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"Siamo ancora in tempo per andarcene, Darcy" ammise Harry.

"Non ho fatto tutta questa strada per niente" dissi sincera, anche se avevo paura a varcare la porta di quella casa.

Avevamo camminato per molto, ed avevo così capito che la memoria mi aveva giocato brutti scherzi, facendomi pensare che fosse molto più vicina al bar di quando in realtà fosse.

"Non devi dimostrare nulla a nessuno" continuò lui, peggiorando la situazione già tragica di suo.

"Harry per favore, mi stai scoraggiando seriamente" lo ammonii, perché già ero spaventata ed emozionata, non c'era bisogno di sentire anche le sue sciocchezze.

Stavamo fermi di fronte alla porta del retro, visto che quella principale era stata sigillata dalla polizia anni prima e da allora nessuno aveva più varcato la soglia della porta di quella casa.

Nessuno tranne noi in quel momento.

Ero sicura che fosse aperta, eppure avevo il timore di poggiare la mano sulla maniglia.

Avevo paura dei ricordi che potevano emergere una volta entrata lì dentro.

Così senza pensarci troppo Harry aveva aperto la porta ed era entrato.

Rimasi ferma per altri secondi prima di fare un passo e dirigermi finalmente dentro.

La prima cosa che potei notare una volta dentro era stato il forte odore chimico, di candeggina ed altre soluzioni per la pulizia, che molto probabilmente erano state utilizzate per ripulire la scena del crimine di sopra.

Ci ritrovammo nella vecchia cucina, posai lo sguardo sull'isola e potei notare la vecchia radio starsene ferma immobile, uno strato spesso di polvere si era poggiato su di essa, ma a parte quello non sembrava avere nessun problema.

I ricordi di tutte le canzoni che avevo ascoltato attraverso essa mi fecero rabbrividire, anche se fuori faceva un caldo insopportabile.

Harry incrociò le braccia al petto e senza dire nulla si guardò intorno pazientemente, dandomi il tempo di abituarmi alle mille sensazioni che stavo provando.

"Andiamo" sussurrai con la voce spezzata, mentre continuavo a guardarmi intorno.

In cerca di qualcosa di non preciso e provando a non fare rumore, visto che i vicini avrebbero sicuramente chiamato la polizia se si fossero accorti che eravamo entrati illegalmente lì dentro.

Perché avevo appena infranto la legge e già mi sentivo la peggiore criminale del pianeta.

Salimmo le scale in silenzio tombale e quando le sentii scricchiolare sotto il mio peso sussultai.

"Non è niente" mi confortò Harry, mentre poggiava la sua mano sulla mia bassa schiena, incitandomi a proseguire e continuare a salire.

Con la coda dell'occhio notai la porta del bagno spalancata e capii che non c'era bisogno di avere paura, perché ormai i corpi dei miei familiari erano sepolti nel cimitero di New Orleans e sicuramente dentro il bagno non avrei trovato nemmeno una piccola impronta di sangue.

Sospirai profondamente prima di spalancare la porta di quella che era la mia vecchia camera.

Un piccolo letto si mostrò di fronte ai miei occhi.

Tutto lì dentro sembrava riportarmi a quel giorno, i pochi peluche che quella mattina avevo sistemato prima di andare a scuola e la scrivania ancora piena di appunti che mi erano serviti per l'esame di fine anno.

Era rimasto tutto come lo avevo lasciato, come se non me ne fossi mai andata.

Mi ricordavo di come, quando ero ritornata dalla stazione di polizia, avevo salito le scale di corsa e avevo riempito le mie due piccole valige di vestiti, avevo preso le chiavi della macchina che era l'unica possessione di valore della mia famiglia ed ero letteralmente corsa via.

Redrum Vol.1 |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora