Ormai si era fatta sera ed io non avevo avuto più nessun contatto da parte di Harry, come se non fosse mai esistito.
Così, quando avevo visto il sole tramontare avevo deciso che avevo aspettato abbastanza.
Avevo trascinato dietro di me la piccola valigia contenente tutte le mie possessioni, e con il cuore tra i denti avevo cominciato a camminare verso l'aeroporto di Los Angeles.
Non avevo ancora un biglietto ma ero sicura che sarei riuscita a comprarlo una volta giunta lì.
La macchina l'avevo parcheggiata nel parcheggio del Moonlight, con la speranza che, magari sarei ritornata un giorno.
Anche se in cuor mio, speravo di non doverlo fare mai più, perché quella città mi aveva fatto crescere e soffrire allo tesso tempo, così con le lacrime agli occhi mi ero avvicinata alla scrivania della compagnia aerea e avevo acquistato il biglietto per quella che sarebbe stata la mia nuova "Casa"
L'Australia.Avevo passato i controlli di sicurezza senza alcun problema e dopo aver trascinato il trolley dietro di me per tutto l'aeroporto, ero finalmente riuscita a raggiungere la sala d'aspetto, che una volta arrivata lì, potei notare fosse gremita di gente.
C'erano bambini che correvano da tutte le parti, alcuni si erano addormentati sulle sedie ed altri stavano gustando qualcosa al piccolo bar.
Mi guardai intorno per svariati secondi, prima di notare una piccola sedia vuota, quasi corsi verso di essa, perché ero stanca morta a causa di aver camminato per dei chilometri buoni.
Tirai un sospiro di sollievo quando sentii le mie gambe cominciare finalmente a rilassarsi.
Era già passata un'ora e mi stavo annoiando a morte, così cominciai a girarmi i pollici mentre osservavo attentamente tutte le persone che stavano aspettando il volo per Sydney, proprio come me.
Nella mia mente non poteva non passare il pensiero che Harry non avesse mantenuto la sua promessa e che, per chissà quale motivo, non si era più presentato.
Forse ci aveva ripensato, forse mi ero solo fatta film mentali, su quello che eravamo.
Ed io ero del tutto convinta che si fosse dimenticato di me, o almeno, lo ero stata fino a quando tre uomini alti e muscolosi, si erano avvicinati a me e avevano preso la mia valigia.
"Lei è la signorina Darcy?" aveva chiesto, il più vecchio di loro.
E a causa dello spavento, ero rimasta pietrificata, non sapendo ancora se fossi nei guai e non capendo ancora cosa stavo succedendo.
"Siamo stati mandati da Harry" aveva concluso uno dei tre, ed io finalmente potei tirare un sospiro di sollievo, anche se sapevo chiaramente che non dovevo esserlo.
"Io non posso andare, il mio aereo sta per decollare" annunciai brevemente, prima di strappare dalle mani di una delle guardie del corpo di Harry, la mia piccola valigia.
"Harry, non vuole venire" aveva detto il più giovane tra di loro, subito dopo aver portato un cellulare all'orecchio e avermi praticamente venduta.
Strabuzzai gli occhi quando disse "Ti aspettiamo" per poi chiudere la chiamata e cominciare a fissarmi dall'alto verso il basso.
Il cuore stava battendo più forte del normale ed io, pur non volendolo ancora ammettere, sapevo che fosse a causa sua.
Mi misi a sedere nuovamente, mentre pensavo a cosa gli avrei urlato una volta che lo avessi rivisto.
Dopo un paio di minuti notai l'atmosfera cambiare totalmente, mentre del chiasso di prima non ne rimaneva più alcuna traccia.
I tre possenti uomini si erano allineati accanto me e negli ultimi minuti avevo buffato più che nella mia intera vita, loro non avevano fatto altro che tirarmi occhiatacce e guardarmi male.
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Redrum Vol.1 |Harry Styles|
FanfictionQuando le persone che conoscevo scoprirono cosa avevo fatto, come avevo vissuto, mi chiesero "Perchè?" Ma non seriva a niente parlarne con persone che avevano una casa, loro, non avevano la minima idea di cosa significasse cercare la salvezza in alt...