretta dal padre, il Laird Boyd Manner di Roxburgh, ad introdursi sotto mentite spoglie nell'accampamento del suo acerrimo nemico, il Laird Blake Heron di Berwick. Si trover...