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Quella mattina mi ero svegliata di buon umore, anche se in realtà non avrei dovuto esserlo, visto che stavamo per partire verso la città che aveva quasi avuto la meglio su di me e che mi aveva quasi del tutto distrutta.

Prima di andare nuovamente in aeroporto, però, avevo fatto cercare ad Harry una clinica che si occupasse di test genetici.

Dove con molta più ansia del previsto, avevo capito che in circa due giorni, avrei scoperto se Liam fosse realmente mio fratello.

Harry mi era stato accanto in tutto e per tutto, e anche se non gli avevo ringraziato per quello che continuava a fare per me, lo avevo fatto mentalmente e speravo solo che percepisse la mia gratitudine nei suoi confronti.

Lui mi faceva ritrovare la forza che ormai avevo perso anni prima, mi faceva quasi credere che se solo avessi voluto, avrei potuto benissimo conquistare il mondo, se solo lui fosse stato accanto a me e mi avesse stretto la mano.

Ero stanca di non riuscire a ritrovare la pace e di essere costantemente in viaggio, perché quello era tutto ciò che avevo fatto nell'ultimo mese.

Non avevo avuto tempo neanche per riprendere fiato a causa del Jet Lag e a causa dell'ennesimo volo preso per trovare le risposte alle domande che mi perseguitavano costantemente.

Il clima a New Orleans era terribilmente umido, tanto da avermi fatta cominciare a sudare subito dopo aver messo piede fuori dall'aeroporto.

Harry aveva indossato i suoi tanto amati occhiali da sole, una camicia di seta con dei fiorellini sopra e aveva sbottonato i primi bottoni, lasciando allo scoperto molti dei suoi tatuaggi.

A confronto con lui sembravo una bambina e non avevo mai smesso di pensarlo, soprattutto quando notavo le espressioni delle ragazze che ci passavano accanto che mi guardavano con invidia e disgusto.

Avevamo cominciato a camminare per le svariate strade calde di quella città con la quale avevo un rapporto strano di amore e odio.

Quando scorsi in leggera lontananza il bar dove molto spesso io e Blake andavamo a fare colazione o semplicemente a chiacchierare, un senso leggero di malinconia mi attraversò.

Presi la mano di Harry e lo trascinai dietro di me, verso quel posto che avevo tanto amato fin da bambina.

Entrata dentro, l'odore familiare invase ogni fibra del mio corpo, mentre guardavo attenta per trovare un tavolo libero.

Una volta notato, mi avvicinai e mi sedetti, Harry mi seguì e si mise di fronte a me, prima di aggiustarsi la camicia e sollevare gli occhiali da sole per poggiarli sopra la sua testa.

"Qui è dove passavo le mie ore libere, la maggior parte di esse quando io, insomma, quando mia madre..." provai a dire.

"Ho capito" sussurrò Harry, lanciandomi un sorriso sincero.

Sentii qualcuno avvicinarsi a noi e quando alzai gli occhi da sopra la figura di Harry e notai chi ci fosse accanto a noi, pensai di star per morire.

"Darcy?" Chiese, quella che molto tempo prima era stata la mia migliore amica.

Mi soffermai a guardarla per notare come stesse indossando l'uniforme del locale, segno che molto probabilmente lavorasse lì.

"Blake..." sussurrai, imbarazzata e allo stesso tempo quasi emozionata di rivederla dopo così tanto tempo.

Quando però, mi ricordavo di tutto quello che mi aveva fatto, le emozioni svanirono ed un senso di rabbia prese il loro posto, frustrazione e disgusto.

La guardai alternare lo sguardo tra me ed Harry, chiedendosi molto probabilmente come io e lui potessimo stare seduti allo stesso tavolo.

"Scusami, tu sei Harry Styles?" Chiese lei quasi urlando, mentre le sue guance si coloravano leggermente e si avvicinava pericolosamente ad Harry.

Redrum Vol.1 |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora